34장: Astro celato (Seconda parte)

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Jeongin e Chan erano ancora lì, insieme. Il minore aveva la testa appoggiata sul braccio dell'australiano, erano distesi per terra e stavano guardando le stelle. Anzi no, stavano ridendo indicando il cielo stellato. Il più piccolo stava dicendo qualcosa, che provocava risata al più grande che finì per schiaffeggiare la mano di lui. Il ragazzo si voltò confuso, Chan prese ad indicare una costellazione e stava per parlare, quando notò che lui lo stava osservando.

«Guarda quel accostamento.» Vedendo che il minore non lo faceva, le sue dita si avvolsero su quel mento spostandolo verso l'alto. Jeongin si ritrovò a ridere, «Quello lì.» Sussurrò vicino all'orecchio di lui, il ragazzo si inumidì le labbra annuendo, «Non trovi che sembra Han?» L'aveva detto con un tono molto basso, seducente che finì per far scoppiare a ridere il più piccolo. Era stato preso alla sprovvista, si aspettava qualcosa di intelligente, «No giuro, mi sembra Han.»

«Delle stelle come possono sembrarti Han?» Gli chiese schiaffeggiando il petto di lui, Chan si ritrovò a ridere portando le gambe al petto. Gli piaceva proprio stare vicino a Jeongin.

«Le nuvole possono assomigliare a cose, mentre le costellazioni no?» Jeongin incredulo si mise seduto, quella reazione fece ridere ancora più rumorosamente l'australiano.

«Chan hyung dimmi che stai scherzando!» Non ricevette risposta, semplicemente lui continuava a ridere, «Sono due cose diverse, Chan hyung. Cosa stai dicendo? Poi le nuvole, non hanno mai avuto le sembianze di una faccia di una persona.» Chan afferrò il corpo di Jeongin facendolo urtare contro il suo petto, mentre rideva e lo abbracciava.

«Sei così adorabile.» Riuscì a dire prima di ridere di nuovo, aveva ancora l'espressione del minore davanti agli occhi. Labbra aperte, sopracciglia alzate in un'espressione sbalordita di chi non aveva mai sentito una cosa così assurda in vita sua, «Ti giuro.» Disse di nuovo, ridendo coprendosi il viso e lasciando il corpo del più piccolo.

«Mi stavo prendendo in giro, vero?» Il ragazzo annuì coprendosi la bocca, non mostrando quel sorriso meraviglioso a Jeongin, «Ya, guarda che non è divertente.» Si lanciò sul corpo dell'australiano, le mani fredde si infilarono dentro la maglia e le dita iniziarono a fargli il solletico.

«C-che stai f-facendo?» Cercava di liberarsi invano, stava ridendo troppo e non aveva le forze.

«Vendicarmi.» Si era fermato per un secondo e Chan colse l'occasione, prese il corpo del minore con le gambe facendolo voltare e finire lui disteso per terra con il maggiore sui suoi fianchi. Le mani si infilarono dentro alla maglia, così iniziò a fargli il solletico.

Era una lotta fino all'ultima risata che i ragazzi si stavano facendo, ma finì ben presto quando Chan si lasciò cadere con il fiato e la mano sul petto. Gli faceva male la pancia, la mascella. Non aveva mai riso così tanto, eppure si sentiva rilassato perché era una bella sensazione. Anche Jeongin era rilassato al suo fianco mentre cercava di prendere fiato. Lo sentiva ansimare, voltò il capo e vide come aveva un sorriso con gli occhi chiusi. Era così bello.

«Non ho mai riso così tanto.» Rivelò Jeongin, questo fece perdere un battito al più grande, «Mi fa male tutto.»

«Però è liberatorio.» Il minore annuì, si inumidì le labbra voltandosi, «Posso farti una domanda?»

«Se non mi sento a mio agio, posso non rispondere?» L'australiano annuì in silenzio, pensando a come fargli quella domanda.

«Ti è mai piaciuto qualcuno?» Il minore si girò sul fianco, appoggiando la testa sul suo braccio. Chan fece altrettanto, i due si stavano guardando dritto negli occhi.

«Credo che per provare qualcosa per qualcuno, la devo conoscere questa persona giusto?» L'australiano annuì inumidendo le labbra, «L'unica persona che ho davvero conosciuto è stata Soomin.»

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora