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Lo guardai negli occhi, pensando a quel che aveva appena detto. Stava scherzando, SICURAMENTE stava scherzando... no? Forse avevo capito male.

<<La Grande Quercia?>> domandai scettica.

<<Esatto.>> rispose lui con sicurezza <<Lì saprò che fare con te.>>

<<...Stai scherzando, vero?>> chiesi con una nota di incertezza nella voce.

<<Perché dovrei? Abbiamo già perso abbastanza tempo, quindi fa la brava e andiamo.>> Si avvicinò per prendermi dal braccio, ma io indietreggiai velocemente, mantenendo la distanza tra noi mentre sentivo lo stomaco stringermi. Avevo il cervello ingarbugliato, non riuscivo a pensare a qualcosa di sensato da dire. O meglio, avevo miliardi di frasi in testa ma nessuna sembrava riuscire a raggiungere la bocca. Lui inarcò un sopracciglio e si fermò, visibilmente infastidito dal mio atteggiamento. Credeva sul serio che, solo perché l'aveva deciso lui, avrei accettato quella decisione senza protestare e seguito fino a... dove esattamente? Non sapevo neanche quanto fosse distante, e sospettavo che i suoi amici non mi avrebbero accolto a braccia aperte.

<<I-io non posso venire.>> mormorai, sentendo la voce tremare leggermente. Perfetto.

<<Sì invece, e ti ci poterò con la forza se necessario.>> rispose lui cercando di nuovo di avvicinarsi. Indietreggiai nuovamente, ma presto mi trovai con la schiena contro un albero, bloccata. Fece un sorrisino vittorioso quando se ne accorse e continuò lentamente ad avvicinarsi. Sembrava una pantera di fronte la sua sventurata preda. In questo caso io.

<<Non provare ad avvicinarti ancora!>> gridai con voce un po' più ferma <<Sul serio, non intendo farmi trascinare in chissà quale posto sperduto. Non mi fido di te.>>

<<Come io di te.>> ribatté arrivando ad un paio di passi da me <<Credimi, neanche a me piace, ma non ho altra scelta.>> Si fermò in quel punto e continuò a guardarmi negli occhi, cercando quasi di capire cosa stessi pensando. Allungò una mano, ma gliela schiaffeggia e la ritirò velocemente, irritato.

<<Avanti, non fare la bambina capricciosa.>> disse frustrato. Forse aveva davvero pensato che sarebbe stato facile portarmi con lui. Be' si sbagliava, non mi sarei lasciata convincere così facilmente.

<<Non voglio venire.>> ripetei decisa, incrociando le braccia davanti al petto. Lui aggrottò la fronte arrabbiato e fece un altro passo avanti, mettendo in evidenza la sua statura e togliendomi ogni via di fuga.

<<Tu verrai con me. Ora.>> mormorò con tono basso, guardandomi come se avesse voluto trafiggermi. Sostenni il suo sguardo, anche se non potei evitare di rabbrividire.

<<No.>>

<<Perché cavolo sei così testarda?!>>

<<Perché vorrei evitare di finire infilzata da un centinaio di frecce seguendoti, forse?>> sbuffai <<Sicuramente i tuoi amichetti non mi prenderanno in simpatia appena vedranno che sono umana, e che conosco la vostra esistenza. Esattamente come te d'altronde.>> conclusi alzando un sopracciglio. Lo vidi corrugare di nuovo la fronte, pensieroso. Forse ero riuscita a convincerlo.

<<Nessuno proverà a farti del male se mi starai vicino. Sanno che sono il migliore tra loro nel capire chi è pericoloso e chi no.>> ribatté con sicurezza. Cosa credeva di essere, un radar anti-cattivi?

<<Quindi io non sarei pericolosa?>> chiesi in un misto di delusione e fastidio. Ok, non ero una macchina da guerra ma cavolo, un po' di autostima poteva anche lasciarmela! Ghignò divertito e scosse la testa, facendomi crollare le spalle. Continuai a guardarlo, anzi studiarlo, mentre lui manteneva gli occhi fissi nei miei, imperturbabile.

My Life NowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora