<<Ferma lì.>> Feci come ordinato, non perché volessi davvero ma per il tono che aveva usato lo sconosciuto e il rumore di corda tesa, che sembrava riecheggiare nelle mie orecchie. Qualcosa in quella voce roca mi disse che non era qualcuno a cui piaceva ripetersi. Una parte di me aveva a malapena il coraggio di respirare, ora che ero in piedi e con gli occhi spalancati dalla paura, un'altra invece stava morendo dalla voglia di capire chi avesse parlato. 'A giudicare dal punto di arrivo e il volume della voce, direi che si trova molto più in alto di me.' pensai in quei secondi di immobilità. Ma com'era possibile? Attorno c'erano solo alberi, doveva essersi per forza arrampicato. Forse era uno di quei cacciatori esperti da film. Continuai a rimanere muta, mentre la paura diminuiva leggermente per far spazio alla curiosità. Sembrava che anche il tempo si fosse fermato. I secondi successivi sembrarono eterni in quel silenzio, ma finalmente un fruscio di foglie e rami mi fece capire da dove fosse provenuta la voce. Alzai impercettibilmente lo sguardo e vidi un figura accovacciata sul grosso ramo di una quercia di fronte a me, nell'ombra. La osservai attentamente, ma l'unica cosa che riuscii a scorgere tra il fitto fogliame fu uno scintillio metallico. Dopo qualche secondo capii che il misterioso cacciatore mi puntava contro una freccia lunga quasi quanto il mio braccio, e non sembrava avesse alcuna intenzione di abbassarla. Avevo per caso fatto scappare una sua preda? Per questo se la stava prendendo con me? Però non avevo visto nessun animale nelle vicinanze, e minacciarmi di morte sembrava davvero esagerato. Deglutii a vuoto, spostando gli occhi dalla punta brillante della freccia al suo viso ancora in ombra e viceversa. Non potevamo certo restare lì a fissarci tutto il giorno, perciò con un po' di timore mi azzardai a parlare.
<<Chi sei?>> la voce mi uscì tremante, ma la situazione non era delle migliori quindi ero del tutto giustificata.
<<Non ti riguarda.>> rispose in tono scontroso <<Piuttosto, che ci fai qui?>>
<<Non sono affari tuoi. Non parlo con gli sconosciuti.>> ribattei offesa. Chi se ne fregava se avrebbe potuto infilzarmi in meno di un secondo, quel comportamento odioso non lo tolleravo per niente. Mi preparai a ricevere una freccia nel petto, ma scorsi una specie di smorfia sul suo viso, tanto impercettibile che pensai di essermelo immaginato. Con mio grande stupore, la figura si alzò e lasciò cadere con un balzo dal ramo, facendomi trattenere il fiato: era distante più di dieci metri, come minimo si sarebbe rotto una gamba. Ma poco prima di toccare terra fece una specie di capovolta a mezz'aria e posò delicatamente i piedi sul terreno, facendomi restare a bocca aperta mentre si rialzava del tutto intero. Puntò di nuovo contro di me, e dopo qualche passo riuscii finalmente a scorgere anche i suoi lineamenti sotto la luce del sole. Dimenticai completamente come si respirava: viso dalla mascella squadrata, fronte ampia, naso dritto e bocca dalle labbra sottili e rosso scuro. La pelle era color bronzo, quasi sicuramente il suo colore naturale, ed aveva capelli lunghi fino al petto, neri e lisci, con due treccine ai lati della testa per evitare che gli finissero sugli occhi. Era alto, molto più di me, ma questo non mi stupì data la mia scarsa altezza, e aveva braccia e gambe scoperte per rendere più facile i movimenti, mentre il resto del corpo era coperto da un qualcosa simile ad una tuta fatta di foglie larghe. La cosa che mi colpì più di tutto nel suo aspetto, però, furono gli occhi: grandi ma non troppo, dal taglio leggermente allungato e neri, così tanto che non riuscii a distinguere la pupilla. Sembravano dei pozzi senza fondo che assorbivano ogni cosa si trovassero davanti, ed al tempo stesso riuscivano a guardarti dentro, quasi ad analizzarti l'anima. Mi mettevano parecchio in soggezione, ma feci ricorso a tutta la mia buona volontà per non distogliere i miei occhi dai suoi. Avanzò fino a trovarsi a pochi metri da me, ed ora la freccia che mi puntava contro sembrava molto più minacciosa rispetto ai minuti precedenti.
<<Dimmi cosa ci fai qui.>> ripeté con lo stesso tono di prima. Le sue parole spezzarono il mio stato di trance, facendomi sbattere le palpebre più volte. Mi diedi della scema per essere rimasta lì a fissarlo come se fosse un Dio (l'aspetto di sicuro non aiutava) e presi un respiro profondo mentre cercavo di mantenerela calma. Se avesse almeno abbassato l'arma sarei riuscita a respirare normalmente.
