Chan si lasciò cadere vicino al muro, osservando Changbin che puliva le foglie che avevano fatto cadere. L'australiano si sentiva davvero stanco, avevano passato tutto il pomeriggio a togliere l'erba e tagliare le siepi. Aveva bisogno di una pausa, si sentiva senza forza e gli girava leggermente la testa. Non era abituato a lavorare così tanto, ma doveva ammettere che nonostante tutto era molto soddisfacente vedere il lavoro che avevano fatto.
«Leeknow hyung è andato a comprare del gelato. Tenete.» Jeongin uscì dalla cucina con due bicchieri pieni di gelato al cioccolato. Changbin e Chan si girarono osservando il minore, aveva un viso molto concentrato, «Riposate. State facendo bene.» Poi tornò indietro con velocità, senza neanche guardare l'australiano. Il quale, invece, non toglieva gli occhi da lui.
Era davvero la soluzione migliore, restare amici?
«Perché vi comportate come se tra di voi non ci sia nulla?» Changbin si sedette al fianco dell'australiano, il quale afferrò il suo bicchiere in silenzio, «Cosa non va?»
«Abbiamo deciso di restare amici.» Il ragazzo muscoloso annuì in silenzio, sorprendendo il suo amico. Chan si aspettava una reazione eccessiva, invece sembrava comprensivo.
«Perché l'avete deciso?» Era una domanda difficile a chi dare una risposta, il giorno prima anche Seungmin aveva posto a lui il medesimo quesito.
«Non lo so. Jeongin l'ha detto e sinceramente ci ho pensato anch'io, credo che non siamo fatti per stare insieme.» Mise il cucchiaio in bocca, ascoltando il silenzio che si era fatto tra di loro. Mentre la sua mente pensava, «Da quando siamo finiti insieme, abbiamo solo litigato. Mentre da amici, non è mai successo. Forse non siamo fatti per stare insieme.»
«Però ti piace.» Chan annuì mentre prendeva un altro cucchiaino di quel gelato, «Allora perché dovete soffrire in questo modo?» Altra domanda a cui non sapeva rispondere, non c'era una risposta per spiegare quello che provava e quello che pensava, «In questo modo lo stai lasciando andare, permettendo a chiunque altro di provarci con lui ed averlo al posto tuo.»
«Lui non è mai stato di mia proprietà e non lo deve essere.» I due ragazzi non sapevano che dall'altra parte c'era Jeongin che stava ascoltando quella conversazione. Che sentiva un peso sul petto, lui aveva preso quella decisione perché sperava che Chan sarebbe ritornato sui suoi passi. Invece non sembrava volerlo fare.
«Ma vuoi che sia il tuo ragazzo.» Altra frase che non aveva avuto risposta, era vero. Avrebbe voluto che Jeongin fosse il suo ragazzo, ma non poteva costringere qualcuno che non si sentiva pronto, «Chan hyung...»
«Grazie per averci provato, non è stata colpa vostra.» Jeongin nel sentire quella frase iniziò a piangere, lasciò cadere il bicchiere con il gelato correndo via.
Leeknow e Hyunjin erano appena entrati nella stanza e si ritrovarono a guardare il ragazzino scappare via in lacrime, si guardarono confusi. Non sapevano cosa fosse successo, ma Jeongin era ferito.
«Spero che per la fine di questo viaggio, cambierai idea.» Chan chiuse gli occhi appoggiando la testa sul muro, così da rivolgere il viso al sole. Changbin era abituato a non ricevere delle risposte a certe domande, ma in quel caso era fastidioso. Perché gli sembrava che non gli importasse di niente?
Le labbra di Chan erano socchiuse, era così difficile fingere che stesse bene. Era così difficile per lui fare cose che per altri erano facili, come esprimere le proprie emozioni senza che ci pensasse più del dovuto. Ogni singola azione che faceva era intrisa di parole non dette, di pensieri colmi di paura, paura che lo frenava.
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
FanfictionMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...