Chan stava guardando il suo riflesso nello specchio in quel bagno silenzioso, tale quiete circondava l'intera casa. Non appena Jeongin era uscito dal bagno, lui si era dovuto chiudersi al suo interno per darsi una tregua. Non si era mai sentito in quel modo, non era in grado di comprendersi. Per lui era strano, era abituato a conversare con sé stesso e sapeva spiegarsi ogni emozione; ma ora era confuso. Non riusciva a capire cosa gli fosse successo quella sera, ma le sensazioni che aveva provato non gli erano piaciute. Non le capiva. Non comprendeva cosa non andasse in lui. Perché la distanza tra i due, gli dava così fastidio; perché non la volesse tra i loro. Le volte precedenti non era stato così, anzi spesso la creavano di proposito. Quindi cosa era cambiato?
Le stesse reazioni che aveva provato durante la festa si erano presentate di niovo quando il minore era uscito dalla stanza con i capelli bagnati e gli occhi socchiusi di chi era stanco. Si stava grattando lo stomaco mentre si guardava intorno tranquillo, come se non temesse per la sua incolumità. Ed era vero, sapeva che se c'era Bangchan non doveva sentirsi in pericolo. L'australiano a vederlo percepire il suo cuore batteva forte e aveva sentito la necessità di mettersi al sicuro nascondendosi nel bagno, c'era qualcosa che non andava in lui. Quel movimento frettoloso, fece preoccupare il minore che si voltò vedendo come chiuse immediatamente la porta. Non era da Chan. Eppure l'interessato si trovò ad appoggiare il peso sulla porta e chiudere gli occhi, con una mano sul cuore.«Ho qualcosa che non va.» Esclamò, sapendo che non c'era altra spiegazione. Posò l'asciugamano sul lavandino decidendo che doveva uscire, che probabilmente tutti si erano addormentati e anche lui l'avrebbe dovuto fare, «Ho bisogno di dimenticarmi di questa serata.» Quella giornata era stata così intensa. Così spense la luce ed uscì dal bagno, ritrovandosi la camera da letto tutta avvolta dall'oscurità. Sospirò iniziando a testare le pareti per arrivare al letto, per poi lasciarsi cadere con un gemito. Si sentiva così stanco, i piedi gli facevano davvero male e aveva sonno. Così si ritrovò a grattarsi gli occhi e voltarsi sul fianco, assonnato non si accorse che c'era un'altra persona vicino a lui. La quale si era appena svegliata, sentendo quei movimenti, e si ritrovò avvolta dalle braccia di Chan.
«Chan hyung?» Sussurrò Jeongin voltandosi, ma era troppo buio per riconoscere i tratti dell'australiano. Era troppo assonnato per capire bene cosa stesse succedendo, non rendendosi conto che si avvicinò con i fianchi al ventre di Chan, strinse le mani intorno all'avambraccio di lui e poco dopo anche si addormentò di nuovo.
I due ragazzi si stavano stringendo tra di loro, come a volersi proteggere a vicenda.
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Chan si era svegliato in un mare di sudore, pelle sudata sul suo petto nudo e delle braccia esili che lo stringevano mentre il viso dell'australiano era appoggiato tra i capelli di qualcuno. Socchiuse gli occhi testando quel corpo, aveva una maglietta larga che lo avvolgeva ed era un groviglio di sudore, ma anche rilassato. Con gli occhi socchiusi notò che il sole ormai era entrato nella stanza, quindi ormai era mattina e poteva vedere anche chi lo stava abbracciando. Si meravigliò quando vide che era Jeongin, così vicino a lui. Non se lo aspettava, quando era andato a dormire non l'aveva visto sul suo letto e credeva di essere solo. Invece non era così. Il minore si mosse sotto di lui, per poi aprire gli occhi socchiudendo le labbra. I due si stavano guardando negli occhi, pietrificati e con pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. Non sapevano cosa dire, semplicemente Chan sentì come il suo cuore stava iniziando a battere più velocemente. La mano fredda di Jeongin si mosse sulla sua pelle nuda, quasi come se stesse cercando di capire se fosse davvero l'australiano.
«Chan hyung?» Urlò Seungmin fermandosi sulla soglia della porta, guardando quei due ragazzi fermi ad osservarsi. Da lontano Jisung cacciò un urlo, «Si è staccato il rubinetto...» Piagnucolò, il più grande in un movimento veloce e impercettibile lasciò Jeongin con il suo lato destro vuoto. La mano cadde sul materasso, si sentiva vuoto.
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
FanfictionMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...