Nei giorni seguenti, mentre aspettavo con ansia un verdetto da parte del Re, evitai accuratamente di andare verso il campo d'allenamento. Primo, perché sapevo che Galvorn mi stesse tenendo d'occhio in attesa di qualche passo falso, secondo, perché ero certa che avrei ceduto alla voglia incontrollata di prendere in mano arco e frecce una volta tornata in stanza, ed esercitarmi per conto mio. Avevo memorizzato la tecnica in quelle uniche due occasioni, e questo mi rendeva irrequieta perché portava il mio lato curioso a provarla per vedere se avessi capito o meno. Inoltre un'altra parte di me, quella più timorosa, aveva paura d'incontrare nuovamente lo sguardo inquisitore dell'Elfo cecchino, perciò più lontana sarei stata da lì meglio avrei potuto prepararmi mentalmente quando mi sarebbe capitato d'incrociarlo, se il Re avesse accettato la mia richiesta. Ci speravo davvero dopotutto, era l'unico modo in cui speravo di sentirmi più tranquilla. Raramente mi era capitato di dipendere dagli altri, non perché mi piacesse vantarmi di poter risolvere i problemi da sola, ma semplicemente perché mi trovavo meglio a farlo per conto mio. Questa indipendenza mi era sempre piaciuta, e tutt'ora non mi andava a genio il fatto di essere continuamente sorvegliata quando mettevo piede fuori dalla quercia, anche sapendo fosse per il mio bene. Finalmente arrivò il tanto atteso settimo giorno, e non stavo più nella pelle. Avevo visto in giro il Re sempre meno, al contrario della Regina, con cui parlavo a colazione e cena, e che a volte mi aveva lanciato occhiate pensierose per essere certa che non ci avessi ripensato, nel frattempo. Quella mattina li ritrovai entrambi ad aspettarmi per la colazione, ed entrai cercando di controllare l'emozione che mi travolse quando vidi la donna tentare di trattenere un sorriso. Mi sedetti dopo il solito saluto e aspettai impaziente che l'uomo al mio fianco iniziasse a parlare. Non avrei toccato cibo finché non mi avesse dato una risposta. Lui sembrò leggermi nel pensiero, perché mise giù la tazza di liquido scuro che gli avevo visto bere alla nostra prima colazione insieme e si voltò verso di me, assumendo l'aria tranquilla di sempre.
<<Abbiamo pensato molto alla tua richiesta, e dopo giorni passati a chiederci se fosse o meno una buona idea,>> e lanciò un'occhiata fugace alla moglie <<abbiamo deciso che non c'è nulla di male ad avere un'umana che conosca le basi del combattimento, sempre che sia dalla nostra parte.>>
<<Ovvio che lo sono!>> esultai scattando in piedi e buttandogli le braccia al collo <<Grazie infinite, sono davvero->> Solo un istante dopo capii cosa stessi facendo, e mi allontanai da lui più velocemente possibile, con il viso completamente rosso dalla vergogna.
<<M-mi dispiace Maestà, mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo e->> prima che finissi di scusarmi il Re scoppiò a ridere insieme alla moglie, facendomi sentire ancora più confusa ed in imbarazzo.
<<Non chiedere scusa ragazza, sono certo che il tuo entusiasmo sia ben giustificato. A quanto pare ci tieni molto a questa cosa.>> disse l'uomo guardandomi con un sorriso sulle labbra.
<<Sì... Infatti è così. Voglio davvero apprendere di più sui vostri usi e costumi, compresi quelli di combattimento. Grazie mille Handir.>> mormorai senza poter evitare di arrossire imbarazzata. Vidi i suoi occhi illuminarsi per un secondo di una scintilla di gioia, prima che tornasse alla sua espressione calma e controllata.
<<Non ringraziarmi. Vorrei che mi mostrassi presto quanto desideri, anche se umana, imparare a vivere come noi.>>
<<Lo farò.>> guardai anche la Regina, intenta a sorridermi con la stessa gioia del marito <<Per entrambi. Non vi pentirete di questa scelta.>> Mi spiegò che avrebbe informato quella mattina stessa i miei accompagnatori di quella decisione, così con un leggero inchino mi voltai e corsi nella mia stanza per prepararmi. Volevo vedere con i miei occhi come avrebbero reagito, anche se non era difficile immaginare Galvorn che si arrabbiava e tentava di non urlargli contro quanto fosse pessima e pericolosa quella scelta. Di Taras invece non ne ero certa, ma speravo mi avrebbe appoggiato. Ero così eccitata che mi lavai e asciugai la faccia tre volte prima di calmarmi e riprendere il controllo della situazione. Decisi di mettermi gli stessi vestiti che avevo al mio arrivo qui, perché di sporcare o strappare quelli nuovi non ci pensavo proprio. Dopo essermi vestita mi legai i capelli in una coda alta, e con un'ultima occhiata allo specchio del bagno uscii e corsi giù per le scale, arrivando nella sala del trono col fiato corto e restando in piedi a qualche metro di fianco alla Regina. Quest'ultima mi rivolse un sorriso incoraggiante, come se sapesse delle mie preoccupazioni, ma non feci in tempo a dire qualcosa che il portone si aprì lasciando entrare Taras e Galvorn, uno col solito sorriso smagliante e l'altro con la solita aria impassibile. Erano così diversi che continuavo a chiedermi, da quando li avevo incontrati, come potessero sopportarsi a vicenda dopo tutto quel tempo. Quando mi videro vestita in quel modo, tuttavia, aggrottarono entrambi la fronte e si fermarono davanti al Re, facendo un profondo inchino.
