24 Fuggire dal dolore, correre verso la luce ⚫️

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"Nel volo disperato di una farfalla,
che dal dolore fugge e si libera,
trova la forza nella fuga,
un soffio di vita nella sua corsa verso la luce."
-Lessxiit

18 luglio 2018

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18 luglio 2018

Serena

Non voglio svegliarmi, no.

Non voglio aprire gli occhi, so cosa mi aspetta.

Un lago cremisi, un'oscurità ingannevole.

Affogherei, di nuovo. Nell'oblio dove tutto finirà.

Nonna!

La sua voce mi rassicurava, mi faceva sentire al sicuro.

Ma era solo un sogno.

Tornai al presente, alla triste realtà. Quella nella quale non riuscivo a muovermi, perché ero legata su un lettino. Un letto di torture.

Perché mi fate questo?

Volevo urlare, però la mia gola era secca e la mia voce spezzata.

La stanza era buia come nei miei incubi, non c'era nessuna luce. Sentii l'odore pungente del disinfettante e arricciai il naso disgustata. Era l'odore della morte.

Le mani erano inchiodate alle sbarre laterali, tuttavia non abbastanza da non permettermi un minimo movimento. Provai a prendere il cellulare dalla tasca della tuta con un'idea ben delineata in mente. Mi contorsi su me stessa mugugnando per il dolore, ma ci riuscii. Afferrai il telefono e digitai il codice di sblocco. Comparve l'avviso della batteria scarica. Digitai maldestramente il numero nazionale della polizia nel tastierino e avviai la chiamata. Non c'era segnale. Feci scivolare lo smartphone sotto i miei glutei, lanciandolo nella direzione opposta. Lo presi con la mano destra e riprovai a chiamare.

"Batteria scarica. Il dispositivo si spegnerà tra 30 secondi".

Ti prego, ti prego, funziona.

Bip bip.

"Il numero da lei digitato non è raggiungibile. Il dispositivo si spegnerà tra tre, due, uno..."

No!

Una risata amara riecheggiò nella piccola stanza.

Mi voltai verso l'ingresso. La sagoma di una donna, con le braccia incrociate all'altezza del petto, apparve dalla porta.

«Ricordi la lezione sul cianuro? Non era casuale. Sai cosa hai ingerito ogni volta che mangiavi alla mensa?»

No, non è possibile.

La dottoressa sfoggiò il suo sorriso migliore. «Proprio così. Sai, non è stato facile; non mangiavi quasi mai, per essere così grassa. Quindi, l'ultima volta, ho fatto aggiungere una bella dose di quel composto chimico. E tu, da vera stupida, non ti sei accorta di niente», ridacchiò spietata. «Le linee telefoniche non prendono qui. E tutto inutile, nessuno ti salverà. Se osi anche solo accennare quello che io e mia figlia ti abbiamo fatto, ti assicuro che la prossima dose sarà letale. Hai capito?» Con i polpastrelli mi strinse il viso, mandandolo in fiamme. «Non mi piace dovermi ripetere. Ho detto: ci siamo capite?»

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora