14장: beneplacito

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Gli occhi di Chan si aprirono quando sentì qualcuno bussare alla finestra di casa sua, la testa era appoggiata su una poltrona della sua camera e questo lo confondeva. Non si ricordava che nella sua stanza da letto ci fosse quel tipo di poltrona, così aprì gli occhi notando una figura nera che si muoveva per avvicinarsi alla finestra. Era troppo buio per distinguere i lineamenti della sagoma scura. Esternamente mostrava calma, ma il cuore dentro di sé batteva forte e aveva paura che stesse per succedere qualcosa di orrendo. La finestra si aprì e una voce sussurrò: «Fai piano, Bangchan sta dormendo.» Era Hyunjin che aveva parlato, ma la persona a cui si era rivolto cadde sul pavimento con creando fracasso e Hyunjin si trovò a ridere sedendosi sulle sue gambe, coprendosi il viso, «Menomale che ti ho chiesto di fare piano...»

«Ma tu che metti a fare una stampante sotto alla finestra?» Chan sentì Jisung lamentarsi, questo iniziò a fare ridurre i suoi battiti.

«Perché non sapevo che il mio migliore amico ha una passione per entrare nella casa delle persone, come un ladro.» Le ultime tre parole le disse con enfasi, Han sbuffò, «Tu non sei normale.»

«La prossima volta spostala così non faccio casini.» Chan ormai stava guardando i due ragazzi litigare sussurrando.

«Ma tu sei scemo.» Hyunjin si alzò voltandosi verso l'amico australiano, «Mio dio...» Urlò saltando all'indietro, «Da quant'è che sei sveglio?»

«Da quando ha bussato alla finestra?» Si grattò il capo alzandosi, «Ho sentito tutta la discussione.»

«Non stavamo litigando.» Jisung si avvicinò a Chan, il quale ormai si era alzato, «Ero venuto qui per studiare con voi.»

«Peccato che abbiamo finito da un'ora e Chan hyung stava per andarsene.» Il più grande annuì grattandosi il capo, era vero doveva tornare a casa per riprendere a studiare per il test d'ammissione.

«Per piacere, ho bisogno di voi. Sono in crisi con matematica e chimica.» Afferrò il braccio di Chan e poi quello di Hyunjin, il quale lo guardò annoiato, «Vi rubo solo un'ora della vostra vita.»

«Han devo studiare diritto, sono in ritardo con il programma...» Hyunjin si liberò mostrando i libri e fogli sparsi sul letto.

«Andiamo...» Disse quasi con le lacrime agli occhi, ma Hyunjin scosse il capo andando a sedersi sul letto.

«Ti aiuto io, andiamo al parco. Così siamo tranquilli dietro casa e studiamo in pace.» Chan toccò i capelli di Jisung, il quale si illuminò iniziando a saltare sul posto e con il braccio urlando, «Jisung-ah piano. Hyunjin-ah noi andiamo, se ci cerchi chiama sul telefono di Han.»

«Teoricamente posso scendere e venire da voi, siete letteralmente a mezzo metro da casa mia.» Hyunjin non alzò la testa dal suo libro, gli rispose continuando a scrivere qualcosa, «Buon studio.»

«Anche a te.» Disse il minore stringendo il braccio del suo migliore amico entusiasta, «Non ti tolgo troppo tempo, vero?»

«No, no. Stai tranquillo, non devo fare nulla di importante.» Aveva mentito, ma non voleva farlo sentire in colpa. Anche Chan doveva studiare, ma preferiva aiutare Jisung che era più in difficoltà con quei argomenti. Sfortunatamente non aveva avuto buoni insegnamenti di quelle materie e quei tre anni gli avevano portato più problemi, ma ce la stava mettendo tutta e con un po' di difficoltà ci stava riuscendo.

«Sei sicuro? Mi sento così stupido nel non riuscire a farlo da solo e chiedere sempre l'aiuto.» Si stavano inchinando per salutare il padre di Hyunjin, il quale era un medico e a quanto il ragazzo gli aveva detto aveva il turno di notte quindi si stava preparando.

«Buon lavoro, signor Hwang.» Chan afferrò il braccio di Jisung e lo tirò fino a quando non furono fuori dalla casa, «Non ti preoccupare, siamo tuoi amici. Gli amici si aiutano sempre, sai?»

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora