36장: incanto (Quarta parte)

122 15 41
                                    

Gli occhi di Chan si aprirono sentendo un braccio sul suo viso, le sue gambe erano intrecciate in quelle di qualcun altro. Le sue palpebre si chiusero di nuovo, ritrovandosi a sbadigliare e le lacrime scesero dai suoi occhi. Il braccio si mosse verso i suoi capelli. L'australiano era talmente stordito da non capire chi stesse al suo fianco, non riusciva ancora a ricordare con chi fosse finito a letto la sera precedente. Finché non si ricordò che lui e Jeongin erano stati trascinati a casa Han, dormendo insieme. Allungò le mani, si avvolsero intorno ai fianchi di lui e lo trascinò a sé. Voleva abbracciarlo, tenerlo il più possibile vicino a sé, sentire il suo odore. Così finì per stringerlo così tanto a sé, da sentire il suo calore sopra la maglietta. Il minore si girò sotto alla sua presa, finendo per appoggiare la testa sul suo petto e le mani intorno alle spalle di lui. L'australiano perse un battito cardiaco mordendosi il labbro inferiore. Gli piaceva stare lì con lui, ma provava a che un moto di disagio per quello che stava provando. Forse Hannah aveva ragione, a lui piaceva una persona e quella persona era Jeongin. Se non era che stava iniziando a provare qualcosa per lui, non era in grado di spiegare le sue emozioni e sensazioni ogni volta che quel giovane ragazzo gli girava intorno.

«Chan hyung?» La gamba di Jeongin sfiorò il cavallo dei pantaloni del pigiama, il ragazzo si morse il labbro cercando di trattenere un gemito nonostante il minore non si fosse accorto cosa stava toccando.

Un gemito profondo e roco uscì dalle labbra dell'australiano, sorprendendo entrambi che aprirono gli occhi guardandosi. Chan aveva il viso tutto rosso, mentre Jeongin abbassava la testa guardando dove stava la sua gamba.

«Aigoo, scusami tantissimo.» La gamba tornò sul letto e guardò il più grande scuotere il capo, non era sua intenzione, «Stai bene?»

«Sto bene, tranquillo. Tu perché mi hai chiamato?» Il ragazzo si strinse intorno alla vita di Chan mentre si grattava l'orecchio, «Tutto okay?»

«Sì, solo... non ricordo.» Affondò la testa nel collo del più grande, che finì per mordersi il labbro guardando il soffitto. Jeongin gli faceva provare davvero tante emozioni, «Scusa... di mattina... non connetto bene.» Disse lentamente con voce affannata, quasi come se stesse cercando di fare uscire la voce.

«Non è un problema.» Il vero problema era come quel respiro e naso lo stavano suscitando emozioni nuove, sentiva che qualcosa si stava risvegliando ancora più di prima.

Così i due ragazzi restarono distesi sul letto, abbracciati. Chan sentiva il respiro di Jeongin sfiorargli il collo, da che era fastidioso ora era piacevole. L'australiano iniziò ad accarezzargli i capelli, chiedendosi se era così che i fidanzati si sentivano quando trovavano la propria metà abbracciata a loro sul letto. Sentiva un moto di pace, si sentiva a suo agio nell'accarezzare quei morbidi capelli. Sarebbe stato interessante, se il minore avesse alzato la testa per ricevere un bacio sulle sue labbra morbide. Chan le voleva così tanto provare, ma voleva anche conoscere di più quel ragazzo.

Scosse leggermente il capo continuando ad accarezzare quei capelli, non sapeva perché si stavano presentando tutti quei pensieri. Non doveva pensare a lui in quel modo, Chan voleva solo conoscere Jeongin e magari baciarlo. Accarezzare le sue morbide labbra con le proprie, stringere quei fianchi a sé mentre i due si scambiavano piccoli baci, sentire le mani fredde di lui sul proprio collo.

Si bloccò di nuovo, aveva pensato sul serio che voleva baciarlo. Lui che non aveva mai pensato una cosa del genere su nessun altro, non aveva mai dato il suo primo bacio, ma che ora voleva provare le labbra di lui. Desiderava conoscerlo in tutte le sue sfumature, sfaccettature senza preoccuparsi di quello che poteva nasconderlo. Voleva che fosse qualcosa di più di un semplice amico.

«Non voglio andare a scuola, non mi va di stare in quel posto.» La voce del minore prese alla sprovvista Chan, non si aspettava avesse iniziato a parlare. Le sue labbra gli sfioravano il collo, «Vorrei stare per sempre in questo mondo illusorio di felicità.»

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora