13 Al chiaro di luna

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"Sotto il manto della notte,
il lupo sibila promesse di amicizia,
mentre la farfalla, persa nel suo volo,
si avvicina all'abisso della vendetta nascosta."
-Lessxiit

7 luglio 2018

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7 luglio 2018

Serena

«Non tu, dannazione!» Nel momento in cui lo riconobbi, le parole mi scapparono prima che potessi trattenerle.

Era lui. Non potevo credere ai miei occhi. Anzi, mi rifiutavo di accettare la realtà. Dopotutto, non c'era nulla tra di noi. Eppure, quella rivelazione mi aveva ferita profondamente.

Continuò a scoparla anche quando i nostri sguardi si incrociarono.

Cazzo, almeno potresti fingerti sorpreso.

«Uh, cosa abbiamo qui?» chiese la ragazza con un sorriso beffardo. «Vuoi unirti a noi?»

«N-no, io...» balbettai; il rossore dell'imbarazzo mi colorò il viso.

«Allora sparisci», ringhiò Elio. Secco. Crudele.

Mi dileguai prima che le lacrime potessero tradire la mia dignità.

Era colpa mia, avrei dovuto allontanarmi subito, non rimanere lì imbambolata come un'idiota. Ma il danno era fatto. Le lacrime annebbiavano la mia vista. Morivo dalla vergogna. Lui, che era sempre stato gentile, sembrava un estraneo in quel momento. Quella era la sua vera faccia.

A volte, le persone si dimenticano di indossare la loro maschera, mostrando ciò che realmente sono.

Avrebbe potuto fingere stupore, o ridere, incoraggiandomi a lasciare la stanza. Invece, mi aveva scacciata in malo modo. E aveva fatto bene. Avevo sbagliato, rovinato l'unico legame che avevo.

Voglio essere onesta: era suo dovere sorvegliarmi, sapevo di essere un fastidio; volevo credere che, forse, la mia compagnia non fosse poi talmente insopportabile. Non era la solitudine a pesarmi, né l'odio o il sentirsi brutta. Era la pietà, la vergogna, l'essere un fastidio: non sopportavo l'idea che gli altri provassero ciò per me. Era un'umiliazione insopportabile. Quella che ti costringeva a rinchiuderti in casa. Quella che ti soffocava con l'ansia fino a toglierti il respiro.

Senza accorgermene, mi ritrovai nella parte più alta del parco di quella mattina. Era deserto e silenzioso. Le lacrime mi scossero in un singhiozzo e, quando mi sentii soffocare, mi forzai a trovare la calma. Era vano tormentarsi. Il passato era incancellabile; dovevo escogitare un modo per affrontare Elio il giorno seguente.

Chiudendo gli occhi, riflettei. Ignorare tutto sarebbe stata la scelta giusta? Sì, non potevo sfuggirgli per sempre, quindi avrei sorriso, senza mai far riaffiorare il maledetto ricordo.

Una brezza leggera mi riportò alla realtà. Mi accoccolai nella mia felpa, assaporando l'aria fresca. Percepii anche l'odore frizzantino della pioggia, nonostante il cielo fosse sereno e le stelle brillassero con orgoglio. La luna calante gettava una luce tenue, sufficiente per distinguere le sagome degli alberi nell'oscurità.

like camellia's in springDove le storie prendono vita. Scoprilo ora