<<Perché stavi piangendo prima?>> chiese lui d'un tratto, lasciandomi con la posata a mezz'aria.
<<Come fai a dirlo con certezza?>> chiesi a mia volta, sperando di lasciarlo in dubbio. Mi lanciò uno sguardo da "Credi di potermi mentire?" con un sopracciglio alzato, così sospirai rassegnata e posai la forchetta sul piatto. Improvvisamente mi era passata la fame.
<<Mi ero arrabbiata per quel che avevi detto stamattina. Mi avevi lanciato accuse basate sul nulla e.. beh.. quando mi arrabbio troppo va sempre a finire così. Non posso controllare le lacrime che mi escono, nonostante mi piacerebbe farlo.>> conclusi facendo un sorriso per alleggerire la situazione, che tuttavia sembrò più una smorfia. Lui non ricambiò, restando ad analizzare ogni particolare del mio viso e costringendomi così ad abbassare gli occhi. Mi morsi le labbra mentre ripensavo alle sue parole, però al tempo stesso quelle che mi aveva rivolto solo pochi minuti prima mi avevano del tutto alleggerito lo stato d'animo. Si era ufficialmente scusato con me, aveva affermato di essersi comportato in quel modo perché era geloso (ok, magari non aveva usato esattamente quelle parole, ma più o meno il succo era quello), quindi non potevo restare arrabbiata con lui a lungo. Improvvisamente una mano mi sollevò il mento e mi ritrovai i suoi occhi scuri molto più vicini di quanto mi aspettassi. Volevo ritirarmi e mettere un po' di distanza tra noi, ma le sue iridi mi tenevano incatenata ad esse.
<<Non mi piace ripetere le cose e lo sai, ma dirò questo giusto per chiarire del tutto le cose: ho sbagliato, la prossima volta ci penserò meglio prima di prendermela con te.>> Quelle parole mi procurarono un brivido lungo tutta la spina dorsale, così come stava facendo il calore della sua mano a contatto con la mia pelle. Riuscii a malapena ad annuire debolmente prima di essere liberata, e guardarlo mentre si risistemava al suo posto con un angolo della bocca alzato in un mezzo sorriso. Scossi la testa per tornare alla realtà e sentii le guance riscaldarsi, realizzando quel che aveva appena fatto. Cavolo, quando faceva così non sapevo più cosa pensare di lui. Iniziai a giocherellare con quel che avevo nel piatto, cercando al tempo stesso di rompere quel silenzio imbarazzante.
<<Allora... cosa hai fatto prima di venire qui?>> chiesi con indifferenza, continuando ad evitare il suo sguardo.
<<Un giro del perimetro, ordini del Generale.>> rispose col mio stesso tono. Mi tornò in mente la figura barbuta del loro capo e sbuffai divertita. <<Perché ridi?>> domandò lui curioso.
<<Niente, è che stamattina l'ho incontrato quando sono andata a trovare Taras. All'inizio mi ha fatto paura, poi però ho capito che fosse solo un tipo attento a ciò che ha intorno. Sembra ci tenga davvero tanto ai suoi uomini.>>
<<E' così infatti, non passa un giorno senza rimproverarci e dirci cosa dobbiamo e non dobbiamo fare.>>
<<Avete lo stesso carattere.>> mormorai sovrappensiero. Lui aggrottò la fronte per poi fare una smorfia infastidita che mi fece sorridere.
<<Non dirlo neanche per scherzo. Non diventerò un barbone lamentoso come lui quando raggiungerò la sua età.>> disse con enfasi. Non riuscii ad evitare di ridacchiare a quel suo commento.
<<Perché, quanto ti manca ancora?>>
<<Un bel po', credimi.>> Ora mi stava incuriosendo.
<<Quanti anni hai?>> Mi fece un sorrisino divertito.
<<Intendi anni umani o elfici?>> Alzai gli occhi al cielo.
<<Elfici?>>
<<Ventitré.>> disse, poi continuò con lo stesso sorrisino di prima <<Perciò non sai che un anno della nostra vita->>
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My Life Now
AdventureEsistono creature fantastiche? Certo, sono dappertutto anche se non riusciamo a vederle. Forse perché non vi crediamo abbastanza. Per Lexy invece è facile come respirare, ma non si aspetterebbe mai di trovarsene uno davanti nel bel mezzo di una fore...