35장: una cosa seria (Terza parte)

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I due ragazzi avevano cambiato posizione, si erano alzati dall'erba e si erano seduti sulle altalene. Si muovevano avanti ed indietro, senza parlare, guardando ogni tanto il cellulare e facendosi storie a vicenda. Jeongin gli aveva fatto una storia mentre stava andando in avanti con l'altalena, mentre Chan aveva colto il minore mentre si sedeva su di essa. Anche prima si erano fatte altre foto e avevano condiviso il momento nel social, neanche lui sapeva il perché ma voleva condividere che il ragazzo stava con lui. Forse era per conservare dei momenti anche nel suo archivio o semplicemente perché era felice di stare con lui. Chan tendeva a fare le storie, mentre era meno propenso con i post ma quando capitava che li faceva; non era mai solo.

«Sabato hai il test d'ingresso, giusto?» Chiese improvvisamente il biondo, Chan alzò la sua testa riccia dalle sue scarpe per guardarlo.

«Sabato ho il test d'ingresso.» Confermò osservando come il ragazzo ora si stava torturando il labbro inferiore, poteva vederlo ragionare.

«Dove lo fai?» Domandò tornando a guardarlo negli occhi, Chan pensò che fosse semplicemente curioso di sapere in che università sarebbe andato.

«Seuldae¹.» Il minore spalancò gli occhi incredulo, l'australiano rise abbassando la testa.

«Starai da solo?» Il ragazzo scosse la testa, «Chi altro?»

«Hyunjin e un rappresentante d'istituto. Ma abbiamo orari diversi.» Jeongin annuì inumidendo le labbra, «Io sto verso l'orario di pranzo, mentre Hyunjin di prima mattina e questo rappresentante verrà il pomeriggio inoltrato.»

«Quindi sarai da solo al ritorno.» Chan annuì, vedendo poi come Jeongin ingoiò la propria saliva, «Posso venirti a prendere?»

«C-come scusa?» Domandò incredulo con la saliva che gli era andata di traverso.

«Stavo pensando che forse ti avrebbe fatto piacere vedere una faccia familiare una volta uscito, magari con cui parlare di come... lascia stare. È una pessima idea.» Si voltò scuotendo il capo e coprendosi il viso dall'imbarazzo, mentre Chan si avvicinava con l'altalena verso di lui.

«Mi farebbe piacere se venissi.» Gli abbassò le mani e i due si ritrovarono a guardarsi negli occhi, «Ero sorpreso, non è una pessima idea. Sarei felice se ti vedessi fuori all'università.»

«Dici sul serio?» Il ragazzo lo stava guardando con due grandi occhioni, quasi incredulo della risposta.

«Serissimo. Quando sono in dipartimento, ti mando la posizione così che puoi sapere pure dove esco.» Chan strinse la mano a Jeongin, il quale abbassò il capo per guardarla e sorrise. L'australiano sentiva il cuore battere forte, tutte quelle emozioni che Jeongin era in grado di fargli provare e che lui stesso non riusciva a spiegarsi.

«Grazie.» Chan ritornò al posto in un movimento fluido, facendo ridere il minore, «Non ti ho mai chiesto, ma cosa vorrai fare all'università?»

«Relazioni internazionali.» Vedere di nuovo la sorpresa sul viso di Jeongin, fece ridere l'australiano, «Sei adorabile, sul serio.»

«Tu farai relazioni internazionali.» Rispose gesticolando, Chan annuì ridendo, «Una cosa seria.»

«A quanto si dice.» Rispose divertito mentre il minore iniziava a muovere l'altalena, «Tu invece, hai già idea di cosa vuoi fare?»

«Servizio sociale, voglio essere un assistente sociale.» L'australiano fischiò anche lui sorpreso, non sapeva perché ma era sorpreso di quella sua scelta, «Cosa?»

«Una cosa seria.» Jeongin rise realizzando che aveva detto la sua stessa frase, «Sono certo che sarai un ottimo assistente sociale.»

«Adesso è ancora presto, mi ci vuole tempo prima che inizi la mia carriera universitaria.» L'australiano annuì guardando il minore, «Guarda, c'è un gattino.» Si era distratto, alzandosi nell'immediato dall'altalena ed avvicinandosi al gatto arancione per accarezzarlo.

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora