«Signor Bang!» L'australiano sussultò, si era perso di nuovo nei suoi pensieri. Senza farlo apposta aveva vagato in quel fine settimana, alla serata di sabato dove lui e Jeongin avevano fatto "domanda e risposta", «Questa è la quinta volta che la riprendo...» La donna sospirò chiudendo il libro, «Esca, non ritorni prima della fine della mia lezione.»
«Ma la sto ascoltando.» Disse incredulo, la donna scosse il capo e il suo braccio si tese verso l'uscio. Così Chan prese la sua cartella, dopo aver posato il materiale, e si alzò guardando i suoi amici; i quali sembravano preoccupati. Non era mai successo una cosa del genere.
«Magari così la prossima volta impara a non prestare attenzione alla mia lezione.» Il ragazzo chiuse la porta chiudendo gli occhi ed abbassando la testa.
Perché quel rientro gli sembrava così difficile? Perché non riusciva a concentrarsi? Perché i suoi pensieri andavano sempre a Jeongin?
«Chan hyung?» Domandò improvvisamente una voce familiare, mentre il ragazzo stava scendendo le scale. Si voltò bloccandosi, Jeongin lo stava sorridendo con un graffio sotto all'occhio ed una macchia rossa vicino all'angolo delle labbra, «Anche tu stai andando in biblioteca?» Annuì osservandolo, quella mattina quando i due si erano incontrati; il minore non aveva niente, «Vieni con me. C'è anche Leeknow hyung.» Gli afferrò la mano iniziando a correre, il ragazzo lo seguì con passo veloce mentre notava che le sue nocche erano sporche di sangue secco. Eppure a lui non sembrava curarsene.
«Perché non sei in classe?» Il minore non lo rispose, semplicemente continuò a correre fino a quando Chan non lo prese e lo appoggiò al muro. Nascosto dallo sguardo di tutti, i loro visi erano vicini, «Questa mattina non avevi queste ferite.»
«Sono molto goffo, lo sai. Sono così distratto che a volte non mi accorgo di farmi male.» Rise senza guardarlo in viso, l'australiano sapeva che lo stava mentendo, «Sto bene, te l'ho detto. Leeknow hyung ci sta aspettando in biblioteca.»
«Perché non sei in classe?» Jeongin non rispose, provò a fuggire e il ragazzo lo fece, seguendolo. Non sapeva come comportarsi, come farlo fidare di lui.
«Devo consegnare un tema entro domani, il professore mi ha mandato a finirlo. Ecco perché sono fuori. Tu perché?» I due si fermarono davanti alla soglia della biblioteca, con le mani ancora unite.
«La mia professoressa si è arrabbiata perché mi sono distratto, quindi vengo qui sfruttando queste due ore studiando per il test d'ingresso.» Jeongin si voltò, in effetti gli sembrava un po' fuori forma.
«Prometto di non distrarti troppo.» Così i due corsero vicino a Leeknow, il minore si accomodò al ragazzo dai capelli lunghi e castani. Il quale alzò lo sguardo sorridendo al piccolo, mentre chinò il capo per Chan, «Allora il discorso ha senso?»
«Questa parte non è molto collegata. Il contenuto è ottimo, molto pieno di informazioni, ma ci sono delle parti un po' scollegate.» Sospirò guardandolo, Jeongin si grattò il capo con la matita e guardò il foglio confuso, «Poi qui ci sono degli errori, vedi?» Socchiuse gli occhi, le sue labbra si muovevano creando i suoni, rileggeva più volte quelle parole.
«Sinceramente mi sembra che sono scritte bene.» Si voltò verso il ragazzo, che annuì avvicinandosi con la penna.
«Si scrive così...» Spiegò con calma riscrivendo la parola, «Qui manca il verbo che è...» Jeongin si fermò a leggere la frase, poi alzò lo sguardo verso il soffitto restando in silenzio.
«Edificò?» Leeknow sorrise annuendo, «Ho coniugato bene?»
«Lui aveva edificato.» Il minore sospirò scrivendo il verbo, Leeknow lo guardò, «Rivedi il testo, va bene? Nel caso sono qui.»
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
Hayran KurguMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...