15장: sintonia

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Non era la prima volta che Chan fosse in ritardo, era la prima mattina in vita sua in cui Chan stava facendo ritardo perché si era addormentato. Come quando succedeva si era in grado di sentire dei passi sulle scale; erano dei saltelli, a causa del figlio più grande della casa Bang che stava sia mettendo le scarpe che sistemando il pantalone. Era pericoloso per la sua incolumità, ma doveva muoversi in qualche modo. Come anche lui ormai si stava chiamando da qualche minuto a quella parte, finì per scivolare e ritrovarsi disteso a terra inerte. Il ragazzo si girò con la pancia in aria e iniziò a sistemarsi le scarpe, poi il pantalone. Si mise in piedi con un salto pulito e iniziò a correre verso la cucina mentre metteva la camicia nel pantalone.

«Ti sei fatto male?» Chiese sua madre preoccupata avvicinandosi a lui per aiutarlo, Chan la osservò. Ieri era ancora fredda, ma quella mattina era come se non fosse successo nulla.

«Solo un po', ma sto bene. Omma aiutami, sono in ritardo.» Piagnucolò saltando sul posto impaziente, odiava fare tardi.

«Ho notato, i tuoi amici non passano?» Chan scosse il capo, mentre sua sorella minore si alzava con una fetta di pane con sopra della marmellata di ciliegia, «Hai preso tutto?»

«Sì, l'ho preparato ieri sera.» Parlò con la bocca piena, Hannah era lì vicino che gli sistemava i capelli e gli dava da mangiare; mentre Chan finiva di abbottonarsi la cintura, «Hannah tu non devi andare a scuola?»

«Manca un prof, entro un'ora più tardi.» Chan prese in bocca l'ultimo pezzo di pane e poi si separò dalle due donne, «Tu hai bisogno di un passaggio?»

«Per forza, sennò non arrivo in tempo.» La mamma di Chan annuì andando a prendere le chiavi, «Non so come sia possibile che mi sono addormentato.»

«Forse dovresti dormire di più!» Sua sorella si era presentata anche con l'acqua, Chan prese il bicchiere bevendo tutto il contenuto, «Hai delle occhiaie che fanno paura.»

«Tu fai paura.» Hannah prese il bicchiere tornando dentro. Non l'aveva vista, ma stava ridendo.

«Andiamo, Chan!»

«Ciao mostriciattolo.» Il fratello più grande uscì fuori dalla casa, con lo zaino in spalla e chiudendo la porta.

«Non sarà considerato come ritardo vero?» Il ragazzo biondo ormai era dentro la macchina, alzò le spalle mentre metteva la cintura, «Sei molto stanco?»

«Non dormo molto per studiare.» Spiegò mentre l'auto si muoveva e lui guardava la strada, «Deve solo finire questo periodo e poi posso dormire un po' di più.»

«Stai anche aiutando i tuoi amici.» Annuì quando sua madre si fermò di fronte al semaforo rosso, Chan notò una figura familiare che stava correndo verso la scuola. Si fermò chinandosi con le mani appoggiate sulle gambe mentre respirava.

«Jeongin-ssi?» Aprì il finestrino urlando il nome del ragazzo, il quale si voltò confuso, «Stai andando a scuola? Sei in ritardo?» Chiese mentre si slacciava la cintura.

«Non ho sentito la sveglia.» Spiegò mentre si sistemava la camicia.

«Sali, ti do un passaggio.» Urlò uscendo dall'automobile e aprendo la portiera del sedile posteriore, Jeongin non se lo fece ripetere due volte e si fiondo dentro l'auto. Chan chiuse in fretta quella porta e si mise seduto nel sedile del passeggero, «Anch'io sono in ritardo.»

«Ti sono debitore, anzi vi sono debitore.» La madre di Chan partì di nuovo, mentre il ragazzo australiano guardava il più giovane con gli specchietti. Stava cercando di riprendere fiato.

«Non ti preoccupare, sono cose che capitano. Menomale che ti ho visto.» Disse mentre controllava che il suo respiro si clamasse un po', faceva smorfie di dolore mentre aspirava.

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora