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Sentivo un certo imbarazzo ad averlo lì,  dopo quanto appena successo, ma era comunque meglio risolvere subito la questione avendone la possibilità.

<<Galvorn->>

<<Mangia.>> m'interruppe lui voltandosi a guardarmi. Rimasi con la bocca socchiusa, non capendo.

<<Come?>>

<<Devi mangiare, l'allenamento di oggi ti ha tolto molte energie.>> Mi avvicinai piano a lui e presi posto sull'unica sedia disponibile, sotto il suo sguardo serio e che metteva in soggezione. Avrei voluto ribattere, ma farlo arrabbiare ancora non era nei miei piani. Però il suo comportamento mi dava la sensazione di dover stare ancora più attenta, come se fosse una bomba pronta ad esplodere. Iniziai docilmente a mangiare ciò che avevo nel piatto, guardandolo di tanto in tanto mentre si andava a sedere sul mio letto, proprio di fronte a me. Restammo a scrutarci per alcuni minuti, come sottofondo solo il rumore della mia forchetta contro il piatto. Anche masticare mi sembrava assordante in quel silenzio teso.

<<Quel che hai detto prima,>> iniziò ad un tratto lui, continuando a guardarmi <<è stato ingiusto da parte tua.>> Ingoiai a fatica il boccone e poggiai la forchetta sul piatto. Non riuscivo a mettere nella stomaco nient'altro sotto quella sguardo di fuoco. Non che avessi chissà quanta fame in realtà.

<<Lo so, e mi dispiace.>>

<<Ma era giusto.>> aggiunse subito dopo, lasciandomi ancora più confusa di quanto già non lo fossi. Lo guardai più attentamente, cercando qualcosa che mi desse un indizio su cosa stesse realmente pensando.

<<Sicuro di sentirti bene?>> Lui sbuffò e mise su la solita aria annoiata di quando doveva spiegare qualcosa di troppo complicato ad un bambino.

<<Certo, non farmi domande stupide. Sto cercando di essere gentile con te.>>

<<Ma è questo il punto: non dovresti! Ti ho trattato male, ho detto cose che non avevano capo né coda e tu stai lì tranquillo a ragionare!>> dissi a voce alta alzandomi e iniziando a gesticolare. È vero, quando non riuscivo a capire una cosa iniziavo a gesticolare come una pazza. Lui alzò un sopracciglio, apparentemente sorpreso dalle mie parole.

<<Vorresti vedermi andare in giro a distruggere alberi come l'ultima volta?>>

<<No, certo che no!>> dissi, presa per un attimo dal panico che tutta la sua calma potesse sparire, come un pupazzo di neve al sole <<Però non mi aspettavo neanche che mi portassi la cena in camera.>> Lui abbassò un attimo lo sguardo, poi si alzò e avvicinò alla finestra, guardando qualcosa di indefinito nell'oscurità. Non sapevo cos'altro aggiungere, così me ne restai in piedi dov'ero, quasi senza respirare.

<<In realtà è stato un caso. Mentre scendevo per uscire da qui sono passato davanti la porta della cucina ed ho incontrato un tipo bassino... credo sia amico di quell'idiota di Taras... che stava portando su il vassoio. Mi sono offerto di farlo al posto suo, giusto perché mi sembrava andasse di fretta.>> Si voltò alla fine con aria tranquilla <<Tutto qui.>> Ci misi un attimo ad elaborare il tutto, ma quando lo feci socchiusi la bocca per la sorpresa. Lui che faceva un gesto tanto gentile, per di più a qualcuno che non conosceva, e che includeva la persona con la quale aveva appena litigato? Non potevo assolutamente crederci. Era estremo anche per lui. Doveva esserci stato qualcos'altro dietro per fargli prendere quella decisione. Alzai un sopracciglio e incrociai le braccia.

<<Scusa, ma non riesco proprio a crederci.>> dissi esternando i miei dubbi.

<<Beh è così, non m'importa se ci credi o no.>> sbuffò lui, apparentemente offeso dalla mia frase. Come potevo crederci tanto facilmente conoscendo il suo caratteraccio? 'Però,' iniziò la vocina nella mia mente 'anche il fatto che sia così controllato dopo quel che gli ho detto non è da lui. Magari sta davvero cercando di essere gentile.' Sospirai rassegnata e mi lasciai cadere sul letto. Capire quell'Elfo era quasi più difficile di un test a sorpresa di matematica.

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