54장: amici?

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Bangchan stava mangiando le patatine restanti della busta, mentre andava ad aprirne un'altra. Muoveva la testa a ritmo della musica, la festa era quasi finita ma mancava ancora un'ora e c'erano persone che volevano ancora mangiare. Quindi doveva prendere almeno un'altra busta, non troppo grande ma nemmeno troppo piccola. Così iniziò a scavare, ma non trovò nulla. Allora decise di entrare dentro lo sgabuzzino degli attrezzi, avevano messo qualcosa anche lì dentro in caso di bisogno e decise di entrarci.

La porta si chiuse alle sue spalle con un tonfo e Chan iniziò a tastare il muro alla ricerca dell'interruttore, sbuffando infastidito quando non riuscì a trovarlo. Imprecò e decise di inoltrarsi comunque nella stanza, superando in non inciampare in nulla.

«Avete visto Chan hyung?» Leeknow chiese mentre da lontano Jeongin si avvicinava a lui.

«Nella stanza degli attrezzi, perché?» Han parlò mentre stava versando la Coca-Cola nel suo bicchiere, «Ma non esce da un bel po'.»

«Mandiamo Jeongin a vedere se sta bene?» Hyunjin abbracciò le spalle di Han, indicando il giovane che si stava avvicinando a loro.

«Ieri hanno litigato, idiota.» Hyunjin sorrise.

«Questo lo so. Jeongin-ah, vieni un secondo.» Urlò con tono fin troppo contento, Han osservò l'espressione di Leeknow. Era silenziosa, stava pensando, ma non sapeva a cosa.

«Cosa è successo?» Domandò preoccupato, Hyunjin sorrise dolcemente al giovane.

«Mi puoi fare un favore? Puoi andare nello sgabuzzino e prende una busta per la spazzatura? Dobbiamo iniziare a pulire le cose qui sopra.» Jeongin osservò i tre ragazzi, ma non disse niente semplicemente annuì, «Grazie Jeongin, sei il mio salvatore.» Il minore annuì silenzioso, «Ora stiamo a vedere cosa succede.»

Non era un comportamento strano, gli faceva piacere aiutarlo. Solo che era preoccupato per Chan, non lo vedeva in quel tavolo da un bel po' e voleva cercarlo, ma allo stesso tempo non voleva. Nemmeno lui sapeva cosa volesse fare, si sentiva in colpa per come lo aveva trattato ma si era sentito anche così ferito.

Chan si bloccò quando sentì la porta prima aprirsi e poi chiudersi, trattenne il respiro sentendo dei passi.

«Dove sta l'interruttore?» Sentì la voce di Jeongin e si bloccò, che cosa ci faceva lì?, «Interruttore? Ehi!» Era così adorabile mentre diceva quella frase, «Come faccio a trovare una busta se non ci vedo?» Sospirò appoggiandosi sul muro, il cuore di Chan batteva forte. Era da solo nella stanza con lui, a buio, dopo la sera prima dove avevano litigato, «Che cavolo.» Sentì i passi del ragazzo entrare nella stanza dove c'era lui.

Chan non si mosse, non sapeva dove andare e cosa fare per non spaventarlo. Era bloccato dal terrore, da tutte le emozioni che provava. Si sarebbe dovuto annunciare, gli avrebbe dovuto dire che c'era anche lui lì dentro? Non sapeva come muoversi. E poi all'improvviso.

È poi all'improvviso il corpo di Jeongin urtò il suo, il minore indietreggiò confuso. Aveva preso il muro? Ma gli era sembrato troppo morbido.

Il cuore di Chan batteva forte, ma decise di fare una mossa. Con il cuore in gola che andava a mille, appoggiò le sue mani calde sui fianchi di Jeongin. Il quale sussultò nel sentire quel tocco caldo arrivare fino alla sua pelle e quella pressione familiare. A Jeongin iniziò a battere forte il cuore. Quella pressione, quelle dita erano di qualcuno che conosceva bene. Il cuore era come una mitragliatrice, continuava a battere veloce senza sosta. Iniziò ad indietreggiare, mentre le dita ancora ferme sui suoi fianchi. La sua pelle sentiva quel calore anche se c'era della stoffa che le divideva. Si bloccò quando toccando il muro, rigido di fronte a quel ragazzo. Sentiva che Chan si stava avvicinando a lui, mentre con le mani lo spingeva per far aderire bene al muro. Jeongin aveva le labbra socchiuse, il respiro era irregolare e il suo cuore sembrava voler uscire dal suo petto. Stava impazzendo. Il viso di Chan si stava avvicinando al suo, sentiva il suo respiro caldo vicino al suo naso e alle sue labbra. Il respiro di Jeongin si fermò, il suo cuore aveva perso dei battiti e avrebbe giurato che il suo corpo era stato preso da dai spasmi di adrenalina. Chiuse istintivamente gli occhi, mentre il suo cuore se avesse potuto sarebbe uscito dal petto e scappato via. Gli faceva così male il petto. Sentiva quelle mani su di lui, quel calore piacevole. Sentiva una pressione piacevole e fastidiosa al basso ventre, come se avesse delle farfalle che gli sbattevano contro e gli stavano mandando il cervello in crisi.¹

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora