Un capo riccio e biondo era appoggiato al muro, mentre i suoi occhi erano chiusi e tra le dita c'era una sigaretta accesa. Il cielo sopra di lui era ancora chiaro, nonostante fossero quasi le diciassette. Stava cercando di rilassarsi, ma tutto quel tempo passato a scuola con i suoi amici l'aveva reso molto agitato. La sigaretta tra le sue dita si stava consumando, mentre lui semplicemente aveva fatto due tiri. Il fatto era che la mente di Bangchan non riusciva a non pensare, si sentiva sopraffatto da tutti quei pensieri e sinceramente era stancante; non era la prima volta che la sua mente non si fermava nel pensare, ma quella volta era diverso. Era preoccupato per i suoi amici, per quello che sarebbe potuto succedere e la frase che il suo maestro delle elementari gli aveva detto, ritornò: "Un giorno finirai in prigione, piccolo sconsiderato, ed io riderò perché ho visto prima di tutti il te il criminale che sei." Quelle parole gli avevano sempre fatto uno strano effetto, forse perché le aveva rivolte ad un bambino di nove anni che era solo pieno di energie e che a volte aveva difficoltà nel gestire le sue emozioni. Esistevano così tanti bambini simili a Chan, nel mondo; eppure lui sembrava essere il peggiore di tutti. Era come se non fosse abbastanza, se non faceva bene. Era stata una frase che aveva segnato quel piccolo Chan e che continuava a segnare la sua vita, come in quel momento. Tutto quello che faceva, cercava di fare tutto bene per quella frase e tante altre che gli erano state rivolte fin da piccolo.
«Posso prendere un tiro?» Hyunjin parlò indicando la sigaretta quasi consumata, Chan aprì gli occhi su di lui seguendo poi la sua mano, «Posso?» Chan preparò le dita per fargli fare un tiro, non voleva che le sue mani odorassero di tabacco. Le sue labbra morbide sfiorarono il polpastrello del suo amico, tirando e poi allontanandosi. Si ritrovò a tossire e Chan rise, ogni volta che faceva un tiro reagiva così, «Grazie.» Il più grande la spense mentre gli altri suoi amici li raggiungevano.
«Il professore ha detto che non ho talento per il calcio.» Si lamentò Jisung lasciandosi cadere per terra, «Il calcio è uno sport. Io ho talento per lo sport.» Chan guardò il suo amico senza emettere alcun suono, «Vero?»
«Ti piace lo sport. Piacere ed avere talento sono due cose completamente diverse.» Il giovane mise il broncio facendo ridere Chan, «Aish, non guardarmi così. Sai che sei più appassionato della palestra che dello sport in generale.»
«Odio il tuo essere saccente.» Bangchan lo spintonò giocosamente, fino a quando non si presentò davanti a loro Yongbok con le sue lentiggini ed occhi terrorizzati. Aveva tra le mani un giornale e stava visibilmente tremando, da poco lontano c'erano anche gli altri due.
«Yongbok-ssi, perché ci hai chiamati?» Chiese Leeknow mentre Jeongin cercava di stargli dietro. Eppure lui sembrava sul punto di cadere tra le sue stesse gambe, come se si fossero addormentate.
«É successo qualcosa?» Jeongin scandiva con calma le parole, attento a quello che stava pronunciando.
«Il giornale parla di noi.» Piagnucolò lasciandolo cadere, Hyunjin lo afferrò leggendo il titolo della prima pagina «La tragica scomparsa di Do Kyungsoo: scappato o ucciso?» Il gruppo si strinse intorno a Hyunjin leggendo il contenuto dell'articolo, che era alquanto lungo.
Jisung fece per girare la pagina, ma le dita lunghe e fredde di Jeongin fermarono quella mano mentre le sue labbra si muovevano in silenzio con la fronte corrucciata. Si fermarono a guardarlo, leggeva il testo seguendo il segno con il dito. A volte si soffermava su una parola, altre volte ritornava sulla stessa frase. Sembrava frustrato mentre leggeva quell'articolo, ma Chan pensò che fosse a causa del suo contenuto.
«Posso girare?» Chiese Han Jisung incontrando gli occhi di lui, il quale annuì grattandosi il capo in imbarazzo notando che tutti lo stavano guardando. Poi lui si voltò, pensando che nessuno lo stesse vedendo; eppure Chan lo stava osservando e vide che le sue labbra ripetevano delle parole, cercando di capirne il senso.
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
Fiksi PenggemarMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...