𝕯𝖆𝖗𝖐 𝖕𝖆𝖗𝖆𝖓𝖔𝖗𝖒𝖆𝖑 𝖗𝖔𝖒𝖆𝖓𝖈𝖊
🥀🐺 Un'umana, un college.
Lupi mannari e inganni.
Un tragico destino per una piccola farfalla monarca.🐺🥀
🔪🌙 Benvenuta al Blackmoon, Serena! Ti trovi ora nel college della morte, un luogo in cui l'as...
"La farfalla danza nella notte, sospirando al cielo: 'Non posso seminare amore nei campi del vuoto'." -Lessxiit
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16 luglio 2018
Serena
«Svegliati, abbiamo la lezione di cucina.»
«No», mormorai, ancora avvolta nel tepore delle coperte.
«Ragazzina, ti alzi da sola o ci penso io?»
«Pensaci tu.»
«Vieni qui.» Elio allargò le braccia, gli cinsi le gambe intorno alla vita e lo abbracciai respirando il suo magnifico profumo.
«Sbrigati, ti ho portato la divisa. Stavolta cerca di non strappare le calze cadendo», disse, posandomi a terra.
Non avevo detto a Elio di essere caduta; doveva essere ovvio.
Mi diressi in bagno per prepararmi. Dopo aver lavato il viso e osservato il mio riflesso, notai un piccolo succhiotto. Con cura, pettinai i capelli di lato per coprirlo.
«Posso entrare?» Elio bussò alla porta.
«Entra pure, non c'è niente da vedere qui», risposi con un ghigno.
Le sue parole erano ancora vive nella mia mente. Irritavano e ferivano.
«Sei nervosa oggi?»
«Avrei preferito restare a letto, tu no?»
«Non sembri il tipo che salta le lezioni», osservò lui.
Sbuffai, aveva detto la verità. Nonostante la mia riluttanza, non potevo permettermi di oziare; avevo già perso fin troppi giorni.
«Stai ferma un attimo», Elio si avvicinò e posizionò una molletta dorata nel punto in cui i capelli erano tirati dietro l'orecchio, lasciando libera solo la frangia. «Ecco fatto, ti sta bene.»
«È bellissima», ringraziai. Era un gesto dolce, ma non significava niente. Cambiai argomento: «Che legame c'è tra la nostra specializzazione e la lezione di cucina?»
«Tutti dobbiamo saper cucinare un minimo. È la lezione preferita degli studenti perché alla fine c'è un buffet.»
«Già la adoro!» esclamai.
«Immaginavo», ridacchiò Elio, spostando un ciuffo di capelli dal mio viso.
«Dai miei chili in più?»
Le pupille dei suoi occhi si restrinsero. «Levati queste stronzate dalla testa», mi lanciò lo zaino. «Andiamo.»
Raggiunto l'edificio universitario, Violeta e Ronan si avvicinarono. Ultimamente erano inseparabili e il mio sorriso rifletteva la gioia di vederla felice.
