10 agosto 2016, Busan
(C'è stato un piccolo salto di qualche giorno dal capitolo precedente)
Avevano comprato nuove valigie, nuovi vestiti poiché erano rimasti a corto di vestiario dopo che la casa della zia di Felix era andata in fiamme a causa di Han. Yongbok aveva ricevuto anche la sua punizione dalla zia, dalla madre e anche da suo padre. Di fatti, non appena erano andati a Busan era stato costretto a lasciare il gruppo di amici per andare prima dalla zia e poi dal padre, ricevendo come punizione: da parte della zia, un aiuto ad occuparsi dell'orto ogni mattina mentre da parte del padre, passare il resto del pomeriggio in ufficio ad occuparsi delle scartoffie. Hyunjin non era contento di quelle punizioni, in quanto non riusciva a vedere il suo ragazzo con assiduità e il gruppo dei ragazzi si doveva subire quella disperazione. L'argomentazione che portava avanti era la stessa: Chan riusciva a vedere Jeongin che si stava preparando per il concerto, mentre lui non poteva vedere il suo fidanzato. Nonostante questo riuscivano a sentirsi per qualche minuto e vedersi qualche volta quando gli portava di proposito il pranzo. Ma poco dopo che l'aveva visto si lamentava.
«Voglio vedere Felix.» Si distese sul salotto, appoggiando la testa sulle gambe di Leeknow.
«Mi hai rotto con questa storia.» Rispose il più grande, quella frase fece mettere il broncio al ragazzo dai capelli rosa.
«Lino-ya, non puoi rispondere così ai problemi di cuori degli altri.» Han lo spintonava puntando il dito, guardandolo attentamente.
«Ai tuoi posso rispondere così?» Il ragazzo dalle guance paffute scosse il capo mettendo il broncio, «Allora ai miei?» Scosse di nuovo il capo, «Ma mi ha rotto le scatole!»
«Anche a me, ma sei suo amico e lo devi subire.» Leeknow aprì la bocca per controbattere, ma Han Jisung gli appoggiò la mano sulle labbra. I due ora si stavano guardando negli occhi con intensità, quasi come se stessero parlando nella testa l'uno dell'altro.
Chan stava osservando quella scena, realizzando che la tensione tra i due era aumentata a dismisura. L'australiano non riusciva a capire se pure gli altri se ne fossero accorti, ma c'era qualcosa che gli stavano nascondendo.
«Vi state per baciare?» Chiese Hyunjin infilando un dito tra i due visi, i due ragazzi si girarono per guardare quel giovane. La mano di Han si tolse dalle labbra di Leeknow, scendendo ed appoggiandosi sul collo di lui.
«Tu stai impazzendo senza il tuo ragazzo.» Leeknow spostò il viso del giovane.
«Esattamente!» Concordò muovendo le gambe come un bambino che faceva i capricci, «Tu riesci a vedere anche Jeongin ed io forse vedo mezz'ora in tutta la settimana.»
«Arrabbiati con Han, lui ha fatto saltare in aria la casa della zia di Felix.» Chan aveva innescato quella frase e poi era scappato via, aveva sentito una notifica dal telefono e stava aspettando una risposta da Jeongin. Era così in ansia che l'australiano gli continuava a scriverlo, cercando di migliorare il suo umore, ma lui rispondeva davvero di rado. Un'altra notifica, ma da lì a poco seguì la suoneria del suo telefono.
Chan si lanciò sul tavolo afferrando il telefono ed accettando subito la chiamata.
«Chan hyung?» Jeongin, era la sua voce, ma era spezzata, «Chan hyung?»
«Ya, ya. Cosa è successo?» Domandò preoccupato, sentì il più piccolo respirare, un respiro tagliato da singhiozzi.
«Non credo di potercela fare. Soprattutto sapendo quante sono alte le tue a-aspettative.» Chan si sedette per terra, con la schiena vicino al muro. Era felice che l'aveva chiamato, «Ho fatto ridere gli altri ragazzi, questa volta anche se andrebbe male mi farebbe più male.»
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
FanfictionMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...