<<Ben arrivati, giovani uomini.>> disse quest'ultimo con un lieve sorriso ad incurvargli le labbra <<Abbiamo delle novità da condividere con voi oggi.>> Le loro espressioni si fecero ancora più confuse, così l'uomo mi fece un cenno con la mano, invitandomi ad avvicinarmi e mettermi al loro fianco prima di continuare.
<<D'ora in avanti Lexy parteciperà agli allenamenti, come tutti gli altri.>>
Galvorn passò da un'espressione confusa ad una sconvolta, ad un'altra piena di disappunto nel giro di pochi secondi, confermando così la mia ipotesi su quanto non condividesse quella scelta. Per niente. Taras invece rimase a bocca aperta per quasi un minuto, facendomi preoccupare se stesse ancora respirando o no, prima di richiuderla e deglutire. Fece un sorriso tirato che diminuì le speranze di un suo aiuto nei miei confronti.
<<Ehm Maestà, è sicuro sia una buona idea? Voglio dire->>
<<E' un'umana Maestà!>> sbottò il moro facendomi quasi sobbalzare per il suo tono di voce così alto <<Non voglio andare contro le sue decisioni, ma sarebbe un pericolo per tutti noi darle la possibilità di allenarsi insieme agli altri.>>
<<Hai ragione.>> convenne il Re. Voltai la testa nella sua direzione, incredula. Stava per rimangiarsi tutto per caso? <<Sarebbe pericoloso per voi come per lei stessa esporsi in quel modo e mostrare le sue debolezze. Per questo motivo dovrà farlo solo in tarda serata, lontano da sguardi indiscreti e sotto la vostra supervisione.>>
<<CHE COSA?>> esclamammo io e Galvorn in coro. Ero shoccata quanto lui da quell'improvviso cambio di programma. Allenarsi di notte con solo loro due?! Come avrei fatto ad imparare bene a difendermi?? E se mi avessero piantata lì in asso nel cuore della notte?? Non sarei riuscita tanto facilmente a tornare a casa.
<<Ma Maestà, come faremo con i nostri turni da sentinelle del mattino presto? Non saremmo in grado di restare in piedi senza un adeguato riposo.>> chiese Taras dando voce alle sue e mie preoccupazioni. Era ovvio che non potessero farmi da baby-sitter anche di notte, se durante il giorno andavano da un parte all'altra della foresta per controllare che fosse tutto apposto.
<<Non preoccupatevi per questo, penserò io a tutto.>> rispose l'uomo. Il biondo annuì, senza riuscire ad aggiungere altro. Anche se tra noi tre sembrava il più ragionevole della situazione, ero certa che dentro la sua testa stessero volando migliaia e migliaia di domande. Galvorn, ancora sconvolto e arrabbiato per quel che era risultato un ordine impossibile da contrastare, fece dietro-front e lasciò la sala sotto lo sguardo di tutti. Il Re e la Regina non sembrarono darci molto peso, nonostante sui loro volti si leggere un certo dispiacere, e mi fecero cenno di andare insieme a Taras, anche lui diretto verso l'uscita.
<<Sta tranquilla cara, gli passerà.>> mi sussurrò ad un orecchio la Regina prima che corressi dietro i due ragazzi. Quando uscii la prima cosa che vidi fu il moro intento a prendere a pugni un albero. Quasi non potei crederci. Per fortuna Taras intervenne prima che rovinasse ancora di più quel povero pino innocente, o si scorticasse le nocche.
<<Galvorn, Galvorn calmati! Non prendertela con quest'albero!>> Lui non rispose, cercando di strappare le mani dalla presa del biondo di fronte a sé.
<<Mi dispiace, io->> cercai di dire per scusarmi. Il moro sembrò accorgersi di me solo in quel momento, lanciandomi un'occhiata così penetrante da farmi correre un brivido lungo la schiena. Riuscì finalmente a liberarsi dalla stretta intorno ai polsi e avanzò verso di me a passi decisi. Pensai che mi avrebbe presa a pugni proprio come aveva appena fatto con quella pianta, ma continuò a camminare superandomi ed inoltrandosi tra gli alberi dietro di me. Mi voltai poco prima di perderlo di vista, continuando per qualche secondo a fissare il punto in cui era scomparso, prima di girarmi nuovamente verso l'Elfo biondo. Aveva un'espressione mortificata sul viso che mi fece camminare dritta verso di lui.
<<Taras davvero, mi dispiace tanto. Io non sapevo dell'idea del Re di farmi allenare solo di notte, non intendevo complicarvi il lavoro.>>
<<Tranquilla Lexy, ti credo.>> rispose lui evitando comunque i miei occhi <<Solo che speravo Galvorn la prendesse meglio.>> Si girò verso la pianta presa a pugni, passandovi sopra una mano come a confortarla dal dolore. Sentendomi in colpa anche per quello non ci pensai due volte a mettermi al suo fianco e con delicatezza spostargli la mano, per sostituirla con la mia. Liberai la mente, pregando solo che ritornasse forte come prima, e in un attimo la corteccia si inspessì riacquistando il suo aspetto forte e rugoso. Taras si girò verso di me guardandomi con un'espressione stupita e ammirata. Non un'ammirazione da venerazione, ma una di quelle sane, genuine che ti porta a sorridere imbarazzata e orgogliosa di te stessa.
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My Life Now
AdventureEsistono creature fantastiche? Certo, sono dappertutto anche se non riusciamo a vederle. Forse perché non vi crediamo abbastanza. Per Lexy invece è facile come respirare, ma non si aspetterebbe mai di trovarsene uno davanti nel bel mezzo di una fore...