Tw: suicidio, DCA (disturbo del comportamento alimentare), morte (in particolare in discorso sulla paura di perdere le persone)
Gli occhi erano chiusi, il suo corpo era disteso sull'erba e stava assaporando l'aria estiva. Percepiva l'odore del terriccio bagnato, consapevole che fra non molto avrebbe iniziato a piovere. Le labbra erano socchiuse, mentre i suoi pensieri andavano a Jeongin. Lo aveva pregato, lo aveva pregato affinché gli dicesse qualcosa che lui voleva sentire. Aveva bisogno di sentire che loro due non sarebbero mai stati insieme, perché a Chan non gli interessava in quel modo. Erano passati due giorni da quando gliel'aveva chiesto, da quando avevano discusso, e da quel momento i due ragazzi erano distanti. L'australiano provava ad avvicinarsi a lui, ma Jeongin si allontanava da lui come se avesse paura. Eppure non comprendeva veramente il motivo, il minore non riusciva a stare vicino a lui senza sentire il bisogno di baciarlo.
Yang Jeongin aveva bisogno di credere che Bangchan non lo potesse amare in quel modo, in un modo che però lui amava. Era solo difficile, era solo complicato. L'australiano non voleva farlo soffrire, non poteva farlo soffrire. Era un'anima troppo buona e pura per meritarsi quella sofferenza, eppure continuava a provocargli dolore con quella situazione. Nonostante lo stesse facendo per il suo bene, ma forse il bene supremo per Jeongin era che i due si allontanassero del tutto. Niente più Noi e poco alla volta la situazione sarebbe finita.
Una goccia di pioggia fredda colpì la fronte dell'australiano, il quale aprì gli occhi sorpreso della velocità in cui stava iniziando a piovere. Da poche gocce che cadevano, iniziò ad aumentare fino a tramutarsi in una vera pioggia intensa. Le mani si ritrovarono sopra gli occhi, lasciandosi toccare da quell'acqua dal cielo. Era una bella sensazione, in qualche modo liberatoria. Era come se stesse lasciando andare anche i suoi pensieri. La situazione che stava vivendo.
Un lampo in lontananza squarciò il cielo, in quel momento si ricordò che era solo in caso. Gli altri ragazzi avevano preferito uscire a prendere qualcosa al supermercato, anche se Chan non capiva del perché tutti e sette. Eppure sperava che almeno si fossero portati qualche ombrello per proteggersi dalla pioggia.
Un altro tuono risuonò nel silenzio, questa volta più vicino a lui. Eppure il suo corpo non gli diceva di scappare via, era calmo sotto a quella pioggia.
Improvvisamente due mani si appoggiarono sotto alle sue ascelle ed iniziò a tirarlo verso l'alto, mentre un lampo squarciò il cielo. Era così vicino. Chan aprì gli occhi, ritrovandosi a guardare Jeongin. Il viso era serrato, serio e gli occhi mostravano preoccupazione.
«Devi entrare. Ora.» Chan fu messo in piedi e il minore gli prese la mano trascinandolo dentro.
L'australiano era confuso, era certo che fosse da solo a casa. Eppure la luce della stanza con il pianoforte era accesa, ma ben presto saltò a causa di un lampo che colpì la casa.
Jeongin strinse il più grande a sé, talmente forte che Chan sentì l'aria mancare. Rispetto a quanto lui, il minore era proprio caldo. Erano abbracciati al buio di quella casa, illuminati solo dai lampi della tempesta dietro di loro.
«Sei tutto bagnato. Poteva colpirti.» Riuscì a dire, anche se il più grande sentiva quanto fosse scosso.
«Stavo per entrare.» Mentì l'australiano che non stava ricambiando l'abbraccio.
«Dovresti lavarti e cambiarti. Potresti cadere malato.» Sussurrò vicino al suo petto, Chan sentiva il suo cuore battere forte e quando l'avrebbe voluto allontanare, ma non voleva.
«Siamo in estate.» Sussurrò a sua volta, vicino alla sua testa ed orecchio. Era così vicino, Jeongin sentiva il suo caldo respiro.
«Vai a lavarti.» Eppure il minore non si mosse da lì, anzi lo stringeva ancora più forte, «Hai un cambio pulito?»
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
Fiksi PenggemarMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...