37장: riflessioni

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«Ma questo è...» Han Jisung alzò il telefono di Chan, pronto ad accendere il telefono, interrompendo il silenzio intorno a quella tavola, nell'intera biblioteca. Il ragazzo aveva capito cosa volesse chiedere, quindi afferrò immediatamente il telefono del ragazzo dai capelli blu e la mano finì sulla bocca di lui. I due si stavano guardando negli occhi, mentre Seungmin alzava la testa dal suo libro divertito.

«Tu ti devi stare zitto.» Sussurrò, il naso sfiorava la sua mano e gli occhi erano vicini.

«Ya, c'è lo stavamo chiedendo tutti...» Rise Hyunjin puntando la matita contro l'australiano.

«No, non è chiunque voi pensate.» Rispose in fretta con il viso rosso, i suoi amici sapevano che stava mentendo, «Dovete stare zitti.»

«Non è nessuno che voi pensate. Ci ha detto.» Sbuffò Changbin per prenderlo in giro. Jeongin si voltò con una macchia di penna sul naso e sul braccio, mentre Leeknow e Yongbok posavano le penne sapendo che era impossibile concentrarsi con quel fracasso, «Non abbiamo neanche detto il nome. Mica è...»

«Ya, ho detto che dovete starvi zitti.» Girò lo schermo del telefono verso il basso, «Non è nessuno.»

«Va bene, nessuno è...» Chan lanciò il pacco di fazzoletti verso Seungmin, «Ya...»

«Basta, riprendete a studiare.» Fece cadere la mano dalla bocca di Jisung e riprese a studiare, sotto lo sguardo divertito dei suoi amici e preoccupato di Jeongin.

Il cuore di Chan batteva forte, stavano per esporre un po' troppo il ragazzo. Anche se lui sapeva che era stata una cattiva idea, aveva cambiato la schermata del blocco schermo con la foto che aveva fatto a Jeongin la sera prima. Lui che accarezzava i gatti, gli era talmente piaciuta che aveva sentito la necessità di cambiarla.

«Cosa ha che non va?» Gli domandò il minore avvicinandosi a lui, sentiva il fiato caldo sul suo collo. Le dita si strinsero intorno alla penna, si sarebbe voluto voltare per baciarlo. Il cuore gli batteva forte.

«Niente, lascia perdere. Esagerano a volte.» Sospirò senza voltarsi e guardando davanti, sul suo quaderno. I suoi amici guardavano quella scena, tra i due ragazzi c'era tensione.

«Ti volevo dire una cosa.» Il minore si inumidì le labbra, «Ho messo come blocco schermo questa foto.» Gli mostrò il telefono, era il gattino di ieri che stava giocando con una mano e si vedeva il sorriso di Chan dall'alto, «Ci sei anche tu, se vuoi la tolgo.»

«Perché l'hai messa?» L'interessato finalmente si era girato, si stavano guardando negli occhi, così vicini.

«Prima avevo la foto di un gatto che giocava con le mie scarpe. Avere foto di gatti mi fa sentire bene.» Chan abbassò lo sguardo studiandola, doveva ammettere che non gli dispiaceva l'idea che c'era un po' anche lui nella foto, «Scusa, sono stato stupido. La tolgo.» L'australiano toccò il dorso della mano di Jeongin, i due si guardarono negli occhi.

«È una bellissima foto, può restare.» Sorrise sentendo l'alito caldo di lui sul suo mento, «Non mi si riconosce neanche.»

«Grazie.» Si sistemò di nuovo sulla sedia, guardando il suo quaderno, «Leeknow hyung?» Esclamò con un lamento, il ragazzo spostò lo sguardo da Chan al più piccolo, «Mi puoi aiutare?»

«Non sono così bravo in matematica...» Si scusò indicando il quaderno pieno di numeri, «Anzi, potrei dire di essere pessimo.»

«Non guardare me, l'unica materia in cui vado bene è inglese.» Alzò le mani Yongbok, facendo ridere Hyunjin che però aveva anche abbassato la testa cercando di non farsi beccare con lo sguardo.

«Neanche un poco in matematica?» Gli chiese il minore guardando con i suoi occhioni, «Poco poco, non ho capito questa cosa.»

«Mi spiace...» Yongbok era estremamente dispiaciuto, Jeongin appoggiò la testa sul banco sospirando, «Scusa.»

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora