38장: lambire

166 16 75
                                    

Jeongin rischiò di scivolare ma fortunatamente Chan si voltò nel momento giusto, avvolgendo le braccia intorno alla sua vita e tirandolo verso di lui. Gli occhi del minore erano chiusi, serrati pronto all'impatto con l'asfalto, ma le sue braccia urtarono qualcosa di morbido. Quando aprì gli occhi, si ritrovò a guardare l'australiano con i capelli bagnati sulla fronte e gli occhi puntati su di lui, serio. Sentiva il suo braccio possente intorno alla sua vita, percepiva la pressione che stava esercitando con le dita. Il loro cuore iniziò a battere forte, Chan se lo sentiva in gola e gli faceva male lo stomaco. I loro respiri sembravano quasi sincronizzati. Quella vicinanza gli stava dando alla testa. Il suo cuore era in tachicardia. Gli occhi di Jeongin si abbassarono verso le sue labbra, l'australiano fece altrettanto vedendo come si era inumidito le labbra e come ora erano socchiuse. Sembravano così morbide e i loro visi erano così vicini, le voleva così tanto baciare. Il suo cuore prese a battere forte, mentre pian piano i loro visi iniziarono ad avvicinarsi. Gli occhi socchiusi, il cervello era come andato in standby. Sentiva la pioggia su di loro, ma Jeongin era coperto dal capo più alto dell'australiano ed entrambi si stavano avvicinando l'un all'altro.
I loro nasi si sfiorarono, quel contatto lo fece rabbrividire e socchiudere gli occhi. Anche in quella vicinanza era stupendo, il suo fiato caldo sulle sue labbra, mentre il cuore sembrava che stesse uscendo dalla gabbia toracica. Lo guardava e più non credeva, erano vicini. I loro nasi si stavano sfiorando. La testa di Jeongin andò su con gli occhi chiusi, il naso di lui che saliva e poi scendeva contro quello di Chan. Era inibito. Stava trattenendo il respiro, mentre studiava la sua espressione.

Cosa avrebbe dovuto fare? Avvicinarsi il più veloce possibile per baciarlo prima?

Senti le labbra di Jeongin sfiorare le sue.

«Ci prenderemo un malanno se restiamo sotto alla pioggia.» Le parole lasciarono le labbra di Chan senza il suo consenso, Jeongin indietreggiò con la testa guardando negli occhi il più grande. Jeongin sembrò deluso dalla fatto che avesse detto quelle parole, mentre Chan stava cercando di restare impassibile mentre si odiava, «Dobbiamo sbrigarci.» Il suo cuore stava continuando a battere forte, era certo che anche le sue gote erano rosse come quelle di Jeongin.

«Scusa, è stata colpa mia. Stavo scivolando.» L'australiano lasciò la presa dalla vita del minore, il quale barcollò come se avesse perso un arco portante.

«Non devi scusarti, andiamo?» Proprio in quel momento Leeknow si fermò davanti ai due ragazzi.

«Qualcuno si è fatto male?» Guardò prima Chan e poi Jeongin, tra di loro si percepiva la tensione. Si guardavano, ma si evitavano anche.

«No, mi sono solo ricordato di dover passare dal panettiere. Accompagni tu Jeongin a casa?» Aveva trovato una scusa lì su due piedi, non era credibile, ma non sapeva cosa sarebbe successo se i due avrebbero continuato ad essere così vicini.

«Nessun problema.» L'australiano lasciò la presa di Jeongin, iniziando a correre nella direzione opposta. Jeongin lo stava guardando, non sapendo cosa dire o fare.

«Innie-ya?» La mano del ragazzo si appoggiò sulla spalla, «Resti a casa mia? Hai detto che tua madre non vuole...»

«Te ne sarei grato.» Così i due ragazzi iniziarono a camminare sotto alla pioggia, sotto l'ombrello.

«Cosa stava per succedere prima tra voi due?» Chiese Leeknow, proprio nel momento in cui, più avanti, Chan incontrò Hyunjin che gli chiese: «È successo qualcosa con Jeongin?»

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora