Capitolo 77

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Arriviamo nel piccolo ristorante nel centro del paese e ci accomodiamo ad un tavolino fuori.

"Vio" dice Sara prendendomi una mano "non volevo turbarti, né farti star male. Io ci sarò sempre qualunque cosa succeda e spero con tutto il mio cuore che vada tutto per il meglio, però non posso, lo sai, far finta che le cose brutte non accadano mai".

La guardo con gli occhi colmi di lacrime e le chiedo "Tu pensi che se la bambina fosse sua mi lascerebbe per tornare con lei?" dando voce a tutti i miei pensieri più reconditi.

Lei sospira, si raccoglie i capelli dietro le orecchie e parla "Viola io non ho idea di cosa farà Sam, so quello che ho visto, il modo in cui ti guarda, come ti cerca, si vede che ti ama profondamente, però conosco anche l'amore che si prova per i propri figli. È un amore immenso e incondizionato...quella gioia e la condivisione di aver creato una vita con lei potrebbe, e dico potrebbe, minare il vostro rapporto, spingendolo a tornare con lei. Sono solo ipotesi Viola, non prendere per certo quello che dico o ciò che ti passa per la mente".

Angosciata mi passo una mano tra i capelli e sulla fronte.

Non riesco ad essere ne lucida ne obiettiva in questo momento, la paura sta prendendo il sopravvento su di me.

"Dovresti parlarne meglio con lui. È l'unico modo per cercare di avere qualche risposta più precisa. Esistono dei test anche se il bambino non è nato. Potresti proporgli questa soluzione" incalza Sara cauta.

"Non lo so Sara. Mi sembra tutto così ridicolo. Ci sarà mai qualcosa di facile in vita mia? Quando finirà questa salita costante?" sospiro abbandonando la testa tra le mani.

Sara si sposta vicino a me e mi abbraccia "Non fare così Vio, non è ancora detto niente. Magari ci sbagliamo entrambe".

"Ho questa sensazione" dico tra i singhiozzi "dentro di me, nel profondo, so che lui se ne andrà, che mi lascerà, che sceglierà lei e a quel punto non so che ne rimarrà di me...".

"Viola non hai mai permesso ad un uomo di dominarti in questo modo, sei sempre stata forte e fiera. Hai sempre saputo tener testa a tutti, non sarà di certo un altro uomo qualunque a distruggerti. Io ti conosco e ancora più nel profondo lo sai anche tu".

"Sara non è un uomo qualunque, lui...è tutto, sto parlando dell'amore, quello vero, quello che vuoi che sia per sempre, quello per cui sei disposta a tutto".

"E allora se sei disposta a tutto, non permettere che lei se lo riprenda. Lotta per lui, combatti e vinci" dice sorridendo.

"Sei la mia tigre, lo sei sempre stata. Anche se sei più piccola" conclude con le lacrime agli occhi.

L'abbraccio stretta, avevo proprio bisogno di mia sorella in questo momento e nonostante sia diretta e forse leggermente bigotta, riesce sempre a far avere la giusta visione delle cose, riesce a farmi ritrovare l'equilibrio quando non ne ho. È la mia bussola in mezzo al mare, quel mare in tempesta che impervia dentro di me.

Concludiamo il pranzo meglio di come è iniziato, parliamo ancora, senza affrontare più l'argomento figlia di Ella, mi racconta di Aurora che va al nido, di mia madre e mio padre che vogliono rinnovare le loro promesse di matrimonio in chiesa con una sontuosa e imbarazzante cerimonia, dei preparativi del suo matrimonio e di tutto quello che mi sono persa negli ultimi mesi e anni.

"Federico ha chiamato una delle sue figlie come me" confesso mentre mangiamo una mega porzione di tiramisù.

Sara mi scruta, si rabbuia un attimo e torna a sorridere "Quell'uomo è sempre stato pazzo di te" dice tra un boccone e l'altro.

"Già" sorrido "Avevo puntato il cavallo sbagliato però..." dico amaramente.

"Vi sentite spesso?" chiede lei curiosa.

"Dipende dai periodi. L'anno scorso mi ha mandato" dico estraendo l'Iphone dalla borsa e mostrandoglielo "questa foto con scritto: Ti presento la mia Viola, quando passi per Parigi vieni a conoscerla. Non vede l'ora. Mi manchi."

"Cavolo..." risponde lei.

"Lo so, mi sono ripromessa di andare un sacco di volte, ma ho paura di scombussolargli la vita..." ammetto.

"Fai bene invece Vio. Magari potresti andare con Sam, così saprà che anche tu sei felice e forse si metterà l'animo in pace. Credo che ancora si senta un po' responsabile di quello che è successo..." confessa lei.

"Gliel'ho detto mille volte che non deve assolutamente. Avrei comunque lasciato Lorenzo, con o senza il suo contributo" concludo severa.

Pago il conto e ci dirigiamo verso il lungomare per goderci gli ultimi raggi di sole prima che tramonti.

"Mi ha fatto bene venire qua" ammette Sara mentre passeggiamo.

"A me ha fatto bene averti vicina, mi hai aiutata a rimettere a fuoco alcune cose..."

"Ci vediamo troppo poco" dice tristemente lei.

"Lo so, Londra non è poi così lontana. Se dovessi seguire Sam a Los Angeles o New York...sarebbe molto peggio con il fuso orario".

"Non pensiamoci ancora. Non voglio intristirmi e rovinarmi il tempo che ci resta da passare insieme" conclude lei prendendomi a braccetto.

"Hai ragione però"

"Su cosa?"

"Devo tornare a Firenze. Voglio vedere Aurora, Edoardo, mamma e babbo. È troppo tempo che manco..."

"Finalmente una buona idea!" dice ridendo.

"Vorrei portare anche Sam" ammetto arrossendo.

"Aurora lo amerà con tutti quei tatuaggi" dice lei ridendo.

E ci incamminiamo verso casa accompagnate dal tramonto.

Canzoni Capitolo 77:

Fight Song - Rachel Platten

Io che non vivo senza te - Pino Donaggio

Per dimenticare - Zero Assoluto (per Federico)

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