Stavano cercando di prendere le valigie dall'autobus, ne dovevano cambiare un altro per arrivare a destinazione. Dopo un traghetto, un autobus preso. Non era abbastanza, ne dovevano cambiare un altro per arrivare a destinazione. Fare altre ore di viaggio, per arrivare a Gyeongju. Sarebbero arrivati a Seoul, per poi prendere un treno. Altre due ore di viaggio per arrivare finalmente a destinazione.
Tutti i ragazzi avevano già fatto il loro turno, quindi ora toccava a Jeongin e dovevano iniziare un nuovo giro. Erano tutti troppo stanchi per andargli in soccorso, allora quando si voltò con una valigia pesante e la faccia affaticata; si sorprese nel vedere Chan pronto ad aiutarlo. Un passo in avanti da parte dell'australiano, uno indietro da parte del minore. I due si stavano guardando negli occhi, in silenzio stavano discutendo. Jeongin sembrava terrorizzato dal più grande, il quale invece voleva solo essere d'aiuto ma non riusciva a parlare. La gola era secca.«Voglio solo aiutarti, così facciamo prima. Fra poco viene l'altro autobus.» Jeongin lasciò cadere la valigia e si voltò di nuovo per cercare l'altra, Chan si voltò verso il gruppo confuso da quella scenata. Davanti ai loro occhi, Chan e Jeongin si stavano comportando in modo imbarazzante. Hyunjin alzò le spalle confuso da quella situazione, mentre Leeknow lo stava guardando come se volesse ammazzarlo. Eppure lui non aveva fatto nulla di sbagliato, non quella volta.
Durante tutto il tempo non si sfiorarono neanche per sbaglio, Jeongin era ben distanziato da lui e questo gli faceva male. Voleva toccarlo, voleva baciarlo, sentire la sua pelle sotto alle proprie mani. Voleva stringerlo a sé. Ed ora, non poteva neanche sfiorarlo per errore.
Se solo avesse dato retta al suo istinto, l'avrebbe fatto poggiare all'autobus baciandolo con foga. Eppure, era troppo razionale per una risposta del genere. Anche se lo desiderava così tanto. Neanche quando stavano andando a sedersi sulle valigie per aspettare l'autobus, il minore cercava di tenere la giusta distanza.
Si sedettero e un silenzio imbarazzante avvolse l'intero gruppo, quella situazione stava rovinando l'atmosfera del viaggio.
«Ma se l'autobus non arriva, cosa succede?» Ed ecco che una domanda stupida veniva dall'alto, proprio dalla bocca di Han Jisung che si guardava intorno attento a qualsiasi insetto gli girasse intorno, «Io non voglio stare qui fuori al caldo, con api che mi girano intorno.»
«Non ci sono api.» Osservò Leeknow squadrando il ragazzo dalla testa ai piedi, il quale si voltò con l'indice alzato.
«Per ora. Siamo in mezzo ai fiori, usciranno prima o poi.» Leeknow si guardò intorno, forse alla ricerca di fiori.
«Non ci sono fiori.» Constatò di nuovo. Leeknow non conosceva da così tanto tempo Han, da sapere che doveva semplicemente lasciar cadere la conversazione.
«Tu sei un fiore.» La voce di Han era molto seria mentre diceva quella frase, Leeknow rispose spintonandolo all'indietro fino a farlo cadere per terra, «Che fai?» Lo stava guardando incredulo, con uno sguardo stupido.
«Ti do la possibilità di scappare lontano da me.» Sul suo viso si creò un sorriso divertito, uno di quelli timidi ma allo stesso tempo maliziosi.
«Se tu sei il fiore, io resto.» Il viso del ragazzo mutò, sembrava infastidito. Però le orecchie stavano andando in fiamme.
«Anche se porto api?» Han Jisung si fermò a pensare, in quel momento un'ape iniziò a ronzare intorno. Si alzò di scattò, iniziando a correre velocemente. Come se fosse una questione di vita o di morte.
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
FanfictionMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...