Si erano svegliati da poco, con ancora il condizionatore in funzione e stavano parlando. Conversazioni futili, su cosa gli sarebbe piaciuto fare quella sera. Uscire in qualche modo, per garantirsi almeno una notte fuori nel visitare quel posto nuovo. Perché nonostante fosse bella di mattina, la sera era ancora più magica. Ogni posto era così, soprattutto in estate dove gli impegni scolastici venivano meno e soprattutto quando si aveva qualcuno con cui passare il tempo. Per l'atmosfera che si creava, perché non faceva più così tanto grazie alla brezza notturna del mare.
«Dovremmo convincere gli altri.» Sussurrò il minore, mentre la mano di Chan si infilava sotto alla maglietta.
«Non ci vuole molte... così ti dà fastidio?» Chiese indicando la mano con gli occhi, il minore si morse il labbro scuotendo la testa. L'australiano si fermò preoccupato che gli desse fastidio, ma vide che si stava rilassando pian piano e finì per tranquillizzarsi, «Hyunjin direbbe di andare in discoteca.»
«Non sono un fan di quel luogo.» La mano calda di Chan stava salendo fino ai capezzoli.
«Nemmeno io.» Tastava la pelle, sentendo le costole sporgenti del giovane. Tutte uno per uno, al tocco sembrava essere ancora più fragili, «In realtà qui non lo è nessuno, oltre Hyunjin.»
«Felix ha raccontato che una volta ci è andato, ma poi la mattina del giorno dopo stava malissimo.» Il polpastrello sfiorò il capezzolo sinistro di Jeongin, il quale fremette a quel contatto piacevole, «Secondo me troveremo qualcosa da fare.»
«Anche una sala giochi, va bene per quanto mi riguarda.» Stava continuando a giocare con il suo petto come se fosse un giocattolo antistress, il minore si stava mordendo il labbro per evitare di creare imbarazzo, «Tanto ai ragazzi piace queste cose.»
«A-anche a Leeknow h-hyung, adora battere tutti.» La mano di Chan continuò a tastare la pelle fredda di Jeongin, fino ad arrivare alla colonna vertebrale. Sentiva le sporgenze rotonde delle ossa, era così magro, «Però non so se gli va.»
«Glielo possiamo chiedere, alla fine non è che stiamo facendo chissà che e non è che torneremo tardi.» Il minore annuì guardando le labbra carnose di Chan, il quale sorrise osservando quanto fosse pensieroso, «A cosa stai pensando?» La mano dell'australiano stava scendendo lungo la schiena, fino a chiedersi a cupola sul sedere del ragazzo di Busan.
«C-che voglio baciarti.» Socchiuse gli occhi avvicinandosi a lui, l'australiano si allontanò ridendo, «C-che hyung...» Si lamenta finendo sul suo petto, provocando un'altra risata al più grande. Anche se stava ridendo di Jeongin, non era con una cattiva intenzione. Era semplicemente adorabile.
«Stiamo facendo il gioco di non baciarci, ricordi?» Il minore alzò la testa mettendo il broncio, «Così mi faresti vincere.»
«Ma non abbiamo scommesso niente, quindi non è importante che p-perda.» L'australiano scosse il capo, guardando il giovane, «Ma io voglio b-baciarti.»
«Mi spiace, il gioco dice di no.» Il minore chiuse gli occhi muovendo la testa vicino al collo, con il naso che lo sfiorava. Quel gesto fece fremere l'australiano, il quale chiuse gli occhi percependo un brivido di piacere lungo la colonna vertebrale, «Quanto mi vuoi baciare da uno a dieci?»
«Due miliardi.» Chan scoppiò a ridere a quella risposta, con il tono infantile che stava usando, «Anzi, è troppo poco. Settecento bilioni!»
«É un po' tanto.» Sussurrò divertito, ma poteva ammettere che sentiva quella tensione e voglia.
«Esatto, quindi baciami.» La sua voce roca lo sorprese, ma poi si trovò a ridere sentendo i piedi pestare il materasso.
«Spiacente, non voglio farti perdere al gioco.» Le labbra di Jeongin si appoggiarono sulla pelle del collo, iniziando a lasciare piccoli e dolci baci, «Jeongin-ah, che fai?»
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
FanfictionMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...