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<<Certo. >> disse in un sussurro, girandosi completamente verso di me e cingendomi la vita con un braccio. Un enorme sorriso mi stirò le labbra, e vidi la sua felicità riflettersi anche nei miei occhi. Sì, era senza dubbio quella. Mi poggiai contro il suo petto, sentendo il calore e l'inconfondibile profumo di muschio e pino selvatico circondarmi e liberarmi la mente da tutti i dubbi. Ero la sua ragazza. Lo ero davvero! Lo sentii depositarmi un bacio tra i capelli ancora legati, e poi alzarmi il viso per incrociare i nostri occhi.

<<Ricorda, sei la mia ragazza ora. Mia e di nessun altro.>> sussurrò ancora, prima di posare le labbra sulle mie e regalarmi un bacio intenso e pieno di sentimenti. Mi alzai sulle punte per approfondirlo, socchiudendo le labbra e facendo incontrare le nostre lingue. Non riuscivo a pensare ad una sensazione migliore delle nostre labbra a contatto, della dolcezza con cui mi toccava la schiena, i fianchi, le spalle. Lo avvicinai ancora per un attimo prima di staccarmi lentamente da lui.

<<Non voglio essere di nessun altro se non tua.>> sussurrai di rimando, facendolo aprire in un sorriso che andava da una parte all'altra del viso, e che mi fece perdere un battito. Era bellissimo, così bello che mi faceva male al cuore. Non c'era niente da fare. Mi accarezzò nuovamente la schiena, senza permettermi di allontanarmi di qualche altro millimetro.

<<Posso chiederti una cosa?>>

<<Da quando chiedi il permesso?>> dissi inarcando un sopracciglio, facendolo ridacchiare.

<<Hai ragione, ma non è una cosa che posso fare di testa mia.>>

<<Sentiamo.>> Indugiò qualche attimo sulle parole da dire. 

<<Posso restare a dormire con te, stanotte?>> Il mio cuore fece un triplo salto mortale. Galvorn? Nel mio letto? Stanotte? 'Ok calma, controlla il rossore alle guance e cerca di sembrare indifferente.' mi istruì la vocina, alla quale io ovviamente non diedi ascolto essendo completamente incapace di ragionare.

<<N-non s-so se è u-una buona idea.>> presi a balbettare, facendo l'ennesima figuraccia della giornata. 'Brava, tu sì che ci sai fare.' disse quella ironica. Scossi la testa per zittirla e riportai poi la mia attenzione sul moro, che mi guardava divertito.

<<Che c'è, hai paura?>> Strinsi gli occhi in due fessure ed un po' di coraggio tornò a scorrermi nelle vene. 

<<Ricordi cos'è successo l'ultima volta che l'hai detto, vero?>>

<<Sì, ma questa volta non chiedo niente d'impossibile.>> 'E ai miei ormoni non ci pensi?' avrei voluto gridargli, ma evitai assolutamente di farlo, per non sembrare una povera illusa costantemente eccitata.

<<Se lo scoprisse qualcuno?>>

<<Perché, ti vengono spesso a far visita di notte?>> chiese con ironia, anche se riuscii a percepire dell'irritazione nella sua voce.

<<No ovvio, ma->>

<<Allora problema risolto.>> annunciò, e senza dire altro prese il vassoio con i piatti sporchi e uscì, probabilmente per darli al primo domestico che avesse incontrato. Mi portai le mani ai capelli, chiedendomi come cavolo avrei fatto a dormire con un soggetto del genere nel letto. A parte il fatto che da solo avrebbe occupato metà letto, ma con cosa avrebbe dormito? Non aveva mica un pigiama dietro. Rabbrividii prendendo in considerazione la possibilità che potesse dormire mezzo nudo, o addirittura solo in boxer. Sempre che li portasse. 'Certo che li porta, idiota!' mi ricordò gentilmente la vocina. Era così strano sentirla tanto spesso? Forse stavo diventando pazza. Non sarebbe stata una sorpresa. Approfittai dell'assenza del moro per mettermi velocemente il pigiama e lavarmi faccia e denti. Mi buttai stanchissima sul letto e poco dopo sentii la porta aprirsi e chiudersi.

