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<<Già stanca ragazzina?>> ghignò Galvorn di fronte a me, seduto su uno dei due rami. Riaprii gli occhi che avevo chiuso per un secondo e gli feci una linguaccia, facendolo ridacchiare. Per un attimo la sua risata mi lasciò con la mente in bianco. Non l'avevo mai sentito ridere finora, e dovevo dire che fosse del tutto diversa da quella di Taras: mentre quella del biondo era allegra e coinvolgente, la sua mi procurava un brivido lungo la schiena, tanto era bassa e sexy. Avevo appena pensato che fosse sexy?? Sul serio?! Mi passai una mano sul viso e sugli occhi. Forse aveva ragione il moro, dovevo essere ancora addormentata. Feci un sospiro rassegnato e mi rialzai, cercando di non guardare troppo in basso. Improvvisamente faceva davvero caldo. Mi tolsi la giacca di dosso e la legai intorno alla vita, assicurandomi che non fosse troppo stretta e non m'impedisse i movimenti. Sentendomi osservata rialzai lo sguardo, trovando Galvorn intento a fissarmi, anzi squadrarmi da capo a piedi, come se mi vedesse per la prima volta. Teneva la fronte aggrottata e faceva vagare gli occhi su ogni centimetro del mio corpo. Sentii le guance riscaldarsi velocemente e istintivamente feci un passo indietro, andandomi a schiantare contro il tronco e rischiando di scivolare sul muschio. Strizzai gli occhi appena sentii il piede toccare il vuoto, e mi preparai a sentire la gravità risucchiarmi verso il basso, ma un paio di mani forti mi presero dalle spalle e riportarono nella posizione iniziale. Riaprii piano gli occhi, trovandomi l'Elfo moro vicinissimo e intento a tenermi per evitare che cadessi, e solo in un secondo momento mi accorsi di essermi aggrappata a lui per la maglia e di starlo ancora stringendo forte. Allentai la presa senza però lasciarlo, e lui allontanò le mani da me per poggiarle subito dopo sul tronco alle mie spalle, chiudendomi in una specie di gabbia protettiva. Il suo corpo si spostò più avanti verso il mio, accelerando così il mio battito cardiaco. Cos'avevo pensato prima sulla sua vicinanza? Che fosse fastidiosa? Beh, ora potevo affermare che mi metteva in agitazione come nessun altra cosa al mondo. Deglutii e spostai gli occhi per interrompere il contatto visivo con lui, abbassando il viso per cercare di nascondere il rossore che di sicuro mi stava colorando da orecchio a orecchio. Perché non si allontanava di nuovo? Aveva paura che cadessi e mi spiaccicassi a terra? O... non sapevo cosa pensare esattamente in quel momento, mi sentivo al tempo stesso intimorita e al sicuro, con lui di fronte a me. Continuavo ad evitare i suoi occhi, ma sapevo fossero ancora puntati su di me e la cosa mi rendeva sempre più nervosa. 'Per favore, per favore allontanati.' pensai più e più volte, sperando che mi capisse. All'improvviso qualcosa di luminoso mi colpì sul viso, facendomi sobbalzare e alzare gli occhi di scatto, per incontrare i primi raggi del sole che mi scaldavano un lato della faccia, mentre l'altro restava oscurato dall'ombra di Galvorn. Anche i suoi occhi sarebbero dovuti rimanere in ombra, ma la luce riflessa dalla mia pelle pallida colpì lo stesso le sue iridi, mostrandole di un nero più chiaro ma intenso e con pagliuzze dorate intorno alla pupilla. Non pensavo potessero essere ancora più belle di quanto già non fossero normalmente.

<<Wow...>> mi lasciai sfuggire, completamente immersa in quel mare nero e oro. Il silenzio si ruppe come una bolla di sapone ed il suo sguardo, fino a quel momento fisso sul mio, tornò consapevole e stupito di cosa avesse appena fatto. Come se lo avesse attraversato una scossa elettrica si allontanò di scatto da me, mettendo un piede in fallo e rischiando lui stesso stavolta di cadere tra i due rami. Senza neanche sapere, come allungai una mano e lo afferrai per un braccio, trattenendolo e tirandolo in avanti senza il minimo sforzo. Mi guardò senza più nascondere la sorpresa di ciò che avevo appena fatto, mentre io lo lasciavo andare incrociando le braccia davanti al petto per nascondere un leggero tremito.

<<Cosa c'è?>>

<<Come hai... >> iniziò a chiedere, ma subito scosse la testa e riassunse la sua aria seria. <<Lasciamo stare. Riprendiamo la salita, il sole sta sorgendo.>> Senza aggiungere più una parola entrambi riprendemmo a salire, ma facemmo giusto un paio di metri prima di decidere che fosse troppo pericoloso per me e iniziare quindi la discesa. Fu davvero difficile, proprio come lo era stato la prima volta che ci avevo provato con Taras, ma per fortuna questa volta non mi feci prendere troppo dalla paura di cadere. Insomma, per quella mattina avevo già rischiato la vita, giusto pochi minuti prima, finendo per essere salvata nuovamente da Galvorn. Eravamo stati molto vicini, quasi a sfiorarci col naso, ed avevo sentito il suo petto muscoloso anche attraverso il tessuto della maglia, così come la pelle tesa del braccio abbronzato. 'Concentrati!' disse la vocina nella mia testa, e per una volta l'ascoltai e accantonai le mie sensazioni, almeno finché non avessi rimesso piede per terra. Una volta giunti sul suolo erboso, trovai il coraggio di guardare Galvorn dritto in faccia, cosa che avevo evitato di fare finora.

<<Grazie per->>

<<Non ce né bisogno.>> m'interruppe lui <<Hai fatto lo stesso con me, siamo pari.>>

<<Va bene.>> mormorai delusa dal suo tono di voce. Di nuovo in silenzio riprendemmo la strada per tornare alla quercia, ma un pensiero mi si affacciò nella mente e non potei evitare di parlarne col moro.

<<Galvorn? Vorrei andare da Taras.>> Lui si bloccò di colpo, e si voltò fissandomi come se avessi appena bestemmiato.

<<Cosa?>>

<<Voglio andare da Taras.>> ripetei con tono più alto e deciso. <<Voglio parlare con lui di una cosa.>>

<<Puoi farlo più tardi, quando avrà finito i suoi compiti.>> rispose serio tornando a voltarsi, ma prima che mettesse un piede avanti lo presi per il braccio, bloccandolo.

<<Per favore. È importante.>> lo supplicai. Non pensavo sarei arrivata a farlo, anzi, non lo avrei mai fatto, ma volevo parlare subito col biondo. Volevo capire se fosse colpa mia il fatto che non avesse potuto assistere al mio allenamento quella mattina. Quel pensiero mi aveva martellato la mente dal primo momento che avevo notato la sua assenza. Galvorn tornò a guardarmi con la fronte aggrottata, ma io rimasi in quella posizione finché non sospirò ed annuì con la testa. Un sorriso mi stirò le labbra e strinsi per un attimo la presa sul suo braccio, per poi lasciarlo ed iniziare a muovermi impaziente qua e là. Non sapevo dove si trovasse il loro accampamento, quindi l'unico su cui potevo contare era il moro, che però non sembrava sicuro di cosa fare in quel momento. Aveva per caso cambiato idea in un nanosecondo?

<<Allora? Dove si trova?>>

<<Sugli alberi ovviamente.>> Smisi di saltellare qua e là e sgranai leggermente gli occhi.

<<Sugli alberi?>>

<<Certo, cosa pensavi?>> domandò arcuando un sopracciglio.

<<Credevo si trovasse vicino il campo d'allenamento...>>

<<Saremmo troppo esposti lì, in più chi si allena di notte fa un baccano tale che impedirebbe agli altri di dormire.>> Mi prese per un braccio e iniziò a trascinarmi, con più delicatezza del solito questa volta, tra tronchi e rami bassi, finché non arrivammo in prossimità del villaggio. A quel punto si fermò di fronte un alto albero ed indicò con una mano la costruzione al di sopra di essa. Era grande e ricoperta di rampicati, per mimetizzarla col resto della foresta, e occupava quasi tutti i rami della pianta su cui poggiava. Era munita di una specie di passerella che portava all'albero vicino, su cui erano appese le amache usate dai soldati per dormire. Solo a guardarle mi vennero i brividi. Ripeto: non avrei mai dormito lì, neanche se mi avessero pagato.

<<Quindi dobbiamo salire lassù.>> confermai, più a me stessa che all'altro. Riportai gli occhi sul tronco e ne studiai la struttura. Era un semplice abete dalla corteggia rovinata e su cui c'erano incise alcune tacche superficiali. Chissà cosa significavano.

<<Tu devi salire lassù.>> mi corresse lui.

My Life NowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora