8 Attrazione oscura, fine prematura

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"La farfalla non vuole l'oscurità;
ma in essa trova il riparo dal mondo che tanto le manca."
-Lessxiit

6 luglio 2018

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6 luglio 2018

Serena

«Basta toccarla!» Una voce tonante e mani pesanti si abbatterono sul tavolo, catturando l'attenzione di tutti.

Quel folle era una figura selvaggia, caotica, scombussolante.
Le ciocche scomposte dei capelli gli cadevano sulle sopracciglia aggrottate.

Se gli pizzicassi le guance, riuscirei a scacciare il broncio che affligge le sue labbra rossastre?

La forchetta mi sfuggì dalle dita, facendo convergere su di me tutti gli sguardi.

Sono impazzita anche io? Non avevo già passato la fase degli ormoni fuori controllo?
Compostezza, Serena. Salti da un ragazzo all'altro peggio di una cagna in calore!

«Tu, vieni con me», tuonò Mister Bellezza, afferrandomi con violenza. I lineamenti decisi del suo viso diventarono severi.

«Lasciala stare, non puoi ferirla.» Elio sembrava avere tutto sotto controllo: dinanzi agli occhi carichi di un odio paralizzante, era pacato.

Perché diamine dovrebbe ferirmi? Non ho fatto niente!

«Non interferire, Beta.»

Elio mi guardò inerme andar via. Alla faccia del "sarò sempre con te".

Provai a piantare i piedi a terra, però l'unico risultato ottenuto fu che sembravo una farfalla contesa nell'oscurità, con le ali bruciate dal sole troppo indifferente per salvarmi.

Lo sconosciuto mi aveva trascinata in una stanza semibuia, dove l'unico spiraglio di luce filtrava attraverso una piccola finestra quadrata. Scaffali e box con attrezzature sportive riempivano lo spazio; era uno sgabuzzino, e non mi piaceva quello che stava per accadere.

I miei occhi scivolarono sulla mano che stringeva la manica della "mia" felpa e gli rivolsi uno sguardo assassino. «Non credo di conoscerti, né desidero farlo. Cortesemente, potresti lasciarmi andare?» La domanda era intrisa di ironia, ma avevo optato per una voce neutrale.

Forse, se non avessi mostrato emozioni, avrebbe perso interesse. Quelli come lui trovavano piacere nel vedere la vittima lottare. E non avevo voglia di giocare alla preda e al predatore. Avrei dovuto cambiare atteggiamento.

«No.» Avanzò finché non mi ritrovai intrappolata tra la fredda parete del muro e il calore del suo corpo invadente. I nostri respiri si confondevano tra di loro in uno spazio troppo stretto e le punte dei nasi si sfioravano. «Puzzi.»

«Vaffanculo, sono appena uscita dalla doccia!» Al diavolo l'indifferenza. L'audacia della sua affermazione mi aveva irritata ed ero stufa di finire sempre con le spalle al muro. «Basta, fai male!»

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