32장: dispute in famiglia

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Stava ripetendo l'ultimo capitolo di quel libro, quando la porta di camera sua si era aperta mostrando suo padre. Chan lo guardò in silenzio, osservando il viso dispiaciuto di chi aveva capito di aver sbagliato e ora stava cercando di risolvere la situazione.

«Che ne dici se nel fine settimana andiamo in barca.» Il ragazzo sapeva che era solo un modo per chiedergli scusa e che doveva accettare, ma quell'uomo di solito andava di sabato in barca.

«Sabato ho il test.» Gli ricordò, l'uomo annuì mordendosi il labbro.

«Possiamo fare anche domenica.» L'australiano non rispose, «Di mattina, in caso hai impegni...»

«Domenica sera i ragazzi fanno un falò in spiaggia per festeggiare il fatto che abbiamo fatto il test.» Spiegò suo padre annuì toccandosi i capelli corti, «Di mattina ci sono, con i miei amici mi vedo il pomeriggio poco prima del falò.» Sorrise, vedendo come si era illuminato.

«Perfetto, allora domenica mattina.» Uscì dalla camera e Chan si ritrovò a chiudere gli occhi, anche se non aveva ancora perdonato quel scatto di ira che non comprendeva al pieno. Doveva accettare le scuse di suo padre, anche se era poco convenzionale.

Stava per cercare il suo telefono fra i fogli, quando la porta della sua camera si aprì. Aprì gli occhi guardando verso la donna di quarant'anni che lo guardava in silenzio, infuriata. Chan non riusciva a capire cosa le avesse provocato quella rabbia, lui non si era mosso da quella stanza.

«Tu davvero credi di meritare di andare a quel falò, dopo questa cosa che hai fatto oggi?» Chan alzò un sopracciglio confuso, la sentiva urlare ma non comprendeva.

«Omma, il falò è per festeggiare che stiamo andando all'università.» Gli ricordò preoccupandosi che si era dimenticata di quella cosa, «Ricordi, te ne avevo parlato prima dell'incidente del gatto. Ci stavamo organizzando da mesi, tu mi avevi detto che andava bene.»

«Ti hanno cacciato dalla classe.» Il figlio maggiore aprì la bocca guardando sua madre, «La signora Han me l'ha detto, tu quando avevi intenzione di dirmelo? Si sta preoccupando per te, mi dice che potrebbe essere per qualche ragazza. Tu credi davvero che ora come ora ti puoi concentrare in cose così futili?» Si avvicinò a lui, che stava ancora seduto guardandola, «Perché ti hanno cacciato?»

«Mi sono distratto, stavo pensando al test d'ingresso.» Mentì, ma la donna sembrò capirlo.

«Studiare per il test d'ingresso, dopo che sei stato per un fine settimana lontano. Probabilmente ti sei incontrato con qualcuna ed è per questo che hai convinto tua sorella e i tuoi amici a convincermi.» Chan scosse il capo ingoiando la saliva, odiava quando lo trattava così, «Non mentirmi. Tu sei andato lì solo per vedere la ragazza che ti porti a letto.»

«Mamma, ma cosa stai dicendo? Cosa te lo fa credere? Ma ti senti quando parli?» Reagì nell'immediato, non gli piaceva essere accusato di cose del genere.

«Credi che sia cieca? Ti ho visto che eri più felice quando sei tornato, ti ho visto che avevi la testa da un'altra parte.» Chan si fece indietro con la sedia, non gli piaceva quella vicinanza, «Vuoi negare che ti porti qualcuno a letto? Ho notato come la sera te ne scappi o come torni tardi a casa.»

«Mamma, io non mi frequento con nessuno. Non mi interessa.» Urlò a sua volta mettendosi in piedi.

«Allora perché sei più felice da quando sei tornato?»

«Perché non ho dovuto passare...» un fine settimana in questo inferno, ma non pronunciò mai la fine di quella frase ad alta voce. Avrebbe ferito sua madre e lui non voleva, la rispettava e le voleva bene nonostante certi modi di trattarlo, «Mi ha fatto piacere passare del tempo con i miei amici, ecco qui. Quando sono tornato a scuola avevo difficoltà a concentrarmi, perché stavo pensando a quello che dovevo finire di imparare per il test. Non c'è altra motivazione. Puoi chiedere ai miei amici, io non mi sono allontanato da loro neanche una volta.»

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora