Aveva preso quella strana abitudine, ormai da anni, di fermarsi sempre in quel parco così lontano da casa...

Il rapporto con Katsuki era sempre peggiore...come uno strano domino, intessuto dal destino o da un dio particolarmente stronzo, il rapporto con il suo più caro amico era andato via via lesionandosi...passando dalle carezze, e le coccole nel lettone, a pugni e spintoni quando andava bene...

Perché si...

Kacchan era doloroso...da qualsiasi parte lo si guardasse...

Ma quello che più di tutto lo feriva era la sua lingua...

Velenosa...sempre pronta a nuove cattiverie...sempre pronta a sminuirlo o farlo sentire inferiore...

Era logico dunque che, non appena ne avesse avuto la possibilità perché cresciuto, aveva iniziato a frequentare altri luoghi...altri parchi...altri posti dove, in nessun modo, rischiava di incontrare lui e quella banda di vandali che si portava al seguito....

Ma no...

Non era solo Katsuki il motivo per cui, quasi ogni giorno, si spingeva così lontano con l'autobus...

Non erano ricchi... Inko lavorava, strenuamente, per potergli garantire una vita dignitosa ed abbigliamento sempre consono...un pasto caldo...nuove scarpe...senza per questo fargli mancare la sua presenza e la sua completa attenzione...

Ma Izuku sapeva che non potevano permettersi di spendere anche quei soldi per l'abbonamento dei mezzi...

Quindi aveva iniziato a falciare i prati dei vicini...portare la spesa alle vecchiette... distribuire i giornali....

E si...anche pulire gli autobus, una volta a settimana, era stata una buona mossa per avere l'abbonamento gratuito....e tutto per andare in quel posto...sedersi sull'altalena...aspettare le 17 ,in punto, e vederlo arrivare....

La prima volta che lo vide quasi si rannicchiò nelle sue stesse gambe....

Strinse le mani sulla catena, dell'altalena, aspettandosi che fosse l'ennesimo stronzo che gli avrebbe dato dei problemi....

Ma lo vide sorpassarlo, senza degnarlo nemmeno di un'occhiata, ed andarsi a sedere su una panchina in fondo al parco...

Rimase lì, con la testa rivolta verso la ghiaia e le cuffie nelle orecchie, per quasi un'ora....

Un'ora in cui, come se stesse aspettando qualcuno, continuava a guardare l'orologio...

Ed Izuku iniziò a farlo con lui...

Si sedeva su quell'altalena, quasi ogni giorno, e guardava anche lui l'orologio...

5 minuti...

10 minuti....

40 minuti...

Fino ad arrivare alle 18, precise, e rialzarsi....

Pulire i pantaloni, sul fondo, e passarsi una mano tra i capelli ......

Tantissime volte Izuku fu tentato di avvicinarsi a lui...chiedergli chi fosse....chiedergli cosa stava aspettando così impazientemente da andare lì ogni giorno...

Ma cosa poteva dirgli?

In fondo...anche lui stava facendo la stessa cosa no?

Era inutile prendersi in giro....

Non era per Kacchan o, almeno, non più ..

Non era per prendere aria e ne, tantomeno, per allontanarsi da casa....

Lui amava casa sua ed amava il suo quartiere....

No....

Izuku doveva ammetterlo almeno con sé stesso...

Lui andava in quel parco per un motivo ben preciso....

E quel motivo, proprio in quel momento, era davanti a lui...sempre a testa china...sempre con l'orologio davanti alla faccia...

Il verdino deglutì a vuoto, cercando di trovare il coraggio per andare da lui, e si stava quasi per alzare quando vide qualcuno avvicinarsi....

Un'altro ragazzino, più o meno della sua età, si avvicinò al ragazzo più grande e gli toccò i capelli

" lui...ti sta cercando...."

Gli bastò quella parola, al maggiore, per alzare la testa ed annuire sommessamente...

Si alzò, facendo leva sulle ginocchia, e seguì l'altro ragazzino con l'aria di qualcuno appena condannato al patibolo...

Ma quel giorno, per la prima volta dopo un anno, i suoi occhi si alzarono ed incontrarono quelli del verdino...

Fu solo un secondo...un misero battito di ciglia, ma Izuku poteva giurare di aver visto il suo labbro sollevarsi...e la sua mano alzarsi appena...

Qualcosa scattò dentro di lui e si ripromise solo una cosa...

Sarebbe tornato in quel parco, ogni giorno, cercando solo il coraggio di riuscire a parlargli...

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