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«che ti succede, Malia?» guardai Lydia che mi lanciò un leggero sguardo malizioso e alzai gli occhi al cielo, aveva sicuramente qualcosa in mente.
«oh, nulla, ero solo sorpresa» scrollò le spalle riportando gli occhi alla TV cercando di sviare il discorso ma, a quanto pare, attirò maggiormente l'attenzione di Lydia.

«sicura? solo questo?» le diedi una leggera spinta per cercare di farla smettere, Malia stava cominciando ad infastidirsi, potevo capirlo dai lunghi respiri che faceva ogni tanto per cercare di tenere la trasformazione a bada.

Ad un tratto un cellulare squillò facendoci distrarre per un'attimo da tutta quella tensione. Malia lo afferrò velocemente e senza nemmeno controllare lo portò all'orecchio.
«chi sei e cosa vuoi?.. serve ora sta roba?.. mh, COSA?! CHE DIAMINE DEVI FARE, SEI PAZZO PER CASO?.. mh, sisi.. non ti preoccupare, ora vado e te le porto. A fra poco Stiles ah, voglio spiegazioni..»

Appena sentii quel nome scattai in allerta, che gli serviva e perché lei era così agitata?
«ragazze devo andare e no, non posso spiegarvi.» si alzò e velocemente si infilò la giacca.

Prima che potesse andare via mi alzai e la fermai «che succede?» la mia voce era tremante per via dell'ansia, aveva usato un tono troppo preoccupato per i miei gusti e la fretta con cui stava cercando di lasciarci non aiutava.
Malia portò lo sguardo sulla mano intorno al suo polso e con uno scatto deciso lo allontanò «ho promesso di non dirlo e di certo non comincerò ad infrangere una promessa ora.» detto questo uscì sbattendo la porta.

Mi voltai lentamente verso le altre, ero così dannatamente preoccupata. Le altre, capendo il mio stato d'animo, mi fecero spazio tra loro e decisero di abbracciarmi capendo che quello non era affatto il momento di parlare.

Sorrisi leggermente, almeno avevo loro al mio fianco, avevo loro che mi consolavano e mi supportavano. Eppure non ero felice, non più di tanto, per stare completamente bene avevo bisogno di lui, di Stiles.. del mio Stiles.

Già, Stiles, chissà cos'era successo, chissà cosa gli serviva.. chissà se era riuscito a calamarsi un minimo.

POV STILES
«sicuro che non vuoi più andarci?» sbuffai per l'ennesima volta e mi buttai sul letto voltando lo sguardo verso destra, la finestra era ancora completamente frantumata quindi, per il momento, avrei avuto le persiane chiuse per un po'.

«sono sicuro, ho parlato con Peter e so cosa fare ora» bugia, non sapevo assolutamente cosa fare, sapevo che avrei dovuto iniettarmi delle cose nel collo e, oltre ad odiare le punture, odiavo assolutamente l'idea di farlo da solo.

«tu veramente ti fidi di lui? ma sei completamente impazzito? devo forse ricordarti di chi stai parlando?. » strinsi gli occhi, avevo un mal di testa incredibile e sentire mio padre gridare non lo migliorava.
«si, mi fido di lui.» verità, mi aveva aiutato e nonostante fosse un sociopatico di merda era stato più utile di tutte le persone che mi circondavano messe insieme e poi cavolo, lui non avrebbe perso Rose per questa cazzata.

«che ha detto per farti cambiare idea? e cosa diamine gli hai promesso per un aiuto?» «niente e wow, ancora niente!» sbuffai, era un'altra bugia, gli avevo promesso di liberarlo e l'avrei fatto, costi quel che costi. In più mi aveva detto tutto quello che volevo sapere.

«che ti sta succedendo figliolo?.. io non ti riconosco veramente più. Ti isoli, litighi con tutti, sei sempre più debole ed ora ti vai a fidare di un pazzo piuttosto che dei tuoi amici! guardati! nemmeno ascolti quello che ti dico..» stavo per rispondere a tono quando il suono del campanello mi bloccò. Capii subito chi fosse così, senza dare spiegazioni, corsi alla porta. Appena l'aprii e vidi Malia le afferrai un beaccio e la trascinai, letteralmente, in camera.

The Doubt Entirely [Stiles Stilinski]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora