Galvorn
Colpii per l'ennesima volta il sacco da boxe di fronte a me. Avevo perso il conto ormai di quante volte l'avessi già fatto in quei pochi minuti, o di quante volte avevo rischiato di farlo crollare a terra per un pugno troppo forte. Ma se mi avessero chiesto di contenermi in quel momento, di certo li avrei mandati a farsi fottere da un troll. Qualcuno continuava a lanciarmi occhiate curiose, e per lo più intimorite, mentre davo un calcio al fianco del sacco facendolo dondolare pericolosamente. Ormai ci ero abituato, lasciavo che mi scivolassero addosso. Era solo invidia, mi ripetevo. Mi passai una mano sulla fronte sudata e i capelli legati in una coda bassa, e tornai a concentrarmi sul mio avversario. Pensavo sempre di avere qualcuno di fastidioso o più forte di me quando mi allevano in quel modo, ma adesso l'unico viso che vedevo su quel sacco informe era il mio. Mi vedevo da esterno mentre dicevo quelle orribili cose alla ragazza che mi piaceva, mentre le confessavo che tutto era iniziato perché era stata la Regina a chiedermi di stringere un qualche tipo di legame con lei. Peccato che non avessi tenuto conto di cosa sarebbe accaduto dopo, quando avevo accettato così alla leggera. Non avrei comunque potuto disobbedire, quindi... Le parole di Lexy mi tornarono in mente, di nuovo, e diedi un altro pugno, stavolta molto più forte. Lei che cercava di giustificarsi per aver preso il diario segreto, lei che si scusava e rannicchiava su se stessa diventando ancora più piccola. Lei che mi confessava il suo amore. Mi fermai un attimo, sorridendo inconsapevolmente. Mi aveva fatto battere il cuore a mille sentirle dire quelle parole, erano uscito così dolcemente dalle sue labbra morbide e piene. Il sorriso però sparì velocemente com'era apparso, facendo spazio all'immagine di lei che piangeva e mi ordinava di andarmene. Diedi un altro calcio al sacco, così forte che come mi aspettavo questo si staccò dal gancio, e rotolò per una cinquina di metri lungo la palestra al chiuso, dov'ero costretto ad allenarmi data la tempesta che infuriava fuori. 'Stupido, stupido, stupido! Perché diavolo non le hai detto anche tu che l'amavi?' esplose la voce della mia coscienza (che avevo imparato a riconoscere dopo tutto quel tempo), e mi portai entrambe le mani al viso, nascondendolo. Repressi a stento un sonoro sbuffo e camminai di malavoglia verso il sacco. Altre occhiate su di me, altri bisbigli che pensavano non avrei sentito. Che coglioni. Mi voltai lanciando un'occhiataccia a un gruppo di combattenti, che si fecero piccoli piccoli e allontanarono velocemente. Sorrisi soddisfatto mentre riprendevo facilmente il sacco in mano e lo riagganciavo al soffitto. Mi presi una pausa e bevvi un sorso d'acqua dalla mia borraccia. La mente tornò in automatico a quando l'avevo vista per la prima volta, così spaventata e al tempo stesso curiosa mentre si aggirava per la foresta. Il mio primo istinto era stato ucciderla, ma poi quando era arrivata al campo di lillà e aveva chiuso gli occhi e sorriso... non lo so, mi aveva lasciato esterrefatto. Forse perché nessun umano era mai riuscito ad arrivare tanto lontano? O perché nessuno di quelli che in passato avevo conosciuto avevano saputo apprezzare la bellezza di quel posto, come facevo io? Insomma, mi aveva lasciato confuso già da prima che usasse il suo potere. Per non parlare poi di quando aveva fatto risorgere il Fiore della Speranza. Ero riuscito ben poco a trattenere lo stupore di quel momento, anche perché il suo potere era ancora più forte di quanto pensassi. Nessuno dei precedenti custodi aveva manifestato una potenza simile in passato. Era addirittura riuscita a creare una nuova specie! Scossi la testa, scacciando quel pensiero assurdo. Avrei dovuto smetterla di pensare a lei, ma la mia mente passava continuamente ad ogni sua foto marchiata come inchiostro nella mia memoria. All'inizio era solo irritante, il suo modo di comportarsi con me, il suo attaccamento al biondo mi aveva fatto venire la nausea in certi casi. Poi avevo scoperto che quel senso di fastidio era dovuto al fatto che non fossi io il soggetto delle sue attenzioni. Volevo venir preso in considerazione, dopotutto era grazie a me se era ancora viva. Così iniziai ad infastidirla per farle sapere della mia presenza, ed ogni volta che mi rispondeva in modo tagliente o faceva una faccia arrabbiata non potevo evitare di pensare a quanto fosse buffa, a quanto somigliasse più ad una bambina che un'adulta. E poi le sue espressioni avevano iniziato a cambiare di nuovo, a diventare più mature, più da ragazza. Cercava di non farmi innervosire troppo e a volte ridacchiava senza motivo. Ed erano le sue risate quelle che più mi distruggevano il cervello. Perché quando rideva mi sentivo così leggero? Perché quando mi guardava in un certo modo, con quegli occhi simili alle foglie nascenti in primavera, tanto erano verdi e intensi, mi sentivo peggio di una marionetta nelle sue mani? Cos'era quel rumore sordo nelle mie orecchie