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Come la volta precedente i suoi occhi si spostarono sulle mie labbra, restando questa volta a fissarle con più intensità. Trattenni il respiro senza sapere bene cosa fare, ma quando sentii la sua mano muoversi nuovamente e toccare le mie dita sobbalzai e le allontanai di scatto dalle sue. Sentivo le guance andare a fuoco e il respiro corto, come dopo una lunga corsa. Anche Galvorn si allontanò di più da me, mettendo questa volta mezzo metro di distanza, mentre sul suo viso compariva un'espressione indecifrabile e le guance gli si coloravano leggermente. Mi ritrovai a chiedermi cosa stesse pensando in quel momento di ciò che stava per succedere, ma scacciai subito quel pensiero. Bastava ripensarci e sentivo le guance ancora più calde. L'aria si era di nuovo riempita di tensione, e l'unica cosa che riuscivo a fare era fissarlo mentre teneva il volto basso e giocherellava con la coperta di foglie. Sembrava vagamente in imbarazzo. Non potei evitare di sorridere a quel pensiero, e appena lui se ne accorse mi fissò con aria confusa e infastidita.

<<Che c'è?>>

<<Sei a disagio. Non capita spesso di vederti così.>> risposi tranquillamente. Mise su un'aria ancora più infastidita.

<<Non lo sono. Ho la stessa faccia di sempre.>> affermò brusco.

<<Bugiardo.>> gongolai, e senza poterlo evitare scoppiai a ridere. Il moro mi guardò come se fossi diventata pazza, e questo non fece altro che aumentare le mie risate. Mi sentivo stranamente euforica in quel momento, e non riuscivo a smettere di esserlo. Mi buttai a pancia in su verso i piedi del letto, lasciandomi andare alle risate nonostante lo sguardo incredulo dell'altro.

<<Sei proprio strana.>> commentò, continuando a scrutarmi.

<<Grazie.>> risposi smettendo di ridere ma senza togliermi il sorriso dalle labbra. Aggrottò la fronte, forse cercando di capire se lo stessi prendendo in giro o meno, poi scosse la testa e si alzò raggiungendo il tavolo, su cui il cibo ormai freddo era rimasto abbandonato. Prese tutto il vassoio e tornò sul letto, posandolo tra di noi. Mi alzai mettendomi a gambe incrociate ed evitando fortunatamente di far cadere tutto.

<<Finisci di mangiare e va a dormire, domattina devi svegliarti presto.>> Si avviò verso la porta, ma la mia voce lo fermò prima che potesse aprirla.

<<Galvorn.>> si girò in attesa che continuassi <<Quel che ti ho detto prima, sul fatto dei miei diritti... lo pensavo davvero, ma è stato cattivo dirtelo in quel modo. La prossima volta ci penserò meglio prima di farlo.>> Lui continuò a guardarmi, e per un secondo riuscii a intravedere un piccolo sorriso sulle sue labbra, come se avesse apprezzato la mia sincerità. Fece un cenno con la testa ed uscì dalla stanza, lasciandomi sola con la mia cena fredda ed un sorriso compiaciuto sul volto.

Il mattino seguente mi svegliai e vestii prima ancora che il sole sorgesse, giusto per non dare a Galvorn la soddisfazione di venirmi a buttar giù dal letto personalmente. Non che glielo lasciassi fare, ovvio, ma sembrava gli piacesse darmi fastidio appena c'incontravamo, quindi tanto valeva rovinargli il divertimento. Mentre mi legavo i capelli in una coda alta mi tornò in mente ciò che era (quasi) successo la sera prima: entrambi molto vicini, lui che parlava con quel tono sorprendentemente suadente, e mi lasciava pietrificata sotto il suo sguardo di fuoco. Le guance tornarono a riscaldarsi come già accaduto e scossi la testa per togliermi quel pensiero. Era stato tutto un caso, aveva cercato di prendermi in giro finendo per ottenere un effetto diverso. Non era stato niente che non fosse troppo prevedibile. Credo. Diedi un'ultima veloce occhiata allo specchio, avevo messo il solito completo pantaloni militari e canotta nera, oltre alla giacca dato che si moriva di freddo a quell'ora, ed aprii la porta uscendo giusto in tempo per vedere una faccia ben nota sbucare dalle porte dell'ascensore. Il suo sguardo passò da indifferente a stupito per un battito di ciglia, ma non durò molto. Una cosa la dovevo ammettere: era davvero bravo a nascondere ciò che provava.

<<Già sveglia a quest'ora?>> domandò con finto tono sorpreso. Lo raggiunsi con un sorriso ironico, e lo superai entrando nel mezzo medievale.

<<Sì, non vedevo l'ora di iniziare.>> risposi. Si mise al mio fianco poco prima che le porte di chiudessero, e iniziammo la discesa. Nell'abitacolo non volava una mosca, e mi sentivo nuovamente piccola e inerme vicino a lui. Nessuno sembrava avesse intenzione di cominciare un discorso, e forse era meglio così, mi dava la possibilità di lanciargli occhiate furtive di tanto in tanto. Cercavo di capire cosa stesse pensando in quel momento, se gli fosse già tornata in mente la troppa vicinanza del giorno prima o se avesse deciso semplicemente di ignorare l'accaduto. Avrei dovuto fare lo stesso, lo so, continuare a pensarci non faceva altro che peggiorare il mio stato emotivo, ma era più facile a dirsi che a farsi. Le porte finalmente si aprirono, e scattai in avanti sorprendendo entrambi. Solo quando uscii dal grande portone in legno mi accorsi della manca di qualcuno.

<<Dov'è Taras?>> chiesi allora, girandomi appena Galvorn mi ebbe raggiunto.

<<Non c'è.>> rispose con tono indifferente e sguardo duro. Sembrava quasi seccato che glielo avessi chiesto.

<<Perché no?>> continuai ignorando la sua ovvia risposta. Non mi sarei lasciata intimorire dal suo sguardo, volevo sapere perché il mio quasi-migliore amico non fosse presente.

<<Senti, aveva delle cose da fare stamattina e non è potuto venire, quindi rassegnati.>> disse esasperato, superandomi ed iniziando ad inoltrarsi nella foresta per raggiungere il punto di allenamento di ieri. Mi affrettai a raggiungerlo e stavo già per aprir bocca e chiedere più dettagli, quando vidi un'ombra muoversi dietro un albero. Mi bloccai all'istante, come se avessi appena messo radici, ed il cuore iniziò a battere più veloce. Cos'era quella sensazione di disagio che sentivo? Galvorn si voltò verso di me e mi guardò con occhi interrogativi, come a chiedermi perché mi fossi fermata.

<<Non hai visto niente?>> chiesi preoccupata.

<<Visto cosa?>>

<<Quella cosa vicino all'albero.>>

<<Non c'è niente da queste parti se non animali.>> affermò, e mi prese per un braccio intimandomi di muovermi.

<<Ma era più grande di un animale!>> Mi lanciò uno sguardo perplesso.

<<Sei sicura di non star ancora dormendo?>> chiese ironico. Gli lanciai a mia volta un'occhiataccia e strattonai il braccio liberandomi dalla sua presa.

<<Sono SICURA di aver visto qualcosa lì, prima.>> m'impuntai. Lui sospirò rassegnato e si passò una mano sul viso.

<<Qualunque cosa fosse adesso è andata, quindi muoviamoci anche noi.>> disse alla fine, riprendendo a camminare senza però cercare nuovamente di trascinarmi. Che si fosse rassegnato? Lasciai che mi distanziasse di alcuni passi prima di seguirlo. Sentivo la sua presa ancora sul braccio, come se la pelle bruciasse nel punto in cui mi aveva toccato. Lo strofinai cercando di eliminare quella sensazione che mi metteva a disagio. Non dicemmo più una parola finché non fummo al nostro piccolo campo privato, a quel punto Galvorn mi spiegò che ci saremmo di nuovo arrampicati come il giorno prima, arrivando poco più in alto, e che questa volta avrei dovuto imparare a scendere da sola. Una parte di me ne era grata perché non sarei dovuta stargli nuovamente attaccata, un'altra invece era preoccupata e... triste? Forse. Non potevo negare che mi piacesse il suo profumo e le sue braccia intorno alla vita, così forti e protettive... 'Ok ora basta, sto davvero divagando! Devo concentrarmi!' pensai dandomi mentalmente un pugno in testa e iniziando ad arrampicarmi sui rami. Era ormai la terza volta che ci provavo sul serio, e conoscevo quell'albero così bene da sapere dove mettere mani e piedi per non cadere. In poco tempo raggiungemmo il punto della mattina prima, e mi sedetti un attimo per riprendere fiato. Il sole non era ancora sorto, nonostante il cielo si fosse già tinto di sfumature più chiare di blu. Non doveva mancare molto. Mi sistemai meglio nella biforcazione e poggiai la schiena sul tronco, dov'era ancora presente il muschio che accidentalmente avevo fatto crescere il giorno prima. Era molto più confortevole ora che potevo poggiarmi su qualcosa di morbido e fresco.

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