17장: vacanza?

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Per la prima volta Bangchan aprì gli occhi dopo che le lancette dell'orologio avevano superato le undici, quella era la prima mattina in cui quel giovane ragazzo era riuscito a svegliarsi più tardi nonostante avesse faticato e aveva passato la serata a studiare fino a quando non si svegliò con le quattro ormai passate sui libri; alla decise di trascinarsi sul letto e i suoi occhi si chiusero nell'immediato. Non ricordò altro, solo il cuscino fresco sul suo viso e poi niente. Vuoto. La sua famiglia non lo svegliò, era la prima volta che avevano visto dormire quel ragazzo così tanto e poiché c'era un vacanza che partiva dal giovedì e richiedeva il ritorno dei ragazzi il lunedì della settimana seguente; pensarono che non gli avrebbe fatto male. Chan aveva passato tutto il giovedì a studiare intensamente, dimenticandosi quasi di mangiare. Se non fosse stato per la sua famiglia che gli portava qualcosa ogni tanto in camera. Quel venerdì mattina, invece, Chan si ritrovò ad aprire gli occhi perché qualcuno stava bussando alla porta di camera sua. Confuso guardò l'orario e si sorprese nel vedere il numero undici sulla sveglia, così grattandosi gli occhi si mise seduto sul letto respirando a bocca aperta. Stranamente si sentiva ancora stanco, avrebbe voluto dormire molto di più.

«É aperto!» Sospirò lasciandosi cadere sul letto, voleva ancora dormire.

«Andiamo per il fine settimana al mare.» Urlò Jisung entrando nella stanza e lanciandosi sul letto di Chan, il quale si ritrovò il ragazzo con il viso schiacciato al suo petto nudo, «Tu stai ancora dormendo?»

«Al mare? Vi siete ubriacati?» Chiese afferrando il viso del giovane e osservando i suoi occhi, «Mamma non mi farà mai venire.»

«L'abbiamo convinta noi, ci abbiamo messo una settimana ma ci siamo riusciti.» Spiegò Jisung con le guance schiacciate dalla mano dell'australiano, «Le abbiamo detto che hai bisogno di una pausa o impazzirai.»

«Non hanno fatto tutto da soli. Ho aiutato pure io.» Hannah si era presentata dietro a Changbin con una mano alzata e un sorriso vittorioso.

«Sul serio? Sei preoccupata per me?» Jisung era sceso dal petto dell'australiano, il quale si era messo seduto con un sorriso divertito. Hannah roteò gli occhi al cielo sbuffando.

«Aish, ho detto che ho dato una mano. Non ho detto che sono preoccupata per te. Sono due cose diverse.» Congiunse le braccia sotto al seno guardando il fratello maggiore, «Mi voglio liberare di te questo fine settimana, che è una cosa completamente diversa. Non ti voglio tra i piedi.»

«Che carina che ti preoccupi per me.» Hannah uscì di scena imprecando ad alta voce, Chan si ritrovò a ridere distendendosi sul letto, «Quanto pensate che sia sicuro andare in una casa noi quattro con Jisung?» Lanciò uno sguardo all'interessato che stava iniziando a giocare con un filo del letto.

«Se lo teniamo legato al letto e lontano da qualsiasi cosa che possa fare saltare, allargare la casa, sono certo che sopravvivremo.» Seungmin era entrato nella stanza e stava iniziando a cacciare degli indumenti per metterli nella valigia.

«Mia madre ha davvero acconsentito con Jisung nel gruppo?» Hyunjin scoppiò a ridere a quella domanda, mentre il ragazzo dai capelli castani cadde dal letto, «Stai bene?»

«Aigoo, mi fa male la faccia.» Jisung si girò con le gambe e la pancia in aria coprendosi il viso.

«Davvero mamma ha acconsentito? Ha presente lo stesso Han Jisung che conosciamo noi?» Chiese di nuovo incredulo mettendosi seduto. Non ci voleva credere perché sua madre conosceva Han, consapevole di quello che era in grado di combinare, ma anche perché non gli aveva mai permesso di fare nulla da solo.

«Aish, ma la smetti di chiederlo? Se stiamo qui, significa che stiamo dicendo sul serio. Cambiati e andiamo che tra quindici minuti abbiamo il bus.» Jisung si mise in piedi toccandosi ancora il naso, sembrava impaziente, «Se perdiamo il bus, ti faccio diventare io un autobus.»

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora