66장: sentirsi vivo (prima parte)

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Un braccio venoso era appoggiato intorno alla vita sottile di un ragazzo addormentato, la mano accarezzava la colonna vertebrale sporgente in silenzio. Il viso appoggiato sul cuscino, gli occhi socchiusi e stanchi osservavano il giovane ragazzo. La stanza di Chan e Han era completamente buia, silenziosa e l'unica cosa che l'australiano riusciva a sentire era il loro respiro, il busto di Jeongin che si alzava ed abbassava lentamente. Finalmente stava riposando, in posizione fetale con le braccia che cercavano di ridurre la distanza tra i due. Il ragazzo si stava addormentando osservando quei lineamenti nell'oscurità, i suoi occhi si stavano chiudendo da soli. Percepiva le palpebre così pesanti che non riusciva a controllare. Voleva restare vigile, ma con a fianco Jeongin, le sue barriere difensive cadevano sempre.
Quando anche il corpo si rilassò, la porta della stanza si spalancò, contemporaneamente ad un tuono. Il più grande aprì gli occhi con estrema lentezza, si stava per addormentare dopo tantissimo tempo e percepiva le palpebre così pesanti. Sulla soglia della porta trovò la sagoma di Leeknow, con il fiatone di chi era spaventato per l'incolumità della persona che stava cercando. L'australiano fece segno con la mano di uscire, non voleva svegliare il più piccolo che finalmente era riuscito ad addormentarsi. Leeknow fece dei passi in avanti, ma il più grande appoggio il dito sul labbro, indicò il minore e poi gli fece di nuovo segno di andarsene. Il ragazzo era titubante, come se non volesse lasciare il suo amico da solo con lui.

«Ti prego. Finalmente sta dormendo un po'.» Sussurrò dolente, Leeknow osservò quel quadretto. Jeongin si stava muovendo, Chan abbassò la testa terrorizzato. Se ci fosse stata una luce sul viso dell'australiano, Leeknow avrebbe potuto osservare la preoccupazione, la dolcezza che il suo viso mostrava e l'amore che aveva nei suoi occhi. Per quanto potessero mentire, i loro occhi parlavano e due amici non si guardavano in quel modo intenso.

«C-cosa succese?» Domandò con la voce impastata dal sonno, afferrando la mano dell'australiano. Gli mancò il respiro, quel toccò caldo e inaspettato.

«Niente, torna a dormire.» Gli accarezzò la testa, mentre il minore si avvicinava al corpo dell'interlocutore abbracciandolo. Leeknow decise di lasciar stare, ritornando sui suoi passi e chiudendo con calma la porta.

«Ti voglio bene, Chan.» Sussurrò stringendosi ancora di più al corpo del nominato, il quale sentiva il cuore battere forte a quelle parole calde. Eppure non ricevettero risposta, troppo sforzo per la sua bocca ed era troppo stanco.

Io ti amo.

Pensò mentre gli stava accarezzando la testa di Jeongin, che era vicino a lui di nuovo addormentato. Percepiva il suo respiro vicino a sé, così caldo e calmo.

Era contento che dopo un lungo periodo di lotta, era riuscito a dormire senza sforzo; anche se forse era a causa delle lacrime che aveva versato e gli avevano portato alla stanchezza estrema. Chan si chinò per baciare quella testa, mentre le sue palpebre pesanti si stavano chiudendo da soli.

Da lì a poco, con ancora il viso vicino ai capelli di Jeongin, si addormentò anche l'australiano.

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«Chan hyung...» Sussurrò la voce roca e profonda di Jeongin, il nominato mugolo stringendo di più il corpo del giovane a sé. Non voleva lasciarlo andare, «Chan hyung, devo fare la pipì.»

«È così urgente?» La voce era impastata e così profonda che Jeongin si ritrovò senza parole, sembrava provenire da una grotta nascosta nel suo corpo.

«Tanto.» Chan lo lasciò andare mettendosi a pancia in sù, le braccia distese lungo il materasso. Il minore scese goffamente dal letto e i suoi piedi si muovevano in piccoli passi goffi, riusciva ad immaginare perfettamente il modo in cui camminava. I piedi che si muovevano veloci, con piccoli saltelli. Entrò nel bagno, ma non chiuse mai la porta, e sentì il rumore nel momento in cui urinò.

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora