Non era semplice...

Non era per niente semplice guardare quella schiena e cercare di trovare il modo per non fargli male mentre, con una leggera pressione, gli andava a tamponare gli squarci freschi con un batuffolo imbevuto di disinfettante...

Non era semplice guardare quella schiena martoriata, piena di vecchie cicatrici dai bordi sottili e frastagliati, senza avere la tentazione di chiedere da quanto si ripetesse quella situazione e soprattutto chi l'avesse iniziata...

Perché si,forse era vero...

Forse quel ragazzo dai capelli di due colori, che a malapena dava segni di vita sotto il suo tocco, lo aveva fatto da solo quella sera...

E forse lo aveva fatto anche negli anni precedenti...

Ma non c'era modo che le cicatrici più vecchie, quelle che ricoprivano la curva bianca della schiena bassa o quelle che riusciva a scorgere più sotto, strisce sottili che terminavano vicino ai glutei, fossero autoinferte...

Perché Katsuki era tante cose...ma non era stupido...

Fin da quando aveva 4 anni il suo Quirk aveva richiesto una specie di tributo...

Le sue mani, anche se ora sembravano perfettamente lisce, ad un'occhiata più attenta avrebbero mostrato perfettamente i danni che gli aveva causato...

La pelle lacerata...quei punti dai bordi più bianchi, e zigrinati, che mostravano il passaggio di una detonazione...

Perché forse era vero...forse Katsuki adesso controllava perfettamente il suo micidiale potere ...ma da bambino?

Quante volte avevano sanguinato le sue mani?

Quante volte Mitsuki aveva applicato la crema contro le ustioni?

Quante volte aveva dovuto dormire con dei guanti bianchi, imbevuti di una soluzione raffreddante, in modo che il suo sudore non detonasse in piena notte?

No... Katsuki conosceva bene le cicatrici..come conosceva bene l'anatomia umana...

E quelle strisce laterali, con un'angolazione impossibile da raggiungere con un colpo auto inferto, gridavano solo una cosa...

E, quella cosa, era la domanda che gli girava sulla punta della lingua da diversi minuti...

L'ennesimo squarcio venne tamponato con cura, applicando poi una garza sterile sulla ferita, e la punta delle dita del biondo andò a sfiorarla delicatamente

K:" perché?"

Non erano servite altre parole e Katsuki lo sapeva ... sapeva che Shouto avesse capito a cosa si stava riferendo e soprattutto a chi si stava riferendo...

Lo capì da come la schiena si tese...da come le spalle diventassero più rigide e da come i pugni del bicolore, abbandonati lungo i fianchi, si strinsero.

S:" non sono affari tuoi"

Il dito sfiorò un'altro pezzo di pelle in rilievo, che partiva dai reni alla parte alta del costato, per poi riabbassarsi verso i piccoli buchi sopra l'elastico dei pantaloni

K:" dimmi chi lo ha fatto...e perché..."

La voce del biondo era stranamente bassa e calma...

Da sempre, dacché se ne ricordasse, non aveva mai avuto paura di parlare...anzi...anche con i suoi stessi genitori non aveva mai avuto problemi ad esprimersi o ad esporre ciò che pensava ..

Ma sentiva dentro di sé che imporsi con la forza, davanti a quel ragazzo, sarebbe stata una mossa decisamente sbagliata...

La testa di Shouto si girò, in modo che l'iride azzurra lo fissasse in mezzo a quella macchia rossa, ed un piccolo sorriso sarcastico apparve sulle sue labbra

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