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<<A-ah, bene.>> risposi con voce un po' tremante <<Ed è suo quel cesto?>> La Regina ridacchiò a quella domanda, portandosi elegantemente la mano davanti la bocca.

<<Certo che no, cara. Ce lo vedi a portare una cosa del genere in giro?>> Negai subito con la testa, sorridendo al solo pensiero. <<In realtà ci siamo incrociati prima che salisse nella tua stanza, così ha avvisato me.>> aggiunse poi. Tirai mentalmente un sospiro di sollievo, ero salva.

<<Bene. Ma ancora non capisco il perché di questo.>> dissi indicando l'oggetto.

<<E' un regalo da parte mia, diciamo.>> rispose lei. La guardai continuando a non capire, così aggiunse <<Sapendo che sareste usciti prima di cena, ho pensato sarebbe stato meglio portarvi qualcosa da mangiare lì.>> Un sorriso mi nacque sulle labbra a quel gesto gentile e altruista. Dopotutto, che altro avrei dovuto aspettarmi da quella donna? La abbracciai senza pensarci due volte, venendo subito ricambiata.

<<Grazie Calime, non dovevi.>> mormorai contro la sua spalla, dato che era più alta di me.

<<Non dirlo neanche cara, è stato un piacere.>> rispose una volta sciolto l'abbraccio. <<Inoltre così farai ancora più colpo.>> aggiunse facendomi l'occhiolino. Sentii le guance riscaldarsi, ma feci finta di nulla.

<<Non ne ho mica intenzione.>> borbottai, facendola ridere di nuovo.

<<Cara, sono stata innamorata prima di te e so cosa vuol dire cercare di attirare l'attenzione di un uomo.>> Con questo mi accarezzò la testa e mi lasciò sola con i miei pensieri, improvvisamente più presenti. Innamorata? Era una parola troppo esagerata, lui mi piaceva certo ma... Poteva essere così? Davo davvero l'impressione di essere innamorata di lui? 'No, non può essere, è ancora troppo presto. Ci conosciamo da soli due mesi.' mi dissi entrando subito in stanza, dando un'occhiata al cestino. Era piccolo ma pesante, chissà cosa ci aveva fatto mettere dentro. Neanche a dirlo  a posta, in quel momento bussarono alla porta per entrare subito dopo. Alzai gli occhi al cielo prima che Galvorn potesse vedermi, e magari rimproverarmi.

<<Cos'è quello?>> chiese subito, vedendomi prendere il cestino che avevo momentaneamente posato per terra.

<<Ciao anche a te.>> risposi ironica <<Comunque un cestino da pic-nic, credo. Me lo ha appena portato la Regina.>> Lui lo scrutò pensieroso, analizzandolo come se si aspettasse che esplodesse da un momento all'altro. Nascosi un sorriso voltandomi, e lo tirai su dal manico. Cavolo, era ancora più pesante di quanto immaginassi! La mani del moro apparve nel mio campo visivo, togliendomi la presa dalla cesta. La sollevò senza alcuno sforzo, con un sorrisino soddisfatto sul viso.

<<Lascia fare a me, non vorrai romperti un braccio prima della lezione.>> ghignò. Gli lanciai un'occhiataccia e ripresi in cesto con uno strattone.

<<Grazie mille, ma sono perfettamente capace di portare uno stupido cestino da picnic.>> risposi acida, superandolo oltre la soglia. Quel coso pesava molto, ma il fatto che mi sottovalutasse ne dimezzava di molto il peso. Uscimmo da lì e c'incamminammo verso il campo senza parlare, lui con un sorriso stupido ed io ancora infastidita dal suo commento. Le dita mi facevano male da morire, ma non lo avrei mai ammesso a voce alta. Arrivati al bordo del campo vidi un paio di Elfi che si stavano ancora allenando, e mi pietrificai sul posto. Che dovevo fare? Una mano però mi si poggiò sulla schiena, e voltai lo sguardo verso il moro al mio fianco, più serio.

<<Aspettami qui, vado a chiedergli quanto manca.>> Si allontanò velocemente, lasciandomi vicino un albero. Poggiai subito il cesto per terra, massaggiandomi le dita indolenzite mentre tenevo d'occhio i movimenti dei tre. Galvorn stava davanti a loro nascondendomi alla vista, e non ci volle molto perché questi ultimi prendessero le loro cose e andassero via. Io mi ero comunque rannicchiata fuori dal loro campo visivo, per precauzione. Non che avessi paura di loro, solo non volevo che iniziassero a litigare per colpa mia. Uscii dal mio nascondiglio appena il moro tornò al mio fianco e prese il cesto. Lo lasciai fare, sinceramente non me la sentivo più di trasportarlo. Una volta al solito punto di tiro mi lasciò nuovamente sola, per andare a prendere arco e frecce, facendo ritorno dopo meno di due minuti. Iniziammo subito gli allenamenti, ma anche in questo caso risultò più difficile del solito. I miei pensieri vagavano da Taras a quei due tipi di poco prima, avevo timore che tornassero da un momento all'altro. Se mi avessero visto lì, cosa avrebbero pensato? Un'umana che si allenava come loro non era qualcosa che avrebbero accettato tranquillamente, era per questo che faceva quegli orari assurdi dopotutto. Forse si sarebbero infuriati, e avrebbero fatto girare la voce delle mie lezioni segrete. A quel punto anche il resto del popolo avrebbe capito, e si sarebbero ribellati a quella decisione da parte dei sovrani. E se Handir avesse cambiato idea a quel punto, giudicandolo troppo pericoloso per il suo popolo? Un altro tiro a vuoto e un altro sbuffo dell'Elfo. Abbassai l'arco sospirando.

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