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Dopo qualche ora una delle ragazze venne mandata a chiamarmi per presentarmi al cospetto dei Sovrani. Deglutii nervosa e li raggiunsi nella sala del trono, trovandoli in compagnia dei miei precedenti accompagnatori. Taras mi sorrise felice, mentre Galvorn aveva una faccia ancora più scorbutica del solito. Appena mi misi al loro fianco notai anche l'espressione seria del Re, e la cosa iniziò ad allarmarmi. E se non avesse accettato? Voglio dire, perché mai avrebbe dovuto? Non si poteva certo fidare di me dopo appena un giorno dal mio arrivo.

<<La tua richiesta è alquanto inusuale, giovane Lexy.>> disse con voce solenne, facendomi irrigidire come un bastone <<Ci servirà più tempo per prendere una decisione. Per ora ti limiterai a passeggiare per il villaggio in compagnia dei tuoi giovani accompagnatori, come già stabilito in precedenza.>> concluse, indicando con un cenno del capo i due al mio fianco.

<<Grazie mille Maestà. Cercherò di non mettermi nei guai.>> dissi accennando ad un inchino e sorridendo grata. Non m'importava se avessi dovuto limitarmi a camminare e parlare, già il fatto che avesse preso in considerazione la mia scelta mi rendeva più tranquilla. La Regina mi fece un occhiolino complice e trattenni una risata.

<<Con noi non ti accadrà nulla!>> esclamò Taras mettendomi un braccio intorno alle spalle. Galvorn sbuffò e salutò i Sovrani con un profondo inchino, dirigendosi poi verso l'uscita senza darci attenzione. Quando fummo anche noi fuori mi ci volle qualche secondo per abituarmi a tutta quella luce. Il paesaggio intorno si poteva descrivere in una sola parola: verde. Gli alberi si estendevano per miglia, dovunque mi girassi non vedevo che lunghe file di piante disposte a caso. Il giorno prima, camminando a testa bassa, non avevo potuto notare nulla di tutto quello. Per un attimo mi chiesi dove fossero tutti, poi ricordai i rami intrecciati e alzai lo sguardo. Proprio come mi aspettavo, decine di Elfi camminavano tranquilli sopra le nostre teste, ognuno verso la meta da raggiungere, senza far caso a noi. Probabilmente perché ci trovavamo a terra. Ci incamminammo tra gli alberi, Taras al mio fianco dopo avermi tolto il braccio di dosso e Galvorn, ovviamente, davanti a noi. Di sicuro il fatto di essere affidato come mia guardia del corpo non gli era andato molto a genio. Avrei voluto dirgli che non era dipesa da me questa scelta, ma poi pensai che avrebbe potuto prendersela ancora di più e rimasi zitta. Per un po' si respirò un'aria tranquilla, poi finalmente il mio nuovo amico prese la parola.

<<Allora bellissima, come mai vuoi sapere tutto di noi?>>

<<Non proprio tutto, ma diciamo molte delle vostre usanze. Credo che potrei abituarmi più velocemente in questo modo.>> risposi tranquilla <<Dovrò restare qui a lungo, tanto vale capire come sopravvivete.>>

<<Se lo fai per trovare il modo di scappare->>

<<Non è così.>> interruppi Galvorn, che si voltò per metà a guardarmi <<Non l'avevo neanche preso in considerazione. So bene di non esserne in grado.>> Mi fissò per qualche istante, per poi girarsi nuovamente.

<<Bene, perché altrimenti sarò costretto a catturarti di nuovo.>> Alzai gli occhi al cielo, facendo ridere Taras.

<<State calmi voi due, abbiamo appena iniziato il tour. Bene Lexy, dove e cosa vorresti sapere.>>

Passammo tutto il giorno in giro per il villaggio, o meglio, sotto di esso. Taras mi spiegò che esistevano costruzioni vere e proprie tra i rami più grossi, ma che venivano utilizzati dagli Elfi comuni per mangiare e dormire mentre loro, che invece facevano parte di una frazione dell'esercito che proteggeva il villaggio, dormivano su delle specie di amache formate da corde, arbusti e foglie grosse sospese nel vuoto. Quando me ne indicò alcune ribadii mentalmente la mia decisione, anche se modificata: non avrei mai e poi mai dormito come loro, mi sarebbe preso un infarto o sarei morta nel sonno spiaccicata al suolo. Il biondo rise per la mia faccia sconvolta, ricevendo una gomitata sul fianco. Il più grande invece si limitò a ghignare e prendermi in giro sul fatto che fossi una fifona. Gli rivolsi un'occhiataccia e cercai di assestare anche a lui una gomitata, che però schivò prontamente. Taras mi disse anche a che gruppo appartenevano: entrambi sentinelle, ma lui era specializzato nel curare ferite con medicazioni naturali, ed essendo pochi nel loro settore non si allontanava mai di molto dal villaggio, nel caso fosse servito anche il suo intervento. L'altro invece aveva scelto di diventare un guerriero vero e proprio. Osservai quest'ultimo a lungo, e non mi ci volle molto ad immaginarmelo sul campo di battaglia con lo sguardo impassibile e la freccia pronta ad essere scoccata. La cosa m'intimorì abbastanza in effetti, così riportai la mia attenzione su Taras, che mi raccontò del fatto che si allenassero spesso insieme e come il moro risultasse scontroso anche in quei casi.

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