La camicia bianca sporca di terriccio e sangue era stata lasciata per terra nel bagno della camera di Bangchan, così come il pantalone che aveva indossato quella sera. Nonostante si fosse lavato le mani, il viso, le braccia al parco e si fosse arrampicato sul tetto della sua camera per non passare di fronte alla sua famiglia; nonostante fossero le tre passate, il ragazzo sentiva che aveva bisogno di farsi una doccia e sciacquarsi di dosso quello che era successo; senza chiudere i suoi occhi, per evitare che le scene di qualche ora prima ritornassero vivide nella sua mente. Anche se non riusciva a levarsi da davanti agli occhi quello che era successo.
Si passò la mano sul viso, mentre il getto d'acqua era puntato sul suo corpo scivolando verso il basso come a liberarsi dai pensieri negativi e della tensione. Chan sospirò appoggiando la mano sul muro, sorreggendo il suo peso dal suo braccio muscoloso; non poteva credere che il suo amico avesse mostrato una pistola al gruppo, convinto che fosse un giocattolo. Perché lui non sapeva che si doveva ricaricare. Eppure quella non poteva essere neanche una giusta motivazione per scendere di casa propria con un'arma; un'arma che aveva colpito un corpo. Non poteva credere a quello che la sua mente aveva visto, per il ragazzo biondo era così assurdo che successivamente aveva pensato fosse tutta un'immaginazione della sua mente oppure un sogno lucido. Perché in un altro modo non riusciva a spiegarlo, però i vestiti sporchi gli ricordavano che non era finzione. Lui cercava di dimenticare, ma la sua mente e la realtà non facevano altro che presentargli di nuovo alla sua memoria l'accaduto, il sangue, le lacrime, il terriccio, l'odore pungente che aveva percepito, il frastuono che i ragazzi avevano creato. Era qualcosa di difficile la togliere dalla mente, soprattutto quando erano passate giusto un paio di ore dall'accaduto.«Aish, Han! Potevi essere meno simpatico e più intelligente?» Chiuse il getto dell'acqua calda passando la mano fra i capelli bagnati e gli occhi chiusi. Scosse il capo uscendo dalla doccia, avvolgendo il suo corpo con l'accappatoio bianco e decise che quei vestiti li avrebbe nascosti; doveva dargli fuoco, erano delle prove per quell'omicidio, «Aish, non posso crederci.» Sospirò frustrato infilando gli abiti nel suo zaino, prendendo poi un pacco di sigarette e l'accendino. Il ragazzo si avvicinò alla finestra della sua camera; la spalancò e con un po' di difficoltà si arrampicò uscendo fuori e accomodandosi sulla tettoia. Aveva bisogno di guardare la luna e le stelle, erano l'unica cosa che lo calmava.
I suoi occhi si posarono su quella lunga galassia, mentre un leggero venticello gli sfiorava il viso e i capelli bagnati; non aveva la forza di asciugarli per bene, quindi aveva deciso che almeno per quella volta avrebbe fatto così. Anche perché non era inverno, in realtà si stava avvicinando la primavera e le giornate si stavano sistemando. Chiuse per alcuni secondi gli occhi, mentre le sue mani aprirono il pacchetto di sigarette estraendone una per poi postarla sulle sue labbra; abbassò il capo avvicinando la mano alla bocca e accendendo l'accendino per avviare la sua sigaretta. Fece un tiro e quando fu certo che era accesa, la posò tra le sue dita stringendo le gambe al petto ed abbracciando con le sue braccia. Aveva bisogno di calmare i nervi e sapeva che per lui quello era l'unico modo per farlo.
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Dei piedi stavano scendendo le scale di casa Bang, che era avvolta da un silenzio oscuro, mentre il ragazzo aveva intenzione di andare nella cucina. Si era lavato di nuovo, per levarsi l'odore di fumo dal corpo e ora stava andando nella cucina per la colazione. Da lì a poco, avrebbe bussato Hyunjin per andare a prendere gli altri ragazzi. Doveva mettere qualcosa nello stomaco, che sentiva ancora molto scombussolato per l'alcol della sera prima.
«Ti sei svegliato prima.» Sua madre gli sorrise, Chan ricambiò con fatica quel sorriso accomodandosi sulla sedia, «Hannah deve ancora scendere. Mentre tu sei già preparato.»
«Mi ha svegliato Hyunjin.» Mentì mentre versava il latte nella sua tazza, «Come ti sono sembrati i genitori Lee, Yang e Lee?» Alzò lo sguardo su sua madre, che in quel momento gli posò il piatto con due pancake, miele e tanta frutta.
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
FanfictionMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...