<<Stavo facendo una passeggiata, e credo di essermi persa.>> ammisi continuando a guardare il suo volto serio.
<<Questo è certo, agli umani non è permesso venire qui. Ovviamente non sei di queste parti.>>
<<Umani? Vuol dire che tu non lo sei?>> domandai senza riuscire a trattenermi. Se era davvero un Dio sarei anche potuta svenire sul posto. Lui fece un'altra smorfia, simile ad un sorriso stavolta, ma anche questo sorriso durò solo un paio di secondi.
<<Mi credi davvero un essere ingenuo e stupido come voi?>> chiese con scherno. Ok, questa poteva pure risparmiarsela. Come si permetteva di darmi della stupida? Lo guardai arrabbiata ed incrociai le braccia, mettendole davanti alla punta metallica.
<<Di sicuro sei un pallone gonfiato. Cosa ne posso sapere se parli in questo modo?>> dissi offesa. Lui sembrò infastidirsi molto all'aggettivo che avevo usato, e tese nuovamente la freccia che aveva leggermente abbassato.
<<Ritira quel che hai detto, o saranno le tue ultime parole.>> mormorò minaccioso. Un brivido mi corse lungo la spina dorsale, ma lo ignorai continuando a guardarlo dritto negli occhi.
<<Non ci penso proprio a chiederti scusa, sei solo un->> mi bloccai senza terminare la frase, fissando più attentamente un lato della sua testa. Una leggera folata di vento gli aveva spostato una ciocca scura di capelli, rivelando l'orecchio a punta che prima non avevo visto. Spalancai di più gli occhi, osservando quella sua parte del corpo come qualcosa di incredibile e trattenendo per un secondo il fiato. Lui non si mosse, probabilmente aspettando che finissi la frase, ma aggrottò la fronte incerto. Finalmente il cervello si ricollegò alla bocca e riuscii a terminare il discorso <<-Elfo.>>
Quest'ultimo sembrò completamente spiazzato dall'ultima parola che avevo detto. Drizzò la schiena e abbassò l'arco quasi senza accorgersene, mentre portava una mano a coprire l'orecchio esposto e la sorpresa si dipingeva sul suo volto. Schiuse impercettibilmente le labbra, ma non vi uscì alcuna parola, mentre inarcava entrambe le sopracciglia. Ero abbastanza sicura di avere in faccia la stessa espressione. Restammo di nuovo a fissarci, mentre gli uccelli cantavano sui rami degli alberi intorno a noi. Non riuscivo a credere a quello che avevo appena scoperto, anche se il mio cervello aveva già elaborato l'informazione. Dopotutto non capitava tutti i giorni di trovarsi un Elfo in carne ed ossa davanti, quindi la mia incredulità era del tutto giustificata. Era strano però, avevo sempre pensato che fossero creature grandi almeno quanto me e molto meno muscolose, per facilitare lo spostamento da un albero all'altro. Certo, lui aveva già mostrato questa abilità, e solo in quel momento ripensai che forse era proprio lui a seguirmi da più di dieci minuti nella foresta. Se non l'avessi visto con i miei occhi fare un salto del genere e non avessi notato le sue orecchie, l'avrei scambiato per un essere umano qualunque. Ecco spiegato anche perché aveva sorriso divertito quando glielo avevo chiesto.
<<Come fai a conoscerci se non sei della zona?>> La sua domanda mi sembrò così stupida e inaspettata che mi ci volle qualche secondo per capirla. Deglutii di nuovo, sentendo la gola improvvisamente secca sotto il suo sguardo indagatore.
<<Beh, non è che vi conosco. Ho letto molti libri e leggende a riguardo. Ma pensavo che viveste nei boschi.>> risposi ancora un po' intontita.
<<La maggior parte della nostra razza vive lì, ma non vuol dire che non possiamo cambiare ambiente-.>>
<<Possiamo? Parli di altri Elfi come te?>> chiesi interrompendolo, ancora più sorpresa di prima. Mi sembrava quasi impossibile che mi ritrovassi a fare conversazione con un Elfo come se nulla fosse, nonostante non fosse come l'avevo immaginato. Il suo sguardo però cambiò di nuovo, passando dalla sorpresa alla rabbia e poi diventando cupo. Forse avevo chiesto troppo.

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My Life Now
AdventureEsistono creature fantastiche? Certo, sono dappertutto anche se non riusciamo a vederle. Forse perché non vi crediamo abbastanza. Per Lexy invece è facile come respirare, ma non si aspetterebbe mai di trovarsene uno davanti nel bel mezzo di una fore...