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Qualcosa di caldo e profumato premeva contro la punta del mio naso da circa due minuti, e nonostante cercassi con tutte le mie forze di ignorarlo non ci riuscivo. Mi girai di lato lamentandomi, alla ricerca del solito cuscino che stringevo e mi ricordava tanto uno dei morbidi peluche che avevo a casa, quando la mia mano si posò su qualcosa che sicuramente non era un cuscino. Socchiusi un occhio, cercando di non venire accecata dal sole, ma i suoi raggi venivano bloccati da una figura scura distesa al mio fianco, che in un primo momento non riconobbi. Poi, come in un flashback, mi tornò in mente quanto successo la sera prima, e il modo in cui mi ero addormentata. Ci eravamo addormentati. Oh. Aprii del tutto gli occhi, ritrovando Galvorn disteso sulla schiena, con una mano fuori dal materasso e le gambe divaricate, completamente scoperte. L'altro suo braccio, mi accorsi subito dopo, era intorno alla mia vita, abbandonato a se stesso sotto il mio peso. Mi misi seduta cercando di non fare troppo rumore o muovere il letto, riuscendo poi ad incrociare le gambe sulle lenzuola e poggiare il gomito sul ginocchio, posandovi successivamente il mento per guardarlo per bene. Non sapevo come descrivere la scena al meglio, mi sembrava un'immagine presa da internet tanto era perfetta: le sue ciocche scure era sparpagliate ovunque sul cuscino candido, il suo viso era rilassato come non l'avevo mai visto prima d'ora, le ciglia raggiungevano quasi le guance, la mandibola dai lineamenti duri ma gentili e le labbra, leggermente socchiuse in quel momento, mi davano la sensazione che aspettassero solo un bacio per poter tornare a muoversi. Feci vagare gli occhi per qualche secondo sul suo corpo, senza riuscire a non pensare a quanto fosse bello ma non esageratamente muscoloso, e a come le sue braccia mi avessero circondata la sera prima, mentre ora stavano abbandonate sul materasso a pochi centimetri da me. Riportai gli occhi sul suo viso, soffermandomi nuovamente su quei piccoli petali rosso scuro, morbidi e poco carnosi, e senza riuscire più a resistere allungai l'indice per sfiorarle.

<<Non lo farei se fossi in te.>> si mossero quelle mormorando con tono basso, facendomi ritirare di scatto la mano. Il suo fiato caldo sembrava mi avesse bruciato il polpastrello non appena vi era entrato in contatto. Portai la mia attenzione sui suoi occhi, che si aprirono lentamente, mentre gli angoli della bocca si curvavano in un'espressione divertita.

<<Mi hai sorpresa, pensavo stessi dormendo.>> dissi passandomi una mano sul viso ancora assonnato, e cercando di mascherare l'imbarazzo per essere stata scoperta.

<<Avrei continuato a farlo se avessi smesso di fissarmi.>> ribatté lui alzandosi su un gomito per guadarmi, ora con gli occhi completamente aperti. Feci spallucce e iniziai a fissarmi i piedi coperti dai calzini, che la sera prima avevo dimenticato di togliere.

<<Da quanto tempo sei sveglio?>> domandai cercando di sembrare indifferente.

<<Un paio d'ore circa.>>

<<Credevo te ne saresti andato una volta sveglio.>>

<<Volevi che me ne andassi?>> Feci di nuovo spallucce, non sapendo proprio come rispondere. Ok, trovarlo nel mio letto era stata una bella sensazione, ma sembrava al tempo stesso una cosa troppo eccentrica. Già il fatto che la sera prima ci fossimo addormentati insieme mi faceva ancora dubitare della sua identità. Sentii il materasso muoversi sotto di me e dopo neanche tre secondi la sua mano alzò delicatamente il mio mento, facendomi incontrare i suoi occhi scuri e scintillanti.

<<E se io non me ne volessi andare?>> chiese, usando un tono roco che mi fece correre un brivido lungo la spina dorsale.

<<Ti caccerei fuori a calci.>> risposi riuscendo a sembrare irritata. Lui ridacchiò e, non so come, mi ritrovai di nuovo coricata sul letto, stavolta con il viso contro il suo petto scolpito e le sue braccia a circondarmi il busto. Riuscivo a sentire il suo profumo invadermi le narici.

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