Un corpo ancora assonnato si stava muovendo sul letto con gli occhi chiusi, dei gemiti soffusi dalle sue labbra, le braccia sopra alla testa; quando il suo cellulare iniziò a squillare, si bloccò aprendo gli occhi di colpo preoccupandosi che forse non aveva scritto a sua madre e che ora lo stava chiamando, facendo arrivare la sua fine. Così tastando il letto arrivò al telefono ed accettò subito la chiamata.
«Pronto?» La sua voce roca sorprese la persona dall'altra parte del ricevitore, la quale non rispose ma si sentì un verso soffocato e sorpreso, «Mamma sei tu?» Chan aveva ancora gli occhi chiusi, ma li socchiuse per vedere il nome sul dispositivo sorprendendosi nel trovare scritto la dicitura di Jeongin, «Jeongin? Perché mi chiami?» La chiamata si concluse lì, l'australiano osservò lo schermo spento e si sorprese nel ridere di quello che era appena successo. Stava per provarlo a richiamare quando ricevette un suo messaggio:
"Scusami, stavo chiamando mia madre ma ho sbagliato a comporre il numero."
Eppure per qualche strano motivo lui non riusciva a crederci, era una scusa troppo usata per essere il vero motivo; ma lasciò correre, anche perché di lì a qualche minuto Hyunjin entrò nella camera. Aveva il fiatone, aveva corso per arrivare lì da lui e nonostante avesse una voce tranquilla il viso era pallido.
«Per caso tu ti ricordi come si può fermare l'acqua?» Chan non sapeva perché stesse fingedo tranquillità, quando era pallido e i vestiti erano bagnati, «Stiamo facendo delle prove per vedere che tutto vada...»
«Non è successo niente?» Domandò mettendo i piedi per terra e guardando il ragazzo, il quale stava scuotendo la testa, «Niente di niente? Nessuna lavatrice scoppiata?»
«Non sono cose che succedono sempre.» Rispose in palese difficoltà.
«Hyunjin!» Urlò scuotendo il suo corpo, «Sei fradicio, è successo per forza un casino.» Il ragazzo si guardò i vestiti e poi il più grande.
«Non so come sia possibile. Jisung è un guaio, non fa altro che casini. Stava aprendo la fontana e si è.staccata.tutta.la.fontana.adesso.non.so.come.abbia.fatto. Non chiedermi come, allagando noi ma stiamo.» Chan avrebbe dovuto sentire l'ansia percorrere il suo corpo, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu ridere; perché quella situazione era così assurda, ma con Han Jisung tutto era possibile, «Non c'è la faccio più.» Piagnucolò Hyunjin mentre Chan usciva dalla stanza per andare nel seminterrato per chiudere l'impianto idraulico, «Preferivo finire in prigione che farmi un'altra vacanza con lui.»
«Certo che non è così.» Non riusciva a scandire bene le parole a causa della risata che il suo amico gli stava provocando.
«Ma come ha fatto?» Gli domandò, l'australiano si voltò confuso, «Sul serio, come ha fatto?»
«Ma io che ne posso sapere, stavo dormendo.» Rise mentre entravano nel seminterrato e si avvicinavano all'impianto idraulico, «Calmati, mi stai trasmettendo tutta la tua ansia.»
«Come faccio a calmarmi quando stiamo allagando la casa di vacanza di sua nonna? Zia? Zio? Non ho neanche capito di chi è sta benedetta casa.» Urlò addosso a Chan che aveva chiuso la chiavetta e ora stava guardando il ragazzo, Hyunjin quando andava nel panico era ancora più rumoroso.
«Non ci stiamo più allagando. Tu hai bisogno di una vacanza lunga tre mesi.» Gli toccò la spalla e iniziò ad uscire spingendo il ragazzo verso l'uscita, «Non è successo nulla, sono cose che possono capitare. Una volta è successo anche a mia zia in Australia, si sistema tutto. Domani andiamo dal ferramenta per sistemare la fontana.»
«Voglio piangere.» Piagnucolò ancora Hyunjin, mentre i due erano usciti dal seminterrato e stavano andando nella cucina per vedere se si era fermato.
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
FanfictionMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...