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Indietreggiai spaventata da quel gesto improvviso, ma presto la paura si trasformò in irritazione: Galvorn.

<<Come immaginavo, non sei per niente forte.>> ghignò entrando e chiudendosi la porta alle spalle.

<<Ti ho detto di non apparire dal nulla!>> esclamai infuriata, stringendo le mani.

<<Ero qui fuori già da prima, non è colpa mia se non mi hai visto.>> Inspirai profondamente, se continuava a parlare così l'avrei preso a pugni.

<<Non avevi qualcosa da fare con Taras?>>

<<Sì, ma ho già finito la mia parte e me ne sono andato. Voglio sapere una cosa da te.>> Inarcai un sopracciglio.

<<Cioè?>>

<<...Cosa hai in mente?>> chiese dopo qualche attimo di silenzio, incrociando le braccia al petto. Mi si gelò il sangue nelle vene a quelle parole, ma cercai di mostrarmi indifferente.

<<Non ho nulla.>> Ripensai all'arco nascosto a pochi metri di distanza e sperai non si riferisse al mio piano di addestramento. Non poteva averlo scoperto così rapidamente.

<<Sì invece. Sei voluta tornare al campo oggi, ed hai fatto tutte quelle domande a Taras. Stai architettando qualcosa, non è vero?>> domandò con serietà, avanzando di un passo. Ne feci uno indietro per mantenere le distanze.

<<Ti sbagli, non sto architettando nulla. Sei tu ad essere paranoico.>> mormorai senza abbassare lo sguardo. Vidi i suoi occhi stringersi in due fessure, abbandonò le braccia lungo i fianchi. Fece un altro passo avanti, io mi allontanai, e continuammo così finché non mi ritrovai con le spalle al muro. Merda. Lo vidi sorridere compiaciuto e avanzare di un altro passo, tagliandomi ogni via di fuga.

<<Potrebbe anche essere, ma il mio sesto senso non sbaglia di solito.>>

<<Beh, stavolta ha sbagliato. E per tua informazione, non hai il diritto di sapere tutto della mia vita. Ci sono cose che riguardano solo me.>>

<<Fammi un esempio di una cosa che riguarda solo te.>> mormorò guardandomi intensamente negli occhi. Mi sembrò di venir risucchiata da quei buchi neri, ma feci appello a tutto il mio autocontrollo per non cedere.

<<Se riguarda me direi che non sono affari tuoi, non credi?>> risposi con tono sorprendentemente calmo, sfoggiando poi un sorrisino divertito.

<<Sono la tua guardia del corpo, tutto ciò che riguarda te coinvolge anche me. E non voglio finire nei guai per la tua cocciutaggine.>>

<<Pensi sia qualcosa di pericoloso e contro la legge? Mi offendi così.>> Si avvicinò ancora una volta, adesso c'erano pochi centimetri a separarci e sentivo il mio cuore cercare di uscire dalla gabbia toracica. Ero certa lo sentisse anche lui, ma non lo dava a vedere o semplicemente lo ignorava. Non mi era mai piaciuto stare attaccata alle persone in quel modo, e men che meno mi piaceva ora, con un elfo dalla faccia molto irritata e tutto muscoli di fronte.

<<Non provare a fare di testa tua, di qualunque cosa si tratti, capito?>> disse con sguardo severo.

<<Giusto per farti sapere, non è come pensi.>> riuscii a ribattere, anche se dovetti spostare il viso di lato e la voce mi uscì più bassa di quanto avessi voluto <<Il Re e la Regina ne sono a conoscenza, e te lo diranno quando sarà giusto farlo. Quindi smettila di incolparmi per cose che non ho intenzione di fare.>> Vidi con la coda dell'occhio i suoi allargarsi, per rivelare ancora di più l'iride scura e senza fondo, poi tornare alla misura standard di sempre, come se la notizia che i Sovrani lo sapessero l'avesse sorpreso. Rimanemmo in quel modo ancora un po', a fissarci a vicenda come cane e gatto, poi sembrò convincersi della mia innocenza e tornò sui suoi passi, lasciandomi così abbastanza spazio per respirare e calmare il mio cuore impazzito. Lo vidi dirigersi alla porta e fermarsi lì, poggiare le spalle sul pannello di legno e scrutarmi dalla testa ai piedi. Mi sentii nuovamente in soggezione sotto quello sguardo scuro e mi passai una mano tra i capelli, cercando d'ignorarlo mentre mi sedevo sul letto.

My Life NowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora