33장: Chan & Jeongin (prima parte)

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«Prima ti ho scritto per chiederti come stava andando con lo studio.» Disse improvvisamente Jeongin, mentre l'australiano spegneva la sua sigaretta e guardava in direzione del più piccolo; che stava guardando il cielo, aveva il collo esposto.

«Non l'ho proprio preso in mano.» Accese il telefono notando una serie di notifiche, la prima fu quella di Jeongin, «Ho finito di studiare anche l'ultimo capitolo. Tu sei riuscito a studiare?» Non lo stava guardando in faccia, stava leggendo la chat principale del gruppo con i suoi amici che si lamentavano dello studio.

«Non ci sono riuscito, ero distratto.» Chan annuì notando che aveva una notifica di quella Soomin su Instagram, «Tu sei riuscito a concentrarti, quindi?»

«Fortunatamente sì. Tu da cosa eri distratto?» Spense il telefono ignorando la notifica dell'amica di Jeongin, posò il cellulare tra i due corpi, e lo guardò.

Non rispose, era in silenzio mentre studiava il viso di Chan cercando le parole giuste da usare.

«Ti è mai capitato...» Si morse il labbro guardando le gambe dell'australiano.

«Provare attrazione sessuale?» Jeongin sgranò gli occhi facendo ridere il più grande, era una reazione così naturale e pura la sua, «No, scusami.» Girò il capo coprendosi il viso, era stato così stupido a ridere in quel modo e a dire quella frase.

«Aigoo, non era quello che volevo chiederti. Volevo chiederti, se ti eri mai sentito come se con un amico sei giusto di suo interesse perché sei tranquillo e non perché veramente ci tiene a te.» Chan si voltò osservandolo, nonostante sul viso ci fosse un sorriso imbarazzato per quello che l'australiano aveva detto; dagli occhi c'era sofferenza, «Cioè come se...»

«Come se quella persona ti stesse usando, ma alla fine è solo perché sei intelligente e non perché davvero ci tiene a te?» Jeongin annuì mordendosi il labbro inferiore, «Non credo, ma una volta mi è successo che ho avuto un compagno che mi scriveva solo per avere un'aiuto con lo studio ed è stato brutto da vivere. Perché il suo unico interesse era raggiungere i miei voti.»

«Nessun tuo amico ti dà questa sensazione?» Chan scosse il capo, pensando a come i suoi amici gli chiedessero aiuto. Quello era vero, ma ogni volta gli dimostravano che loro ci tenevano di più alla loro amicizia e ne avevano passate così tante insieme che gli sembrava difficile credere che lo stessero usando.

«Chi è questa tua persona?» Jeongin alzò il viso, era da giorni che non lo vedeva con nessuna ferita sul viso e, ora che erano tornate, facevano capire a Chan quanto lui in realtà non voleva vedere quel giovane ragazzo ferirsi. Non sapeva come fosse possibile, ma era quasi impossibile non affezionarsi a lui e ai suoi modi di fare. Era impacciato, spesso andava nel panico e cercava di sistemare la situazione parlando veloce. Il modo in cui a volte pensava tantissimo a come rispondere, alle parole da usare, il modo di rivolgersi e la capacità di farlo stare bene con lui. Quando c'era Jeongin intorno a lui, non si sentiva giudicato. Non sapeva come fosse possibile che una persona che aveva conosciuto da poco, era in grado di farlo sentire così bene.

«Soomin. Quando prima è venuta a casa, mi ha chiesto aiuto con matematica. Non fraintendermi io sono felice di aiutarla. Ma non appena abbiamo finito ha chiamato i suoi per farsi venire a prendere, mi ha un po' lasciato così. Non so neanche spiegarlo. Ho sempre avuto persone che preferiscono che li aiuti con lo studio, invece che parlare, so di non essere così interessante e lo capisco. Però da Soomin, che ci conosciamo così tanto e ci... lascia stare.» Si zittì giocando con le sue dita, guardandole con sguardo deluso.

«Soomin forse non ti merita così tanto. Cioè io non conosco la situazione, ma se tu dici che lei non si è mai interessata a niente della tua vita...» Si bloccò vedendo come stesse per parlare.

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora