Quanto tempo era passato? Dieci minuti? Mezz'ora? Ero in camera mia da chissà quanto e ancora non sapevo cosa fare. Ero tornata alla quercia giusto in tempo per pranzare con Calime, che per fortuna era riuscita a mandar via un po' del mio nervosismo, mentre il restante l'avevo ben nascosto prima che potesse accorgersene e farmi qualche domanda. Non avrei saputo come risponderle, sinceramente. Ci eravamo dilungate a parlare di varie cose anche dopo pranzo, così avevo dovuto pazientare e, solo una volta libera e finalmente al sicuro lì dentro, ritornare con la mente a quella mattina. Come dovevo comportarmi con Taras? Mi aveva appena confidato che non voleva smettere di provarci con me, mi sarei dovuta sentire a disagio. E in parte era così, ma c'era qualcosa, una piccola scintilla dentro di me che dava speranza anche al biondo. Scossi la testa e mi buttai sul letto. Ma poi perché dovevo pensarci? A me piaceva Galvorn, mi piaceva come uomo, non dovevo pensare a Taras. Eppure il suo viso determinato non mi abbandonava. Non era giusto così, lo sapevo perfettamente, ma come facevo a fargli cambiare idea? Se avessi chiesto al moro, la sua risposta sarebbe stata andarlo a riempire di botte, e per quanto riguarda Noah o Elanor... non avevo un rapporto così stretto con loro da confidare questi segreti. Sospirai e mi girai a pancia in su, affondando la testa sul cuscino. Avrei voluto fosse tutto più semplice. Cavolo, non era mai successo che piacessi a qualcuno nella mia vecchia vita, perché ora dovevano capitarmi due bellissimi ragazzi tra cui scegliere? 'Frena cara, non dovresti neanche pensare di scegliere! Ti ricordi che sei la ragazza di Galvorn?' mi ricordò la mia coscienza. Dargli ragione era scontato, però quella piccola scintilla mi ricordava anche che il fatto di esserci semplicemente detti "mi piaci" non contava come vero e profondo sentimento. Avrei dovuto dirgli di amarlo? Ma non potevo, non ne ero certa! Non ci avevo neanche pensato così tanto in realtà. Speravo di avere più tempo per innamorarmi di lui, ma la mia (s)fortuna ovviamente doveva mettersi in mezzo anche in questo modo.
<<Ok, basta.>> mi dissi a bassa voce alzandomi lentamente per mettermi seduta <<Non devo pensare più a nessuno dei due. Semplicemente mi comporterò come ho sempre fatto finora, e le cose si aggiusteranno.>>
<<Parli anche da sola ora?>> disse un tono divertito. Sobbalzai e spostai lo sguardo nella stanza, alla ricerca dell'intruso. <<Da questa parte.>> ripeté quella. Aveva un suono troppo familiare. Mi voltai verso la finestra, trovando il moro tranquillamente seduto sul bordo, con una gamba dentro la stanza ed una fuori a penzolare nel vuoto, il viso voltato verso di me. I raggi del tardo pomeriggio colpivano la sua figura dal lato esterno, dividendolo quasi nettamente a metà. Mi alzai di scatto e lo raggiunsi, afferrandolo subito per un braccio.
<<Ma sei impazzito?!?>> gridai, nel panico che potesse cadere di sotto e sfracellarsi al suolo. Lui però ridacchiò e si liberò dalla mia presa per avvicinarmi di più al suo corpo.
<<Sei la solita fifona. Non rischio la morte, perciò calmati.>> rispose con nonchalance. Strinsi gli occhi in sue fessure.
<<Non dirmi di calmarmi, e smettila di mettere la tua vita a rischio solo per vedermi. Esistono le porte.>>
<<Cosa ti dice che la rischio per te?>>
<<Il fatto che sei alla mia finestra?>> domandai a mia volta alzando un sopracciglio.
<<E' solo un dettaglio. Avrei potuto entrare dalla finestra di qualunque ragazza.>>
<<Perfino la Regina?>> Il suo viso tornò per qualche secondo serio, giusto il tempo per scrutarmi e capire se stessi scherzando o no.
<<Il Re mi avrebbe cavato gli occhi se l'avessi fatto.>> rispose con tono cupo. Ridacchiai per il timore sul suo viso, facendolo forse infastidire di più.
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My Life Now
AventuraEsistono creature fantastiche? Certo, sono dappertutto anche se non riusciamo a vederle. Forse perché non vi crediamo abbastanza. Per Lexy invece è facile come respirare, ma non si aspetterebbe mai di trovarsene uno davanti nel bel mezzo di una fore...