quando ci trovavamo troppo vicini? Non avevo mai gradito una vicinanza eccessiva, con nessuno, quindi perché con lei sarebbe dovuto essere il contrario? Volerla costantemente accanto, lasciare che mi abbracciasse come non avevo mai lasciato fare ad altri che a... la mia mascella si serrò. Lexy mi aveva mentito. Non mi aveva parlato della sua scoperta, ero certo che sapesse da molto del fatto che io e lei fossimo in qualche modo collegati. E non aveva detto niente. Ma quando ripensavo alla sua espressione spaventata di fronte la mia rabbia, i dubbi mi assalivano. Lo sapeva davvero o ci era arrivata in quel momento? Pensare di nuovo a lei mi fece sorridere. Il modo in cui ci eravamo baciati la prima volta sarebbe rimasto il ricordo più vivido. Le sue labbra erano sempre state così invitanti, già dalla prima volta che ci eravamo trovati faccia a faccia. Erano così morbide che avrei voluto morderle e divorarle. E quelle sue carezze delicate, le sue mani tra i miei capelli.. quei gesti mi facevano impazzire. Sembrava che tra i due fossi io quello sul punto di rompersi, non lei. E forse era così. Lei era troppo forte per poter crollare. Lo avevo capito da subito, dal suo modo di mettersi davanti agli ostacoli senza scappare, dalla sua voglia di imparare come combattere, dalla forza con cui impugnava arco e frecce ogni volta che ci allenavamo. Il suo corpo aveva iniziato a crescere con lei durante questi mesi di esercizi senza sosta, diventando agile e flessuoso come quello di un gatto. Diventando ancora più accattivante e difficile da ignorare di quanto non fosse già prima. Non glielo avevo mai detto, e mai l'avrei fatto, ma nonostante fosse umana era intelligente ed intuitiva, e nutrivo un grande rispetto per questo. O almeno lo pensavo prima di scoprire la verità. Eppure una parte di me continuava a sperare che non fosse davvero crollata come immaginavo, che non si trovasse chiusa in camera a piangere, perché non sarebbe stata la prima volta che lo faceva a causa mia. Ed io che le avevo anche promesso che non sarebbe più capitato. Che stronzo. Però magari era così e si trovava davvero da qualche parte con Taras a confidarsi, o continuare gli allenamenti come se nulla fosse. Taras... la rabbia e la gelosia tornarono a montarmi dentro, e stavo già per dare un altro pugno al sacco quando il mio nome venne gridato dall'entrata, rimbombando in tutta la stanza. Mi voltai infastidito, riconoscendo il tono acuto del biondo, ma solo in un secondo momento mi accorsi che non era solo. La Regina, che avevo sempre visto come una donna piena di eleganza e grazia, correva dietro di lui senza preoccuparsi dei respiri trattenuti o gli inchini al suo passaggio, concentrata solo sul raggiungermi. Una volta che me li ritrovai entrambi davanti e col fiatone, rimasi troppo shoccato per inchinarmi com'ero abituato a fare di fronte la presenza di un sovrano. Spostai gli occhi dall'uno all'altra, mentre la mia mente saltava tra 'Che diavolo ci fa la Regina qui?' e 'Dov'è Lexy?', finché il biondo prese per primo la parola.
<<Galvorn, abbiamo un problema. Un enorme problema!>> continuava a gridare come se si trovasse ancora all'ingresso, facendomi irritare non poco. Gli avrei detto di chiudere il becco se non avessimo avuto davanti la Regina. Quest'ultima si raddrizzò, riacquistando la regalità che la caratterizzava, fissando i suoi occhi blu oceano nei miei, aperti e confusi.
<<Non capisco, di che problema->>
<<Lexy,>> rispose lei prima ancora che potessi terminare, con voce grave e sul punto di incrinarsi <<è uscita nella tempesta. E' sparita.>>
L'unica cosa che riuscii a pensare, prima che la mente mi andasse completamente in bianco fu 'Merda.'
The End (I° Book)
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Angolo autrice
Eccoci qui alla fine del libro (se si può chiamar tale)! Ho dedicato più di due settimane a scrivere queste ultime parti proprio perché volevo avesse un finale ad effetto. In mente ho già l'inizio della seconda parte, ma ho deciso di non pubblicarla finché questa non raggiungerà un tot. di visualizzazioni. Lo so è crudele per chi lo ha già letto tutto (non mi maledite e usate bambole vodoo per torturarmi X_X) però questo non vuol dire che passeranno anni prima che esca il secondo!! Per finire questo monologo in bellezza, spero tanto che la storia vi sia piaciuta, lasciate una stellina e/o un commento per dirmi cosa ne pensate e se avete idee nuove per la seconda parte, prometto che vi risponderò!! L'ispirazione nasce anche dai consigli altrui dopotutto ;) Un bacio a tutti i miei FOLLAwers che sono arrivati a leggere fin qui, vi ringrazio per la vostra pazienza... Alla prossima! <3
-A
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My Life Now
AdventureEsistono creature fantastiche? Certo, sono dappertutto anche se non riusciamo a vederle. Forse perché non vi crediamo abbastanza. Per Lexy invece è facile come respirare, ma non si aspetterebbe mai di trovarsene uno davanti nel bel mezzo di una fore...