Sempre cercando di restare impassibile e senza farmi vedere, poggiai una mano sulla parete dietro di me e mi concentrai su un punto alle spalle di Taras. Fu difficile mantenere la concentrazione e al tempo stesso far finta di niente davanti a lui, ma poco dopo dal muro spuntò un piccolo rametto, che allungandosi arrivò a toccargli la schiena. Lui sobbalzò e si voltò, notando subito l'intruso nella mia stanza che si ritirava lentamente dentro la parete, lasciandola poi liscia e intatta. Si voltò nuovamente verso di me, che lo guardavo stavolta con un sorriso compiaciuto.
<<Ti ho preso.>> dissi tutta felice.
<<Bene bene, hai capito al volo.>> disse avvicinandosi di un passo <<Ora però tocca a me prenderti.>> Il suo sorrisino mi fece correre un brivido lungo la schiena, e anche se mi sentivo stanca cercai di allontanarmi da quel punto per non ritrovarmi in trappola. Con uno scatto, però, lui si avvicinò a me prendendomi dai fianchi e sollevandomi di poco da terra.
<<Oddio Taras, che fai?? Lasciami!>> gridai ma senza poter evitare di ridere <<Non è giusto, non ero neanche partita.>>
<<Non importa, io il via l'avevo dato già da tre secondi.>>
<<E ti sembra abbastanza?>> chiesi ironica dimenandomi per essere messa giù, ma senza molti risultati. Non immaginavo fosse così forte, i suoi muscoli dovevano essere più sviluppati di quanto sembrassero.
<<Certo.>> affermò convinto <<E poi sei leggera come una foglia. Sicura di mangiare abbastanza?>>
<<Sicura. Adesso rimettimi giù, per favore.>>
<<Ai suoi ordini madamigella.>> disse con eleganza mettendomi piano con i piedi per terra. Eravamo alti quasi uguali, lui mi superava di qualche centimetro, così quando fui di nuovo sul pavimento notai quanto i nostri corpi fossero vicini. Mi allontanai ma alle mie spalle c'era la parete di prima, così abbassai un po' il viso. Taras era davvero bellissimo, quasi un principe azzurro con quegli occhi luminosi ed il sorriso sempre presente. Una bellezza esattamente opposta a quella di Galvorn, che invece mi ricordava più un cavaliere oscuro. Non sapevo come comportarmi quando me li trovavo davanti, non ero abituata a tutte quelle attenzioni da parte di persone così appariscenti. Un paio di dita mi sollevarono il mento, facendomi rialzare gli occhi nei suoi, azzurri e intensi come il cielo limpido fuori dalla finestra.
<<Vedo che il livido sul fianco non ti fa più male.>>
<<Che? N-no, no sto meglio. Galvorn mi ha curata.>> balbettai senza distogliere lo sguardo. Chissà perché avevo avuto il bisogno di specificare quell'ultima parte.
<<Quindi per una volta ha pensato anche a qualcun altro. Interessante.>> mormorò lasciandomi il mento. Si chinò in basso e mi lasciò un leggero bacio sulla guancia, facendomi arrossire all'istante, per poi prendermi e abbracciarmi forte. Posai la guancia contro il suo petto, sentendomi stranamente a disagio. Insomma, con lui ero sempre stata tranquilla e di buon umore, ma in quel momento tutta quella vicinanza mi aveva colto impreparata.
<<Scusa, ma non posso fare a meno di preoccuparmi per te.>> lo sentii dire da sopra la mia testa, come se avesse notato la tensione del mio corpo. <<Distorsione professionale.>> ridacchiò subito dopo. Sorrisi, ricambiando finalmente il suo abbraccio e sentendolo stringere di più intorno a me, quasi non mi volesse lasciar andare. Ci staccammo con un sorriso e finalmente mi diede più spazio per spostarmi, e andare a sedermi sul letto.
<<Comunque, eri venuto qui per chiedermi qualcosa?>> domandai dopo qualche secondo di silenzio. Mi si avvicinò sedendosi accanto a me.
<<Volevo dirti che, dopo averci pensato bene, ho deciso di non partecipare alle tue lezioni serali.>> Spalancai gli occhi, incredula a quelle parole.
<<Cosa- come? In che senso? Perché non vuoi??>> dissi a raffica senza nascondere la tristezza del tono. Perché aveva deciso così, di punto in bianco, di cambiare idea? Avevo esagerato troppo il giorno prima? Sentii una mano delicata posarsi sulle mie, strette a pugno sulle gambe, e rialzai gli occhi incontrando i suoi dispiaciuti.
<<Andrà bene lo stesso. Galvorn è molto più bravo di me nel tiro con l'arco, sarei solo un intralcio per entrambi.>>
<<Ma io preferisco te. Sei più bravo a spiegare di lui.>> Taras rise e strinse di più la presa sulle mie mani.
<<Ti sbagli, anche lui sa come insegnare. Certo, non è proprio il suo campo ma quando qualcosa gli interessa va fino in fondo.>> 'Come me.' pensai per un secondo, tornando poi a concentrarmi sul biondo. Non mi piaceva l'idea di non averlo al mio fianco, durante le nostre lezioni di base era stato essenziale per me e le mie crisi di nervi verso il moro. Avrei voluto averlo con me anche quella sera, però se si fidava così tanto dell'amico avrei dovuto fare lo stesso, no? In fondo aveva appena detto che si preoccupava per me, quindi non c'era motivo di fare tutte quelle storie. Sospirai e annuii con la testa, rassegnandomi. Lui mi sorrise e di nuovo mi ritrovai tra le sue braccia.
<<Ad una condizione però.>> dissi poi, allontanandomi quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi <<Devi insegnarmi ad usare il mio potere come ho fatto prima. Ieri sono riuscita a comandare quel ramo perché ero disperata, ma vorrei evitare di ritrovarmi in una situazione simile. Devo imparare ad usare più facilmente tutto ciò.>> I suoi occhi s'illuminarono, e non avevo neanche finito di parlare che lui mi rispose positivamente. Passammo un altro po' di tempo a parlare, gli raccontai della colazione di quella mattina con Noah e del discorso con la Regina, mentre lui mi parlò degli ultimi medicinali naturali che aveva creato e che, anche se non ancora testati, avrebbero dovuto fare effetto in pochi minuti. Era rimasto abbastanza sorpreso da quel che aveva fatto il ragazzino, aveva detto che non si aspettava una cosa del genere data la sua timidezza. Ora che ci pensavo bene, in effetti, forse non era stata una cosa tanto normale, però con me non si era comportato in modo strano, e aveva detto di aver fatto tutto quello perché me l'aveva promesso. Una volta che Taras se ne fu andato mi abbandonai con la testa sul cuscino, pensando a quel che mi sarebbe aspettato quella sera. Un allenamento con Galvorn, noi due da soli... mi metteva ansia e gioia al tempo stesso. Non so, il fatto era che quella mattina avevamo avuto una discussione non proprio delle migliori, non avevo ancora capito perché cavolo mi avesse sottoposto ad un interrogatorio per poi andarsene senza darmi alcuna risposta. Mi ero sentita arrabbiata e ferita, ma non avrei dovuto. Cioè, ignorava spesso le mie domande quando non voleva rispondervi, ed il muso lungo sembrava più la sua espressione quotidiana che quella occasionale. Non dovevo pensarci più, basta. Mi passai una mano sul viso fino a raggiungere la radice dei capelli, tutti ingarbugliati nella coda, e sospirai. La verità era che, quando stavo con lui, non sapevo come comportarmi. Avevo paura di farlo innervosire ancora di più e peggiorare il nostro già precario rapporto. 'Non so neanche che cosa siamo ora!' pensai ancora, mentre mi alzavo per raggiungere nuovamente la finestra. I bambini che giocavano poco prima erano spariti, ed il panorama aveva perso interesse dopo due settimane che lo guardavo. Se avessi avuto almeno il cellulare avrei potuto ascoltare la musica. Anzi, forse la cosa che mi mancava di più in quel momento era un libro. Sarà stupido da pensare, dato che la mia vita in quel momento sembrava parte di una storia fantasy, però ogni volta che non sapevo cosa fare mi ritrovavo con un libro in mano. Mi aveva sempre salvata dalla noia e fatto sorridere per le avventure che mi faceva immaginare. Chissà se Calime o qualcun altro aveva dei libri da qualche parte. Mi sarei accontentata anche di un manuale di cucito, e non è che ne andassi pazza. Uscii dalla stanza alla ricerca di qualche posto che potesse tenermi impegnata fino all'ora di cena, e girovagando finii nuovamente di fronte alla stanza del Fiore della Speranza. Osservai più attentamente le decorazioni sulla porta, tutti molti stilizzati ma con linee morbide e in rilievo, arrivando con gli occhi alla maniglia . Come sempre la curiosità ebbe la meglio e vi posai per la seconda volta la mano sopra, ma come in precedenza quella rimase ferma dov'era, nonostante cercassi di abbassarla per aprire. Doveva per forza essere chiusa a chiave, anche se non vedevo nessuna toppa sotto la maniglia. Che fosse in uno scompartimento segreto?
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My Life Now
AdventureEsistono creature fantastiche? Certo, sono dappertutto anche se non riusciamo a vederle. Forse perché non vi crediamo abbastanza. Per Lexy invece è facile come respirare, ma non si aspetterebbe mai di trovarsene uno davanti nel bel mezzo di una fore...