«No, Channie-ya. Non puoi metterlo così, te l'ho già detto.» L'australiano si voltò sentendo quel grido, spaventato osservò il rappresentante d'istituto avvicinarsi a loro. Jeongin gli stava mantenendo la scala, attento, mentre Chan aveva la decorazione in mano, «Hai un senso dello stile pari a zero.»
«Ya, ya. Vacci piano con le parole.» Rispose scherzoso, mentre il ragazzo dai capelli rasati lo osservava, «E ti spieghi con i piedi. A destra, ma più verso sinistra, ma non proprio al centro. Hyung, ti giuro non ho capito niente.»
«Ma va'! Non l'avrei mai detto. Ripeto l'indicazione. A destra. Leggermente spostato a sinistra, si ma non al centro. Channie-ya, ma mi ascolti quando ti parlo?» Il ragazzo abbassò le mani sospirando, la sua pazienza aveva un limiti e il limite era Megumi Lee.
«Hyung, ti giuro, te lo giuro... più a sinistra significa al centro.» Jeongin scoppiò a ridere nel sentire la voce crescente dell'australiano, «Ya, Jeongin-ah. Se ti fa tanto ridere, perché non lo fai tu?» Stava scendendo dalla scala e ora aveva dato la decorazione al minore, il quale un po' impacciato salì sulla scala e posizione la decorazione come voleva Megumi.
«Ecco come... allora sei tu che sei scemo.» Chan si voltò verso il rappresentante, «Ya, lo sai che scherzo. Sei tra i più intelligenti.»
«E tu tra i più scarsi.» I due ragazzi risero abbassando la testa, «Jeongin puoi scendere.» Il ragazzino fece ciò che gli era stato ordinato, «Cos'altro dobbiamo fa...» Un boato enorme risuonò nella palestra, tanti glitter volarono per aria e da quella nuvola uscì Changbin e Han Jisung. Tossivano e scuotevano la mano davanti a sé.
«Giusto per informarvi, siete coperti di glitter di ogni colore.» Scherzò Seungmin appoggiandosi su una pedana di legno, che si alzò e finì per colpire la testa del giovane. Si chinò toccandosi la testa e sentendosi le risate di Changbin e Han, ridevano e si sorreggevano.
«Possibile che rompete sempre tutto, voi!» Megumi urlò stanco, «Dove state voi, ci sono casini.» Dove c'erano Felix, Leeknow e Hyunjin arrivò un altro boato, «Cazzo è successo?»
«Chi ha deciso che dovevamo sistemare noi il tavolo?» Domandò Hyunjin alzandosi e indicando un tavolo rotto, «Sono fatti di carta.» Il rappresentante d'istituto scoppiò a ridere coprendosi il viso, per quanto fossero estenuanti era esilarante osservare quanto fossero un disastro.
«Menomale che domani sarà l'ultima volta in cui...» Han cadde a terra, era scivolato a causa dei glitter, «Mi mancherete, lo posso dire?»
«Beh, lo dici pure? Chi ti migliorava le giornate con i propri casini? Noi!» Rispose orgoglioso Han, mentre Seungmin si riprendeva dal suo dolore, «Minnie c'è la fai o rischiamo di perderti prematuramente.»
«Tu me l'hai tirata.» Han si arricciò con le sopracciglia, era una affermazione strana da dire, «Lascia stare!» Changbin si stava avvicinando al suo amico per controllare che stesse bene.
«Mi mancherete proprio.» Disse di nuovo prima di tornare dal suo gruppo di amici, Chan concordava con lui.
Era una strana malinconia quella che gli pervadeva, sperava che il loro non sarebbe stato un addio indefinito. Non voleva lasciare quel gruppo, non voleva che quei anni che avevano passato insieme, immemorabile sarebbe finito così. Osservava il modo in cui si stavano avvicinando tra di loro, ridendo a vicenda come se non potessero farcela l'uno senza l'altro. Loro erano stati la sua salvezza, sapevano ogni cosa gli uni degli altri. Si era così tanto affezionato a loro, che la fine di un'era lo faceva sentire strano. Un peso sul petto, un sapore di malinconia nella bocca. Emozioni che non voleva fare uscire e neanche condividere.
«Hyung stai bene?» Domandò il minore abbracciando l'australiano da dietro ed appoggiando la sua testa sulla spalla.
«Mi mancherà vederli ogni giorno e la spensieratezza che abbiamo.» Rispose accarezzando la mano del più piccolo.
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A Midnight Secret || Jeongchan (Book 1)
FanfictionMezzanotte. I segreti possono essere ben tenuti solo quando le lancette dell'orologio superano il numero dodici. Però per far sì che restino nascosti, le persone coinvolte devono esserne capace. Chan ne sa qualcosa, ma il destino vorrà che alcuni d...