Jeongin e Chan si incontrarono nel corridoio, il minore con in braccio una pianta, mentre il più grande con una pila di vestiti stirati da poco. Non si erano ancora visti o rivolti la parola, da quando era successo quell'incontro intimo. Non era soltanto a causa dell'imbarazzo che avevano provato nell'essere colti dai suoi amici, anche a causa della sorella di Changbin che dettava ordine per ricevere un aiuto in casa. L'unica persona lontana dai pericoli, era Han che aveva ben deciso di mettere a togliere le erbacce a mano. Quindi eravamo tutti tranquilli che quel giovane ragazzo non stesse facendo grossi guai.
I due ragazzi non si erano ancora parlati, ma riuscivano a guardarsi negli occhi. Non si sentivano a disagio, non si vergognavano che stavano avendo insieme un momento intimo. Anche perché, entrambi lo volevano e loro semplicemente si stavano esplorando ed anche se erano stati impacciati in quei gesti. Chan non pensava ci fosse nulla di sbagliato, almeno finché entrambi volevano. Soprattutto perché all'australiano non era dispiaciuto, ogni tanto ci pensava a quelle mani che lo massaggiavano. Era stato piacevole, ma non poteva sapere che anche Jeongin la pensava allo stesso modo. E che non era arrabbiato con lui, era scappato via solo perché si sentiva a disagio a stare vicino agli altri eccitato a causa di quei tocchi. Il ragazzo di Busan aveva preso l'iniziativa e quel toccò aveva aveva superato le sue aspettative, non percependo alcuna malizia o secondo fine. Anzi, sembrava inesperto quanto lui. E non poteva essere cosa più vera.
«Minseo-ssi, mi ha chiesto di dirti...» Si bloccò, era come se si fosse dimenticato la consegna. Guardò la scritta sul braccio con la fronte corrucciata, «Andare a controllare Han e poi aiutare suo marito giù con la macchina.»
«Ma c'è anche Changbin con lui.» Sbuffò mentre i due ragazzi si stavano superando, ma continuavano a guardarsi dritto negli occhi.
«A proposito di Changbin, digli che sua sorella ha bisogno di lui.» L'australiano gemette frustrato, Jeongin rise abbassando la testa, «E di muoversi.»
«Ma non può mandarci Leeknow?» Il minore si voltò guardando la bellezza del suo ragazzo, «Lo so che sta cucinando, ma sembra che devo fare tutto io.»
«Non dirlo a me. Io devo dare il cambio a Seungmin per pulire le finestre, ma prima devo passare dal fruttivendolo per comprare le verdure mancanti.» I due ragazzi si guardarono negli occhi, erano fin troppo occupati loro due, «Non è che hanno convinto...»
«Lo sai l'unica persona che c'è le potrà dire chi è?» Domandò Chan alzando l'angolo destro delle labbra, Jeongin si illuminò. Una luce unica, una luce che aveva imparato a conoscere ed amare. Era come se si illuminasse tutto, come se dentro di sé il sole timido che aveva si accendesse di botto. Sole che lui aveva conosciuto e nonostante tutto continuava ad ardere, ardeva timido nel suo corpo e Chan sperava che prima o poi avrebbe iniziato a splendere con tutto sé stesso. E sperava che lui ci fosse stato in quel momento, che avrebbe aiutato ad ardere forte. La luce, il sole che c'era dentro di lui, non aveva bisogno di screditare nessuno, esisteva finché Jeongin c'era e illuminava tutti vicino a lui, intorno a lui e sé stesso. E allo stesso tempo, non voleva mettere all'oscuro nessuno. Ecco perché era timido ed ardeva piano. E pure, parte della sua bellezza era visibile. Ma poche persone potevano conoscere quel lato e Chan si sentiva fortunato nel conoscerlo, nell'essere il suo fidanzato.
«Han e Felix.» Chan sussultò, si era perso nel pensare al minore, ma annuì ricordando di cosa stessero parlando e si sorrisero complici, «Ci vediamo dopo.»
Così i due ragazzi si separarono, l'australiano lasciò prima i vestiti stirati nella stanza dei due sposi e poi andò in cucina. Leeknow stava cucinando canticchiando, senza accorgersi che il più grande era entrato e che era uscito, ritrovandosi Han Jisung che gli correva incontro in lacrime. Gli occhi erano lucidi e stava tremando.
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
FanfictionMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...