<<Peccato, mi sono perso lo spogliarello.>> ghignò Galvorn, ricevendo una mia occhiataccia. Lo ignorai e mi rimisi seduta il tempo necessario per infilarmi sotto le coperte, mentre lui mi raggiungeva e, dopo essersi svuotato le tasche di tutto quel che aveva, coltelli compresi, chiuse le tende e s'infilò nel letto al mio fianco, restando vestito così com'era. Pericolo scampato.

<<Perché stai in un angolo del letto?>> lo sentii ridacchiare nell'oscurità. Non potevo dargli torno, mi era messa il più lontano possibile dal suo corpo appena si era coricato. Non è che non mi fidassi di lui, ma avevo paura di muovermi troppo la notte e tirargli involontariamente qualche schiaffo.

<<Mi piace questa parte.>> replicai continuando a dargli le spalle.

<<Non fare la bambina e vieni qui, rischi di cadere.>>

<<Non sono una bambina.>> borbottai allontanandomi ancora di più. Poco dopo però qualcosa mi tirò dalla maglia, e mi ritrovai con la schiena poggiata a quei pettorali scolpiti e due enormi braccia a stringermi. Tentai di divincolarmi, ma la sua presa aumentò e lo sentii sussurrarmi qualcosa all'orecchio.

<<Smettila di agitarti, o giuro che ti lego al letto.>> Mi misi a ridere, non riuscendo proprio a prendere quella minaccia sul serio. <<Cosa ridi? Dico davvero.>>

<<Certo, come no.>> risposi continuando a non dargli soddisfazione. Ad un tratto sentii un suo braccio allontanarsi e l'indice sfiorarmi leggero sulla manica del pigiama, risalendo lungo il braccio per arrivare alla spalla e poi alla gola. Si poggiò alla base di essa ed iniziò ad andare su e giù lentamente, provocandomi un milione di brividi in tutto il corpo.

<<Sarei capace di farlo anche ad occhi chiusi.>> mormorò da sopra la mia testa, salendo per un'ultima volta lungo il collo per poi proseguire e raggiungere il labbro inferiore. Deglutii a vuoto e rimasi immobile, in attesa di un suo gesto o una sua parola. Quando però continuò a rimanere in silenzio chiesi, provocatoria nonostante l'evidente timore.

<<Perché allora non lo fai?>> Fui abbastanza certa che sorridesse, mentre allontanava la mano dal viso per tornare ad abbracciarmi come prima.

<<Preferisco tenerti stretta in questo modo, sei troppo morbida per potermi anche solo allontanare e recuperare una corda.>>

<<Stai insinuando che sono grassa?>> chiesi fintamente offesa, sentendolo scoppiare a ridere.

<<Se vuoi metterla così.>> gli tirai una gomitata, che però non gli fece nulla <<Scherzo. Avanti mettiti a dormire, è tardi.>>

<<Ok. Buonanotte idiota.>>

<<'Notte angelo.>> Trattenni il fiato e cercai di girarmi, riuscendo a farlo solo con la testa quel tanto che bastava per guardarlo in faccia, trovandolo già addormentato. Mi aveva appena chiamata "angelo"? Poggiai la testa sul cuscino, pensierosa. Quella parola mi aveva fatto ricordare una frase, una che pensavo fosse stata semplicemente frutto della mia immaginazione. Forse era così e quella era stata una coincidenza, ma non potevo che sentirmi lo stesso felice. Sorrisi assonnata e mi accoccolai meglio tra quelle calde e confortanti braccia, chiudendo gli occhi e facendomi trasportare nel mondo dei sogni.

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