Strani pensieri

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Suonano alla porta e vado subito ad aprire, so già che è Damiano, infatti eccolo qui che mi sorride sornione, bello come sempre, mi sa che non mi abituerò mai a lui e all’effetto che mi fa ogni volta che lo vedo, ha una bottiglia di vino tra le mani

<<Ciao piccoletta mia>> 

<<Ciao amore>> 

Lo saluto sorridendo felice come ogni volta che me lo ritrovo davanti, lui entra in casa, lasciandomi un veloce bacetto a stampo, mentre mi passa vicino, al che aggrotto la fronte

<<E quello cos'era?>> 

Lui non mi risponde, si dirige in cucina per posare il vino sul tavolo, torna da me che lo aspetto con le mani sui fianchi, mi avvolge tra le braccia e sorridendo malandrino, mi da' un bacio degno di essere chiamato tale, per chiedermi poi 

<<Meglio ora?>> 

<<Direi decisamente di si>> 

<<Qui qualcuno sta a diventà un tantino esigente>> 

Inarco un sopracciglio 

<<E sentiamo ti dispiace?>> 

<<Affatto, era solo una constatazione la mia>> 

<<Ah ecco, vorrei vedere>> 

Replico impettita 

<<Permalosetta?>> 

<<Scemo>> 

Vado in cucina con lui dietro che sghignazza ma non gli do' soddisfazione, continuando a fare quello che stavo facendo prima che arrivasse. Mentre finisco di preparare la cena, non parlo, persa dietro ai miei pensieri, ma naturalmente Damiano se ne accorge, come a solito non gli sfugge mai niente soprattutto se riguarda me e devo ammettere che mi piace che sia così attento nei miei confronti, infatti poco dopo lo sento domandarmi 

<<Che c'hai Arià?>>

Mi stringo nelle spalle rispondendo 

<<Niente>> 

Augurandomi che lui mi creda ma ovviamente non lo fa 

<<Ari, lo sai che non me piace quanno me pii per culo, so' arrivato che eri tutta contenta e mo non dici mezza parola manco a pagatte e te vedo che stai dietro a chissà quale pensiero>> 

<<Te l'ho detto non ho niente>> 

<<Porca pupazza, quanno fai così me fai incazzà un botto lo sai? Parla Arià>> 

<<Non riesco proprio a nasconderti niente eh?>>

Dico abbozzando un sorriso 

<<Lo sai che te conosco quasi come la mie tasche ormai>>

Mi asciugo le mani in uno strofinaccio e confesso 

<<E' che non mi va di dirtelo, mi vergogno troppo>> 

Allora lui mi prende una mano nella sua e con le dita dell'altra mi fa alzare il mento fino a guardarlo 

<<Ehi piccoletta mia, lo sai che me poi di' tutto, non te devi vergogna' de niente con me, mai>> 

<<Lo so è solo che mi sento così stupida>> 

<<Lo sai si che te do' il tormento finché non parli?>

Perché la vita senza te non può essere perfetta - Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora