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Mi voltai pronta a gridargli di lasciarmi in pace, trovando però un Taras col fiatone. Doveva avermi rincorso fino a quel momento.

<<Cavolo, certo che corri per essere un'umana.>> disse tra un respiro e l'altro, facendomi sbuffare divertita. Anche con quell'umore era riuscito a farmi ridere, davvero bravo. Tornai subito seria, controllando se alle sue spalle ci fosse qualcun altro, senza vedere nessuno.

<<Volevo mettere più distanza possibile tra me e quell'idiota del tuo amico.>> risposi arrabbiata. Lo vidi trattenere una risata.

<<Lo so, quando parla in quel modo farebbe saltare i nervi a chiunque, ma non stava dicendo sul serio.>>

<<Sì invece, era serio.>>

<<Ok forse lo era. Ma hai già capito com'è fatto, non sa essere gentile con chi è accondiscendente, figurati con chi gli tiene testa.>>

<<Bene, allora non andremo mai d'accordo.>> risposi alzando gli occhi al cielo. Non che lo volessi, sia chiaro, quel tipo era insopportabile!

<<Benvenuta nel club.>> disse Taras facendomi finalmente sorridere. Niente, non riuscivo a smettere di adorarlo ogni secondo di più. <<Dubito ci raggiungerà presto, aveva l'aria di chi avrebbe preferito dormire a testa in giù piuttosto che parlare con qualcuno. Quindi potremmo tornare alla Grande Quercia, se non hai nient'altro da chiedere ovvio.>>

<<No, sono a posto così. Possiamo tornare.>> risposi. Mi mise un braccio sulle spalle e riaccompagnò verso casa, sotto lo sguardo di disappunto di qualche Elfo che incrociammo. Taras mi ripeteva di non farci caso e che presto avrebbero smesso, ma non ne ero poi così sicura. Soprattutto quando avrebbero scoperto della mia scelta d'imparare a combattere. Chissà se il Re aveva accennato qualcosa ai miei accompagnatori.

<<Taras.>> lo chiamai titubante.

<<Sì?>>

<<Di cosa avete parlato col Re stamattina, prima che arrivassi?>> Mi guardò per qualche istante aggrottando le sopracciglia.

<<Di niente in realtà, ci hai raggiunti pochi secondi dopo il nostro arrivo. Perché?>>

<<No, niente. Era giusto per sapere.>> risposi infine. Quindi non sapevano niente della mia richiesta privata alla Regina. Meglio così, magari gliel'avrebbero detto dopo aver preso una decisione. Arrivati davanti all'ingresso invitai Taras ad entrare, per farmi ancora un po' compagnia, ma disse di avere dei compiti da svolgere e di non potersi trattenere oltre. Mi baciò la mano come aveva fatto al nostro primo incontro, facendomi ridere imbarazzata, per poi voltarsi e scomparire rapidamente sugli alberi. Chissà, forse con un buon allenamento sarei riuscita anch'io a saltare da una parte all'altra senza finire con lo spiaccicarmi per terra. Entrai nella sala del trono trovando i due Sovrani seduti a discutere di qualcosa dall'aria importante, con altri Elfi dalla lunga barba, così il più silenziosamente possibile mi defilai diretta verso la mia stanza. Avevo voglia di starmene un po' per conto mio. Le parole di Galvorn mi tornarono in mente, e strinsi forte i pugni fino a conficcarmi le unghie nella carne. Come si permetteva di dirmi una cosa del genere? Imparare a stare al mio posto... come se avessi deciso di mia spontanea volontà di vivere in una quercia gigante sorvegliata ventiquattr'ore su ventiquattro! Se non fosse stato per la sua decisione di farmi incontrare i Sovrani, a quest'ora sarei con i miei genitori a parlare della mia università, o delle cose che avremmo potuto fare insieme. Era soprattutto colpa sua tutta quella situazione. Sentii gli occhi pizzicare e mi affrettai a raggiungere la camera e chiudermi dentro. Mi mancavano, mi mancavano davvero tanto. Speravo avessero ricevuto la mia lettera e si fossero tranquillizzati almeno un po', e soprattutto non avessero mandato nessuno nella foresta a cercarmi. Non volevo avere degli innocenti sulla coscienza. Strofinai gli occhi che continuavano a pizzicare e presi un profondo respiro per calmarmi. Era sera ormai, il sole stava tramontando in quel momento dietro i monti e mi sentivo più sola che mai. Avrei chiesto che mi fosse portata la cena in camera, non volevo vedere nessuno. Aprii l'armadio alla ricerca del comodo pigiama che mi era stato portato la sera prima, ma i miei occhi vennero catturati subito da quattro diversi completi elfici che mi lasciarono stupita per un attimo. Erano bellissimi e della mia misura. Come avessero fatto a fabbricarli in così poco tempo proprio non lo sapevo. Due di essi avevano una maglietta a giro maniche e dei pantaloncini simili a quelli che avevo addosso ma un po' più lunghi, probabilmente per non farmi sentire troppo freddo, mentre gli altri due presentavano una gonna lunga fino al ginocchio e svolazzante (come facevano a sapere che erano le mie preferite?!) e un top non troppo scollato munito di giacchetta. Questi li avrei usati molto meno, avevo sempre optato per dei pantaloni, di sicuro molto più comodi per muoversi. Ognuno era diverso dall'altro, con motivi semplici o ricchi di dettagli, ed era inutile specificare che mi piacessero tutti. Non sapevo con che materiale fossero stati fatti, ma erano leggeri e morbidi come il pigiama. Incuriosita ne presi uno e andai in bagno a provarlo. La maglietta era poco attillata, di un grigio tenue con ghirigori sul busto e la schiena, mentre il pantaloncino era nero e comodo, completo di tasche e senza alcun particolare. Non c'erano cerniere o bottoni, ma in compenso avevano il bordo elasticizzato. Dopo essermi vestita sciolsi la coda che avevo tenuto tutto il giorno, e feci un passo indietro per ammirarmi: semplicemente fantastici. Dovevo un favore enorme alla Regina per tutto questo. Mi aggiustai ancora un po' i capelli e tornai in stanza, camminando avanti e indietro per vedere come mi ci trovassi. Li sentii adattarsi al mio corpo come fossero una seconda pelle. Niente, non avevano neanche un difetto. Ero entusiasta di avere altri vestiti oltre ai miei, e feci per tornare in bagno quando bussarono alla porta per entrare subito dopo. Il sorriso sulle mie labbra sparì velocemente, sostituito da un'espressione infastidita appena mi trovai Galvorn, immobile sulla soglia, intento a squadrarmi da capo a piedi con la bocca socchiusa. Sembrava stupito di vedermi vestita in quel modo, ma non capivo perché. Erano semplici vestiti elfici, di certo non era la prima volta che vedeva una ragazza indossarli. Se avesse commentato anche su questo l'avrei cacciato via a calci. Si riprese quasi subito dal momentaneo stato di trance ed entrò chiudendosi la porta alle spalle. Inarcai un sopracciglio infastidita. Chi gli aveva dato il permesso di entrare come se nulla fosse nella mia stanza?

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