67장: sentirsi vivo (seconda parte)

108 16 51
                                    

Dei nuvoloni cupi si stavano facendo strada nel cielo stellato, mentre i due ragazzi stavano mangiando il loro gelato avvolti da una coperta. Bangchan era andato a comprare da mangiare ed anche una coperta, i loro vestiti erano ancora umidi e l'australiano si era preoccupato che Jeongin potesse ammalarsi. Ora stavano mordendo il gelato, parlando delle stelle e delle forme delle nuvole. Con un tono di voce basso, circondato da una sensazione di conforto nel stare così vicini e non impegnarsi a farsi ridere. Il più grande si perdeva spesso nel guardare il giovane, il modo in cui il suo profilo era marcato e le linee di quel viso perfetto lo attiravano.

«Secondo te di cosa sono fatte le nuvole?» Si zittì dopo aver posto quella domanda, le sue morbide labbra si avvicinarono al cono per morderlo. Chan ingoiò la saliva, si sentiva in difficoltà e nella sua mente c'erano così tanti pensieri che correvano. Uno tra i tanti, era sicuramente, come fosse possibile che nessuno non si era mai innamorato di lui, non era caduto in quella trappola, «Io immagino che siano consistenti.» Ingoiò il pezzo che stava masticando, Chan si passò la lingua sulle labbra mentre aveva osservato il pomo d'Adamo di Jeongin scendere e salire, «Immagina salirci sopra e guardare il mondo da sopra una nuvola.» Diede un altro morso a quel cornetto, Chan voleva essere quel cornetto, «Però si può... Chan hyung, mi stai ascoltando?» I due sguardi si incontrarono, il nominativo boccheggiò.

Non era che non lo stesse ascoltando, semplicemente era distratto da altro.

«Stavo pensando che tu pensi che le nuvole abbiano la stessa consistenza dello zucchero filato!» Jeongin, che aveva ancora in mano il cono del gelato, gli colpì il petto.

«Esattamente così.» Esultò contento che qualcuno avesse capito cosa intendesse, «Immagina, potrei anche mangiarlo.»

«La nuvola?» Jeongin annuì ridendo, era divertito dalla domanda incredula, «Secondo te sa di zucchero?»

«Non lo so, ma lo spero. Sono così soffici, che dovrebbero sapere qualcosa di buono.»

Come le tue labbra, pensò l'australiano mentre continuava a guardare la bocca di lui, i suoi lineamenti. Quella sera non era in grado di controllarsi, i suoi pensieri e le sue voglie le percepiva come incontrollabili.

«Te l'ho mai detto che hai proprio una strana fantasia?» Jeongin si voltò con un verso indignato, un altro colpo sul petto e poi la sua risata. Quella risata che gli riempiva il cuore.

«Parli tu che avevi detto che tipo le stelle sembravano la testa di Han.» Chan rise abbassando la testa, mentre sentiva la schiena di Jeongin contro il suo petto e il busto vicino alla sua mano, «Comunque era solo un'ipotesi, so di cosa sono fatte le nuvole.»

«Mh, però nel frattempo sei tu che hai iniziato a comparare le nuvole al zucchero filato.» Jeongin gli fece il verso mentre l'atmosfera si stava trasformando sempre di piú fino a quando non avrebbe iniziato a piovere, «Ya, non farmi il verso.» La mano di Chan si avvolse intorno al mento di Jeongin, con le guance morbide che venivano schiacciate dalle sue dita.

«Io non ti so facendo il verto.» Chan scoppiò a ridere lasciando il viso del più piccolo, quel ragazzo cosa era in grado di fargli. Neanche si impegnava, era leggermente sfatto: il labbro sporco di cioccolata, i capelli al vento eppure gli faceva lo stesso effetto, «Che c'è?»

«Sei tutto sporco di cioccolata.» Rise il più grande, mentre Jeongin squittì iniziando a pulirsi con l'aiuto della lingua, della maglietta e sotto lo sguardo divertito di Chan. Era impacciato, era un vero casino, ma a lui piaceva il suo tipo di casino. Non voleva essere adorabile, lo era semplicemente con i suoi modi di fare.

A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora